EDITORIALE
Condivido queste breve considerazioni dopo un interessante pomeriggio passato insieme a cittadini, amministratori locali e regionali, colleghi parlamentari, rappresentanti delle forze sindacali e produttive a discutere durante gli Stati generali su ricostruzione ed aree interne, promossi dal Pd Marche all’abbadia di Fiastra.Un’occasione per fare il punto su quanto fatto, a livello nazionale e locale, in questi lunghi mesi successivi al sisma e su quanto ancora ci aspetta per centrare le due sfide più importante che abbiamo davanti: quella della ricostruzione e della ripresa economica dei nostri territori. Non nascondo le tante criticità ancora presenti, i rallentamenti burocratici, i difetti comunicativi che non aiutano i cittadini ad orientarsi tra procedure complesse. Problemi che possono incidere sulla ripresa e la ricostruzione e che anche nei tavoli di lavoro tenutisi ieri sono emerse dal dibattito e che mi confermano che ancora molto è il lavoro da fare. Ma, allo stesso tempo, penso sia giusto rivendicare, non solo formalmente, quanto fatto fino ad ora: dalla tempestiva gestione dell’emergenza fino al lavoro compiuto in questi mesi difficili con l’adozione di due decreti legge tematici ( che hanno disposto strumenti per la ricostruzione e stanziato risorse ingenti) fino alle ultime disposizioni contenute nella cd. Manovrina, approvata alla Camera ed ora all’esame del Senato. Un provvedimento che contiene alcune misure importanti anche riguardo alle zone del sisma: dallo stanziamento di un ulteriore miliardo di euro – che va ad aggiungersi alle risorse già stanziate- per il prossimo triennio, dal sostegno agli Enti Locali ( con l’assegnazione di spazi finanziari per investimenti connessi alla ricostruzione) all’incremento delle risorse già stanziate per il ristoro del danno indiretto ( che salgono da 23 a 33 milioni e si estendono anche al 2018), alla istituzione della Zona franca urbana di cui potranno beneficiare le imprese con sede principale o una unità locale nelle zone del sisma, aventi perdite di fatturato del 25% nel periodo dal 1 settembre al 31 dicembre 2016 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente e che proseguono la propria attività. Tali soggetti potranno beneficiare di una esenzione biennale di IRES e IRPEF ( fino a 100 Mila euro di reddito), IRAP ( fino a 300 Mila euro) e IMU.
Misure frutto del lungo e costante lavoro compiuto in questi mesi, ascoltando Sindaci , ordini professionali, associazioni di categoria, cittadini, provando a condizionare concretamente il contenuto dei provvedimenti. Un lavoro faticoso ma necessario per provare a far sì che i provvedimenti adottati raggiungano il loro scopo.
Le polemiche non mancano, lo sappiamo. Ieri sera però durante i tavoli di lavoro, pur nelle criticità, ci sono stati due elementi che, penso come Partito Democratico, non possiamo disperdere: la tante esperienze positive, pubbliche e private, che ieri sono state raccontante durante i lavori del tavolo sulla ricostruzione economica che ho moderato e la propositivita’, la volontà di costruire da protagonisti un futuro e delle prospettive per i territori colpiti dal sisma, senza inseguire la nostalgia di un passato che non è destinato a tornare ma cercando di investire al meglio le risorse che, non solo i recenti decreti legge, ma la stessa strategia progettuale per le aree interne mette a disposizione. Sono due elementi che non vanno condivisi e non dispersi, per non perdere contributi intellettuali importanti che possono concretamente fare la differenza in questa fase di profonda trasformazione.
P.s. In queste ore approda alla Camera la nuova legge elettorale. Ci sono tante cose da dire in proposito e lo farò, tra qualche giorno, dopo che, almeno a Montecitorio questo processo avrà trovato una sua conclusione. Quindi, appuntamento alla prossima newsletter .
TESTAMENTO BIOLOGICO
La Camera ha approvato il testo della proposta di legge di iniziativa parlamentare relativa al cd. testamento biologico. Un testo frutto di molteplici proposte parlamentari di tutte le forze politiche (15, di cui 3 solo del Partito democratico) che ha visto il Parlamento impegnato in un lavoro di approfondimento e confronto, che ha condotto ad una approvazione da parte molte forze politiche che non fanno parte della maggioranza di governo. Un lavoro normativo che ha impegnato per circa un anno la Commissione Affari sociali della Camera e che è stato preceduto da una specifica indagine conoscitiva che ha visto l’ascolto con esperti, associazioni rappresentative di famiglie e malati, costituzionalisti.
La legge approvata- rispetto alla quale il Governo, trattandosi di argomento particolarmente sensibile e tale di interrogare le coscienze di ognuno di noi, ha affidato all’aula ogni decisione, astenendosi da ogni parere in merito agli articoli di legge- pone al centro il valore del consenso informato del paziente, quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico, cercando di realizzare una non semplice mediazione tra due principi costituzionali di pari rango: quello alla tutela della salute e quello alla libertà personale. Il testo approvato- che mi auguro il Senato voglia al più presto calendarizzare- segna un altro passo in avanti di questa legislatura nel campo dei diritti civili dopo l’approvazione della legge sulle Unioni Civili e quella sul dopo di noi. Un tema importante su cui mi è capitato di confrontarmi all’Università di Macerata in un interessante incontro promosso dall’associazione Luca Coscioni ( clicca qui)
Principi base del testo approvato sono :
Consenso informato. E’ la base di legittimità del trattamento sanitario (art. 32 Cost. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) fino alle estreme conseguenza cioè alla possibilità di chiedere l’interruzione delle cure. Non si porta questa libertà fino a legittimare l’eutanasia come atto che porta rapidamente alla morte né si prevede il suicidio assistito. Il testo, quindi, si basa sulla distinzione che rifiutare le cure non è eutanasia, “il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche, anche quando conduce alla morte, non può essere scambiato per un’ipotesi di eutanasia, ossia per un comportamento che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte, esprimendo piuttosto tale rifiuto un atteggiamento di scelta, da parte del malato, che la malattia segua il suo corso naturale” … (Cassazione sent.21748 del 2007 Englaro)
Relazione di cura tra medico e paziente. Relazione (non alleanza che è un obiettivo da raggiungere) come processo dinamico in costruzione progressiva nella quale anche altri attori, familiari, amici, equipe sanitaria intervengono. L’obiettivo è la salute intesa come la intende l’Oms e cioè il miglior stato di benessere fisico psichico relazionale conseguibile dalla persona curata alle condizioni date. “Cura”, quindi, non come mero accudimento contrapposto alla terapia ma come farsi carico del malato in modo complessivo. Si cura la persona e non solo un corpo. Una persona con la proprie idee, le proprie relazioni affettive, la propria storia personale, la propria fede religiosa.
Per questo insieme di ragioni il testo parte dal consenso informato e ne fa il suo cardine proseguendo poi con le Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) e con il nuovo strumento della pianificazione anticipata delle cure.
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TUTELA LAVORO AUTONOMO
La Camera ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge del Governo “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Nell’arco di questa legislatura, è stata dedicata una specifica attenzione ai temi del lavoro e, in particolare, ai bisogni e alle istanze di un universo complesso e troppo spesso trascurato, quale quello del lavoro autonomo. Tra le iniziative legislative adottate, il relatore Cesare Damiano (Pd) ha ricordato in primo luogo l’impegno costante a congelare l’incremento dell’aliquota contributiva dovuta dai lavoratori con partita IVA iscritti alla gestione separata dell’INPS, che avrebbe dovuto raggiungere, a regime, il 33% in attuazione della Legge Fornero. L’impegno del Parlamento e del Governo, con la legge di bilancio 2017, ha invece stabilizzato l’aliquota al 25 per cento, un dato molto importante per questi lavoratori e a lungo richiesto. Sempre nell’ambito delle ultime manovre di bilancio, novità di rilievo sono venute anche con le misure relative al cosiddetto regime dei minimi e al progressivo superamento degli studi di settore. Per altro verso, non si possono dimenticare gli sforzi compiuti per la proroga dell’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi, la Dis-Coll, istituita in via sperimentale in attuazione della delega relativa al cosiddetto Jobs Act, che sarà stabilizzata ed estesa agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca al momento dell’approvazione definitiva di questo disegno di legge. A completamento di questi interventi, arriva quindi il disegno di legge approvato oggi, o meglio lo statuto del lavoro autonomo, con il quale si afferma l’esigenza di protezioni sociali più ampie e di garanzie rispetto a contraenti economicamente più forti per tutti i lavoratori, a prescindere dal carattere subordinato del rapporto di lavoro. Si tratta di un provvedimento molto atteso che si pone l’obiettivo di ridurre il dualismo dell’attuale mercato del lavoro italiano dotando, finalmente, il mondo del lavoro autonomo dei presidi e delle tutele che fino ad oggi hanno caratterizzato in modo organico solo la platea dei lavoratori dipendenti. Entrando nel dettaglio, il provvedimento, già esaminato dal Senato, si compone di due insiemi di norme complementari volte, da un lato, ad introdurre un sistema di interventi che assicuri un complessivo rafforzamento delle tutele sul piano economico e sociale per i lavoratori autonomi e, dall’altro, a sviluppare, all’interno dei rapporti di lavoro subordinato, modalità flessibili di esecuzione delle prestazioni lavorative (cosiddetto lavoro agile o smart working), allo scopo di promuovere l’incremento della produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
L’articolo 1 stabilisce che le nuove norme si applicano ai rapporti di lavoro autonomo di cui al Titolo III del Libro V del codice civile, cioè quei rapporti in cui il lavoratore si obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Nel corso dell’esame al Senato, si è chiarito che rientrano nel campo di applicazione del provvedimento i prestatori d’opera ex articolo 2222 del codice civile, nonché gli esercenti una professione intellettuale, sia regolamentata, sia non regolamentata. Restano, invece, esclusi dall’applicazione del provvedimento gli imprenditori. Tra le tutele previste per tali lavoratori figurano: le garanzie contro i ritardi nei pagamenti dei corrispettivi(art. 2); l’impossibilità per il committente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto o, nel caso di contratto avente ad oggetto una prestazione continuativa, di recedere senza congruo preavviso, nonché imporre clausole con le quali le parti concordano termini di pagamento superiori a sessanta giorni dalla richiesta di pagamento, o ancora il rifiuto del committente di stipulare il contratto in forma scritta (art. 3); il riconoscimento al lavoratore autonomo del diritto di utilizzazione economica relativa ad apporti originali e a invenzioni realizzati nell’esecuzione del contratto, salvo il caso in cui l’attività inventiva sia prevista come oggetto del contratto di lavoro e a tale scopo compensata .
Il provvedimento contiene una delega al Governo finalizzata al rafforzamento delle prestazioni di sicurezza e di protezione sociale dei professionisti iscritti a ordini e a collegi, a valere sulle risorse di detti enti e finanziati da apposita contribuzione aggiuntiva, per coloro che abbiano subito una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla loro volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie. Nel corso di esame presso la XI Commissione è stata introdotta un’ulteriore delega finalizzata a incrementare le prestazioni a favore degli iscritti alla gestione separata INPS, finanziate da un incremento delle quote contributive, in materia di maternità e malattia. Con l’art. 6-bis, anch’esso introdotto dalla XI Comm., si determinano le condizioni per rendere strutturale la Dis-Coll, ovvero l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Con gli artt. 7 e 8 si dispongono una serie di misure di carattere fiscale, sociale e di deducibilità delle spese di formazione. Mentre l’art. 9 reca disposizioni volte a favorire l’accesso dei lavoratori autonomi alle informazioni sul mercato e ai servizi di politica attiva del lavoro.
L’art. 10 delega il Governo al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori applicabili agli studi professionali e l’art. 11 reca una serie di misure per facilitare la partecipazione dei professionisti alle gare e ai bandi indetti dalle pubbliche amministrazioni.
Gli artt. 12 e 13 prevedono rispettivamente l’eliminazione dell’obbligo di astensione dall’attività lavorativa per potere usufruire dell’indennità di maternità nel periodo di congedo obbligatorio e l’introduzione di ulteriori misure per la tutela della maternità, della malattia e dell’infortunio.
L’art. 14 chiarisce che l’elemento caratterizzante della collaborazione coordinata è costituito dall’autonoma organizzazione del lavoro da parte del collaboratore, nel rispetto delle modalità di coordinamento stabilite di comune accordo dalle parti, in linea con quanto previsto al riguardo dall’articolo 2 del decreto legislativo n.81 del 2015.
Come detto, le disposizioni del Capo II, disciplinano il lavoro agile (smart working), chiarendo in primo luogo che tale istituto non costituisce una nuova tipologia contrattuale, ma solo una particolare modalità di svolgimento della prestazione di lavoro subordinato, basata sulla flessibilità di orari e di sede e caratterizzata, principalmente, da una maggiore utilizzazione degli strumenti informatici e telematici e delle possibilità tecnologiche esistenti, nonché dall’assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti al di fuori dei locali aziendali (art. 15). Le modalità di redazione dell’accordo relativo al lavoro agile, il suo contenuto nonché le modalità di formalizzazione del recesso sono regolate dalle norme che disciplinano anche il trattamento economico e normativo del lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile, stabilendo che questi abbia diritto ad un trattamento non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda, secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva. Il successivo art. 18 disciplina l’esercizio del potere di controllo del datore di lavoro nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori per l’individuazione delle condotte che danno luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari, mentre l’art. 19 dispone che il datore di lavoro garantisce la salute e la sicurezza del lavoratore, consegnando annualmente al lavoratore e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza una informativa scritta che individua i rischi generali e specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. L’art. 20, infine, dispone, la comunicazione obbligatoria dell’accordo per lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità di lavoro agile e delle sue modificazioni al Centro per l’impiego territorialmente competente e il diritto del lavoratore alla tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dipendenti dai rischi connessi alla prestazione lavorativa resa all’esterno dell’azienda.
Per ulteriori approfondimenti leggi il dossier.
CYBERBULLISMO
La Camera dei deputati ha approvato definitivamente la proposta di legge contro il cyberbullismo. Nell’ordinamento giuridico italiano non ci sono norme specifiche in questa materia e tale vuoto normativo viene colmato ricorrendo alle fattispecie esistenti, tanto sul piano civilistico quanto su quello penale. Ma la necessità di uno specifico provvedimento legislativo in materia di cyberbullismo emerge dalla constatazione del forte incremento che questo fenomeno ha avuto negli ultimi anni, fino ad assumere la dimensione di un rilevante problema sociale, come dimostrano anche recenti tragici fatti di cronaca. Problema su cui influisce in modo determinante la diffusione dell’uso dei dispositivi telematici e dell’accesso ad internet da parte dei giovanissimi, con la conseguenza che la rete e in particolare i social media divengono oggi l’ambiente in cui più frequentemente si verificano i comportamenti di molestia e di aggressione tipici del bullismo.
Il provvedimento, composto da sette articoli, prevede un complesso di misure volte alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo, con particolare attenzione alla tutela dei minori (sia autori, sia vittime di illeciti), privilegiando azioni di carattere formativo-educativo. Ai fini della legge, per “cyberbullismo” si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
In particolare, il minore vittima di episodi di cyberbullismo, nonché il genitore, potrà chiedere al gestore del sito internet, del social media o del servizio di messaggistica di oscurare, rimuovere o bloccare i dati personali diffusi in rete. Se i gestori non si attivano tempestivamente, l’istanza potrà essere inoltrata al Garante per la Privacy che interviene entro 48 ore. Sul lato della prevenzione, la legge introduce una serie di previsioni generali quali l’adozione di linee guida da parte del Ministero dell’istruzione, l’individuazione in ogni scuola del docente referente per il contrasto del cyberbullismo, il coinvolgimento degli studenti, il rafforzamento dei programmi di educazione all’uso consapevole della rete, il finanziamento di progetti elaborati da reti di scuole per il contrasto del cyberbullismo e l’educazione alla legalità. Previsto inoltre l’obbligo per il dirigente scolastico di informare i genitori dei minori coinvolti in episodi di cyberbullismo, di attivare percorsi di sostegno alle vittime e di rieducazione dei bulli. In proporzione alla gravità degli atti, dovranno essere previste specifiche sanzioni disciplinari nei regolamenti di istituto, ispirate, comunque, alla funzione rieducativa. Un tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio avrà il compito di elaborare un piano d’azione integrato per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, monitorare il fenomeno con la collaborazione della polizia postale e lavorare a un codice di regolamentazione per gli operatori della rete e promuovere campagne informative e di sensibilizzazione. È stato inoltre introdotto l’ammonimento da parte del questore, allo scopo di evitare l’azione penale e rendere al tempo stesso il “bullo” consapevole della gravità dell’atto compiuto. Quanto ai finanziamenti, vengono stanziati 203.000 euro all’anno nel triennio 2017-2019 per le attività in ambito scolastico connesse all’uso sicuro di internet e alla prevenzione del cyberbullismo. Come sottolineato in Aula dalla relatrice per la Commissione Giustizia Micaela Campana (PD), «il web è uno spazio liquido, dove la reazione non ha mai lo stesso impatto dell’azione e (…) le vittime del cyberbullismo rappresentano una sconfitta del sistema educativo e lo sprone a fare qualcosa di concreto per la prevenzione, ma anche per la repressione degli atti di violenza perpetrati». In termini generali, come ribadito anche dal relatore per la Commissione Affari sociali Paolo Beni (PD), il testo modificato dal Senato – diventato legge – «pur senza stravolgere quello approvato dalla Camera, ne limita di fatto la portata, circoscrivendo l’ambito di applicazione della legge al solo cyberbullismo ed esclusivamente in riferimento ai minori, sia in veste di vittime che di autori. Il testo licenziato dalla Camera in prima lettura ampliava invece l’ambito di intervento del provvedimento, estendendone l’applicabilità anche ai maggiorenni e al bullismo in generale e introducendo norme di 2 carattere penale, sotto forma di nuove circostanze aggravanti per il reato di stalking telematico, già esistente nel nostro ordinamento». Pur essendo tali temi meritevoli di una discussione più ampia, il testo offre comunque le prime risposte concrete a un problema molto sentito, visto anche il moltiplicarsi di episodi che rendono necessario un intervento legislativo in materia di cyberbullismo. Pertanto, facendo prevalere il senso di responsabilità, è stato ritenuto opportuno non procedere ad ulteriori modifiche, anche al fine di non vanificare il lavoro finora svolto dalle due Camere con un’ulteriore lettura da parte del Senato, in vista dell’approssimarsi della scadenza della legislatura e dell’avvio del prossimo anno scolastico
IN PARLAMENTO
Sono intervenuta in Aula per esprimere la dichiarazione di voto del Partito Democratico sul testo della proposta di legge, di iniziativa parlamentare, relativa alle iniziative celebrative in memoria di Giacomo Matteotti e Giuseppe Mazzini. Qui di seguito il video del mio intervento: http://webtv.camera.it/archivio?legislatura=17&seduta=793&intervento=447330
Continua inoltre l’impegno parlamentare in merito alle questioni inerenti le zone colpite dal sisma attraverso la presentazione di alcuni emendamenti alla cd. Manovrina, da poco approvata dalla Camera, relativi a due questioni in particolare: la salvaguardia delle autonomie degli istituti scolastici delle aree colpite dal sisma (rispetto al quale, in questi mesi, ho già presentato ordini del giorno ed interrogazioni rivolte al governo) e le misure di sostegno agli enti locali ricompresi nel cratere sismico, in particolare, la possibilità per i Comuni del cratere di utilizzare gli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti. A questi si aggiungono gli ulteriori emendamenti relativi all’incremento delle risorse per il ristoro del danno indiretto subito a seguito del sisma, già previsto nel precedente provvedimento approvato a marzo, e alla proroga dei termine per la presentazione delle richieste di contributo per la ricostruzione leggera, fissato ora a luglio 2017 , che, in presenza di ancora più di 20 mila sopralluoghi da effettuare, diventa indispensabile poter consentire ai professionisti di lavorare con certezza alla presentazione di progetti per la ricostruzione. Una richiesta ampiamente sollecitata dagli ordini professionali, come ho avuto modo di ascoltare nell’incontro avuto nelle scorse settimane con la commissione sisma dell’Ordine degli ingegneri di Macerata, nel corso della quale sono state approfondite le numerose problematiche relative alla ricostruzione. Non sempre gli emendamenti presentati sono stati accolti, quello relativo ai termini della ricostruzione e’ stato trasformato in un ordine del giorno accolto dal governo. Ovviamente l’impegno sulle questioni non ancora risolte continua.
Il mese appena trascorso si è caratterizzato anche per numerose iniziative, diverse tra loro. Tra queste, mi piace ricordare il bell’incontro tenutosi presso il Memoriale della Shoah di Milano (un luogo che vi raccomando caldamente di visitare), che ho avuto la straordinaria opportunità di moderare, dedicato ai genocidi armeno ed ebreo con le importanti testimonianze della scrittrice Antonia Arslan – autrice de “La Masseria delle Allodole”- e di Liliana Segre.
O i numerosi incontri svoltisi in regione: tra cui l’interessante seminario promosso dall’Istao dedicato al tema delle imprese culturali e creative,
la conferenza spettacolo promossa presso il Museo Omero di Ancona dall’associazione Sineglossa sullo stesso tema o le tante iniziative di approfondimento dedicate al tema del sisma e della ricostruzione, tra cui “Ricostruire la contemporaneità” promossa a Treia e “Il nuovo laboratorio prove materiali dopo il sisma” organizzata a Camerino dall’ITCG Antinori.
E infine, una piccola soddisfazione personale, rappresentata dall’assegnazione del Premio Rotondi, dedicato ai salvatori dell’arte, riconosciutomi per aver contribuito, attraverso lo strumento dell’art. bonus, alla stagione lirica del Macerata Opera Festival.