Ci sono entrambe nel primo film di Walter Veltroni, tributo ad un leader dal carisma arguto e gentile, protagonista di una appassionata e travagliata stagione della nostra democrazia. C’è molto del pantheon veltroniano in questo film: la mescolanza dei generi ( cinema, televisione, musica, letteratura), don Camillo e Peppone, “Indietro tutta” , il Benigni di ” Berlinguer ti voglio bene”, il cinema italiano, i filmini super8 della gioventù politica. Immagini e parole che si mescolano ai brani tratti dalle tribune politiche, alle foto di gioventù, ai pensieri, ai ricordi – umani e sinceri- di tanti compagni della vita politica e personale di Enrico Berlinguer.Una trama fitta e densa attraverso cui Veltroni restituisce ad un presente, che spesso- come ci testimoniano le immagini di apertura del film – si interroga perplesso su chi sia Berlinguer, la figura di un padre e di un ispiratore politico, protagonista del passaggio dalla primavera della democrazia con un Pci artefice consapevole dei mutamenti politici e sociali del Paese al terribile inverno fatto di disperazione sociale e violenza politica. “Un tempo di sangue e odio”- come lo ricorda Veltroni- culminato nel rapimento Moro, nella fine di quel compromesso storico che avrebbe potuto segnare un passo in avanti determinante nella storia politica del paese e del riformismo italiano, nel ripiegamento del Pci in una politica fortemente identitaria, nel trionfo dell’arrogante rampantismo craxiano del 1984. E’ con l’amarezza e la tristezza di una sconfitta- quella del Pci e, forse, anche quella della democrazia italiana- che si chiude il film. Con la terribile agonia di Berlinguer sul palco dell’ultimo comizio a Padova, con il vuoto della camera dell’albergo dove fu trasportato, con la commozione autentica del racconto di Giorgio Napolitano, con le immagini e le lacrime del funerale di piazza San Giovanni. Un cerchio che si chiude, perché con la stessa piazza, vuota ed in bianco e nero, si apre il film, in un passaggio dalla speranza iniziale alla tristezza finale, con un metaforico ritorno di Enrico Berlinguer alla spiaggia di Stintino, con la sua barca bianca e verde ( metafora allo stesso tempo del riformismo e della democrazia italiana) che si incaglia nel mare di Sardegna. Per chi- come me- appartiene a quella generazione degli anni Settanta e Ottanta che conosce Enrico Berlinguer e ancor più Walter Veltroni, ma era troppo piccola per ricordare quel funerale di metà giugno, che si è avvicinata alla politica anche grazie a quel pantheon veltroniano, fatto di generi che si mescolano, di emozioni che non si interrompono, di sogni kennedyani, di voci che parlano in un campo di grano, piacerebbe un finale diverso. Un finale in cui, in quel mare di Stintino, quella piccola barca incagliata riesce a riprendere il largo alla luce del tramonto verso una nuova primavera, spinta dall’entusiasmo di nuovi giovani, pronti ad affrontare la bonaccia come le tempeste, a riprendere la rotta nel mare aperto della democrazia italiana.”
Dimissioni in bianco:
Lo scorso 25 marzo l’Aula di Montecitorio ha approvato, in prima lettura, un provvedimento importante e significativo, frutto del lavoro e dell’impegno del Partito Democratico. “Mai più”, questo è il titolo che riassume in modo sintetico il significato di quella giornata; dove lo slogan si accompagna al termine “Dimissioni in bianco”.
E proprio contro quella forma di ricatto si orienta il provvedimento,contro quella pratica abituale che impone alle lavoratrici e ai lavoratori di firmare, al momento dell’assunzione, anche una lettera con le proprie dimissioni. Circa due milioni di lavoratori subiscono questa pratica, in gran parte donne, costrette a trovarsi in questa posizione di debolezza nei confronti del datore di lavoro.
La legge approvata alla Camera impone che le dimissioni vengano obbligatoriamente presentate su dei moduli prestampati, disponibili presso tutti gli Uffici del Lavoro, nei Centri per l’Impiego, presso i patronati e sui siti web del Ministero, con una validità tassativa di 15 giorni dalla data di emissione, con:
• un codice alfanumerico progressivo di identificazione;
• la data di emissione;
• spazi predefiniti da compilare a cura del firmatario, destinati all’identificazione della lavoratrice del lavoratore, del datore di lavoro, della tipologia di contratto, della data della sua stipulazione e di ogni altro elemento utile.
La nuova legge fornisce, quindi, uno strumento di tutela con caratteristiche chiare, accessibili e di facile utilizzo, colpendo chi si comporta scorrettamente, senza appesantire il carico burocratico delle imprese che agiscono in modo onesto.
Un altro piccolo, concreto, ma significativo passo verso una legislazione più giusta, meno discriminatoria e più moderna per tutti i lavoratori.
Precari della scuola:
Nelle settimane appena trascorse, la Camera, su impulso della Settima Commissione, ha affrontato una questione particolarmente urgente: quella del precariato nel pubblico impiego e, in particolare, nel settore della scuola.
Premessa fondamentale del dibattito è, ovviamente, la necessità di assicurare un corretto e più efficiente funzionamento delle pubbliche amministrazioni chiamate ad erogare con tempestività ed efficacia i servizi alle imprese ed ai cittadini. Pubbliche amministrazioni che in questi anni stanno scontando alcune criticità fondamentali come l’età elevata dei propri dipendenti – frutto di uno storico e penalizzante blocco del turnover unito ai limiti introdotti dalla riforma pensionistica- l’elevata consistenza del precariato, associata purtroppo ad una pluralità di forme contrattuali dirette a disciplinare i rapporti di lavoro. Questo ha prodotto, negli anni, una crescita del contenzioso con le amministrazioni pubbliche per l’abuso dei contratti di lavoro flessibile, unito all’apertura di procedure di infrazione a livello comunitario nei confronti dell’Italia.Fenomeni che già il decreto legge 101/2013 (cd. Decreto d’Alia) aveva provato a normare e a risolvere.
Criticità che, nel comparto della scuola, hanno prodotto circa 140 mila unità di precari, divisi tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliare (Ata) frutto, tra gli altri, del drastico taglio ( pari a circa 8 miliardi di euro) operato dal governo Berlusconi a partire dal 2009 che ha prodotto la riduzione di oltre 87 mila docenti e di quasi 45 mila ausiliari tecnico-amministrativi. Misure penalizzanti aggravate dagli effetti della legge Fornero.
Alla luce di queste tematiche, l’Aula ha quindi approvato il testo della mozione presentata dal Partito Democratico che, nel dettaglio, ha inteso impegnare il Governo a:
a) definire in tempi rapidi e con numeri certi un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento;
b) espletare le procedure di assunzione relative all’ultimo concorso a cattedra del 2012, provvedendo, altresì, a bandire, con cadenza biennale, nuove prove concorsuali che tengano conto dei flussi di pensionamento e dei trasferimenti e a garantire il regime del doppio canale per i docenti abilitati, a partire da coloro che siano in possesso di almeno tre anni di servizio;
c) ovviare a una carenza della riforma pensionistica che non ha tenuto nel necessario conto le peculiarità del comparto della scuola ( come il fenomeno della cd . Quota 96 sta a dimostrare) ;
Una mozione non fa primavera, verrebbe da dire. Me ne rendo conto, anche perché nella stessa mancano altri temi urgenti, come quelli del precariato universitario e degli enti di ricerca, di cui anche io mi sono occupata nei mesi passati. Qualcosa però sta cambiando e mi sembra giusto ricordarlo. La strada e’ ancora lunga ma si sta iniziando a percorrerla.
In Parlamento:
Ho sollecitato il Governo, attraverso la presentazione di una specifica interrogazione, rivolta al Ministro della giustizia, per fare chiarezza in merito alla situazione dei cd. precari della giustizia, lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, socialmente utili, disoccupati o inoccupati che, a partire dall’anno 2010, hanno partecipato a progetti formativi regionali o provinciali presso le strutture giudiziarie. La recente legge di stabilità ha stanziato ulteriori risorse per proseguire nel progetto formativo di perfezionamento ma, ad oggi, non sono state ancora messe in campo le misure attuative dirette a inserire nuovamente i tirocinanti nelle strutture giudiziarie.
In vista della costituzione delle classi per l’anno scolastico 2014/2015 ho sollecitato, tramite specifica interrogazione, il Ministero dell’istruzione a voler risolvere alcune problematiche inerenti il liceo sportivo di Camerino, consentendo l’apertura di più di una classe ordinamentale ed il riconoscimento della classe sperimentale avviata nell’anno scolastico 2013/2014, con ciò rispondendo in modo adeguato alle numerose richieste provenienti dagli studenti e dalle loro famiglie.
Facendo seguito ad una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale delle Marche, ho presentato, insieme ai colleghi Carrescia, Lodolini, Marchetti e Petrini, una interrogazione diretta a sollecitare il Governo a salvaguardare la presenza della sede RAI regionale in vista della riorganizzazione paventata dal piano di spending rewiev del Commissario Cottarelli.
Ho cofirmato il testo di due interrogazioni, presentate dalla collega di Commissione, Manuela Ghizzoni, relative a due problematiche che reputo particolarmente urgenti: una, relativa al comparto dell’Alta Formazione Artistica e musicale e agli intendimenti del nuovo ministro Giannini riguardo alla situazione del personale docente e tecnico amministrativo, da anni in attesa di disposizioni attuative relative al proprio reclutamento, l’altra inerente il tema dell’abilitazione scientifica nazionale per le funzioni di professore universitario di prima e seconda fascia e alle numerose controversie insorte dopo lo svolgimento della prima tornata concorsuale della abilitazione.
Mi piace segnalare la positiva risoluzione della questione relativa al ponte sul Torrente Fiastra (http://www.cronachemaceratesi.it/2014/03/29/il-guado-di-colbuccaro-sara-riparato-sbloccati-i-fondi-regionali-per-calamita/446277/) sul quale nel mese di gennaio avevo presentato una interrogazione rivolta al Ministero per autorizzare la Provincia di Macerata a derogare ai vincoli del patto di stabilità interno relativamente ai fondi stanziati per la riparazione del ponte, ormai inagibile a causa delle piogge che ripetutamente hanno colpito il territorio maceratese.
In Commissione:
Continua in Commissione Cultura, nell’ambito dello specifico Comitato ristretto, l’esame della proposta di legge relativa alla diffusione del libro e della lettura. La proposta costituisce un interessante punto di partenza per affrontare alcune tematiche, spesso vissute anche nel mio ruolo di assessora alla cultura, relative al ruolo della biblioteca come luogo di socializzazione e di incontro, alle trasformazioni che essa sta subendo in questi anni, all’emersione di nuove professionalità, agli impegni che gli Enti locali sono chiamati ad assumere. Attraverso l’audizione di esperti del settore stiamo acquisendo utili strumenti di lettura dell’esistente e di programmazione del futuro.
Il 1 aprile la Settima Commissione della Camera ha ascoltato l’illustrazione della prima parte delle linee programmatiche di mandato della Ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, relative alla scuola. Nelle prossime settimane la Ministra tornerà in Commissione per affrontare le tematiche relative all’Universita’. Vi segnalo di seguito il suo intervento (Linee Programmatiche del Ministro Stefania Giannini), mi piacerebbe ricevere vostri suggerimenti e contributi in vista del dibattito previsto successivamente.
Solo 70 anni.
Tanti sono gli anni passati dal tragico eccidio di Montalto. Meno di un secolo che ci separa da quel marzo del 1944 che vide la nostra provincia teatro di avvenimenti dolorosi che hanno avuto per protagonisti giovani e anziani, uomini e donne, impegnati a fronteggiare l’occupazione e le violenze nazifasciste inseguendo il sogno di un’Italia libera e democratica. Abbiamo celebrato la memoria di quei giovani lo scorso 23 marzo a Tolentino nel corso di una bella cerimonia, sinceramente partecipata, promossa dall’ANPI e dal Comune, con la partecipazione del senatore Ugo Sposetti.
Mi piace ricordare quell’avvenimento con le parole che il ventiduenne comandante Achille Barilatti scrive alla madre prima di morire:
” Mamma adorata, quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli ( la fidanzata, che lo incontrò prima di morire, nda) di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni. Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e a tutti i miei cari; muoio per l’Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste. Viva l’ITALIA LIBERA!! Achille”.