Editoriale
La Camera ha appena approvato il testo della nuova legge elettorale. Un provvedimento a lungo atteso, sicuramente perfettibile nel suo contenuto, frutto di un non semplice equilibrio tra alcune delle forze politiche presenti in Parlamento. Avevo già espresso la mia opinione nell’editoriale del mese di febbraio. Resto convinta delle osservazioni espresse allora e delle convinzioni manifestate rispetto a questioni importanti come la scelta degli eletti, le soglie di sbarramento e di accesso al ballottaggio. La bocciatura degli emendamenti relativi alla parità di genere ha rappresentato un vulnus grave e difficilmente
superabile proprio per un partito, come il Pd, che ha nella parità di genere uno dei principi fondativi della sua democrazia interna. Per questo e per gli altri motivi, rispettando il senso dell’accordo riformatore stretto con le altre forze politiche di maggioranza e opposizione, spero vivamente che al Senato – dove la legge approderà dopo il passaggio alla Camera – il Partito Democratico non abdichi a quel lavoro politico indispensabile per migliorare il contenuto del provvedimento. Non basta fare una semplice legge elettorale nuova per rendere governabile il sistema democratico, e’ necessario fare una buona legge che consenta finalmente al paese di superare l’eterna fase di transizione in cui vive da più di vent’anni.
Il mese appena trascorso ci consegna un altro dato politico significativo. Il rapido passaggio dal governo Letta al governo Renzi. Ho sostenuto con autentica convinzione il valore dell’esecutivo guidato da Enrico Letta e sono persuasa del fatto che, lungo il 2014, in concomitanza con il semestre di Presidenza europea, si sarebbero visti ulteriori risultati sul cammino dello sviluppo e del risanamento avviato dall’ex Vice segretario del Pd. Il nuovo esecutivo nasce forte dei tre milioni di cittadini che hanno votato alle primarie dello scorso dicembre e motivato da un’azione riformista, sia nel campo istituzionale che economico. Tante aspettative circondano questo governo di legislatura piena, impegnato in una sfida ambiziosa che tutti insieme, il suo leader, i ministri, l’intero gruppo parlamentare del Pd ed il gruppo dirigente, dobbiamo provare a centrare con serietà e competenza. Ci aspettano mesi di intenso lavoro. Speriamo siano positivi.
Lavoro Parlamentare:
Al di là delle vicende che animato la scena politica nel mese di febbraio, le Camere hanno continuato il loro lavoro, approvando alcuni importanti provvedimenti, tra i quali:
Destinazione Italia ( D.L. n. 145 del 23 dicembre 2013 convertito dalla Legge n.9 del 21 febbraio 2014), varato dal Governo Letta con l’obiettivo di rilanciare la competitività delle imprese in alcuni settori chiave attraverso misure incidenti su numerosi settori normativi, Ecco alcuni degli interventi messi a regime:
– Energia: contenimento del costo dell’energia per aumentare la competitività delle imprese. Il provvedimento mira ad un primo contenimento dei costi sulla bolletta elettrica a favore dei cittadini e delle imprese sia attraverso l’adeguamento delle tariffe, sia attraverso la rimodulazione degli incentivi alle fonti rinnovabili, per un risparmio che può essere stimato nell’ordine di circa 750-800 milioni di euro.
– Microimprenditorialità: incentivi a favore della microimprenditorialità giovanile e femminile per imprese produttrici di beni e fornitrici di servizi, inclusi i settori del commercio e del turismo. Si tratta di 300 milioni di euro da erogare come mutui agevolati per investimenti singoli non superiori a € 1.500.000, a tasso zero, per una durata massima di otto anni e per un importo superiore al 75% del totale. Le aziende dovranno essere composte per almeno la metà da soggetti in età compresa tra 18 e 35 anni e costituite da non più di 12 mesi.
– Riqualificazione produttiva di aree in crisi industriale: esteso il regime di finanziamenti agevolati collegato al piano di promozione industriale alle aree o ai distretti del paese interessati da fenomeni di crisi industriale diverse da quelle complesse, ma con impatto significativo su sviluppo e occupazione. Riconosciuta inoltre – grazie ad un emendamento presentato dai colleghi PD Beneamati, Giulietti, Lodolini e Petrini- la legittimità della vendita di aziende in esercizio nell’ambito del procedimento fallimentare, garantendo quindi stabilità a vendite che altrimenti potrebbero venire travolte, per iniziativa di qualsiasi creditore, con gravi riflessi sull’occupazione. L’emendamento potrà avere conseguenze importanti per il tessuto economico per i tanti lavoratori della ex Antonio Merloni riassorbiti dalla JP Industries, dal momento che il tribunale di Ancona dovrà tenere conto della nuova disposizione quando sarà chiamato ad esprimersi sul ricorso presentato dai commissari contro il blocco della vendita.
– Ricerca e sviluppo: istituito il credito di imposta per le imprese di piccole e medie dimensioni che investono in ricerca e sviluppo, attraverso la destinazione di 600 milioni di euro in tre anni a valere sulla prossima programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei.
– Internazionalizzazione delle imprese: incrementato, per la somma di 22.594.000 di euro, il Fondo per la promozione degli scambi e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese istituito presso l’ICE. Previste, inoltre, specifiche misure dirette le a facilitare le domande di visti d’ingresso e permesso di soggiorno per lavoratori extracomunitari coinvolti nelle startup innovative così come la liberalizzazione dell’ingresso in Italia per gli studenti universitari residenti all’estero.
– Buono-libri: costituito un fondo di 50 milioni di euro per gli anni dal 2014 al 2016 per l’acquisto di libri. Le scuole superiori distribuiranno agli studenti voucher per l’acquisto di libri di lettura (quindi non scolastici) con uno sconto del 19% nelle librerie che avranno aderito all’iniziativa. Le librerie recupereranno lo sconto agli studenti in sede di dichiarazione d’imposta.
– Tutela penale dell’ambiente: dopo la definitiva approvazione, lo scorso 5 febbraio del cosiddetto decreto “Terra dei fuochi”, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali, la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il testo unificato di numerose proposte di legge contenenti “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”. Io stessa ero stata relatrice del provvedimento nella Commissione Cultura ed Istruzione per le parti di competenza della stessa. Le nuove disposizioni consentiranno di fare un decisivo passo in avanti nell’azione di contrasto all’illegalità ambientale, attraverso l’introduzione nel nostro ordinamento di nuove fattispecie delittuose, incentrate sulla produzione di un danno all’ambiente, tra le quali i delitti di disastro ambientale, di inquinamento ambientale, di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività. La proposta di legge è fortemente orientata ad assicurare un rafforzamento della risposta sanzionatoria dello Stato nell’ipotesi in cui la criminalità ambientale sia frutto dell’azione di organizzazioni a delinquere e mafie.
Ulteriori approfondimenti relativi agli altri provvedimenti citati e alle ulteriori disposizioni approvate nel mese di febbraio ( Delega fiscale e Abolizione del Finanziamento pubblico ai partiti) sono consultabili sul sito internet www.deputatipd.it
In Parlamento:
In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi spesso con numerosi Enti Locali, tra i quali la Provincia di Macerata, sul tema del patto di stabilità ed, in particolare, sulla importante questione dell’edilizia scolastica e delle conseguenze derivanti dalla applicazione del patto agli interventi compiuti sulle scuole. E’ paradossale, infatti, che, a fronte di progetti di consolidamento, anche cofinanziati da risorse statali, gli Enti Locali si trovino impossibilitati a spendere le proprie risorse a causa dei vincoli discendenti dal patto di stabilità.
Proprio per provare ad ovviare a questa difficile situazione, ho presentato, in sede di conversione in legge del cd. Decreto Mille proroghe, uno specifico emendamento ed un successivo ordine del giorno diretti a sollecitare il Governo a valutare l’opportunità di adottare misure idonee ad escludere i pagamenti destinati a garantire una maggiore sicurezza e solidità strutturale degli edifici scolastici, dai limiti del Patto di stabilità interno degli enti interessati, per la quota di rispettiva competenza.
Sto, inoltre, seguendo con attenzione il recente processo di riforma della struttura, centrale e periferica, del Ministero dei Beni e Attività Culturali. Il provvedimento, adottato lo scorso 28 febbraio in Consiglio dei Ministri, rischia di produrre gravi conseguenze per la nostra realtà regionale, prevedendo in tutte le regioni, ad eccezione di cinque, tra cui le Marche, Uffici dirigenziali di livello generale. Una sorte che accomuna Basilicata, Friuli, Molise ed Umbria cioè a regioni più “piccole” ma, come le Marche, ricche di storia e di un patrimonio culturale e artistico di grande valore. La perdita di un dirigente generale priverebbe il territorio regionale di autonomia tecnica e scientifica, negandogli qualsiasi specificità e riconducendo la struttura locale alla diretta dipendenza della Direzione Generale del Ministero, con gravi conseguenze funzionali nella tutela del patrimonio paesaggistico, artistico e culturale della nostra regione. Si tratta di una situazione da monitorare con grande attenzione e per la quale sarà necessaria la collaborazione di tutte le istituzioni,delle forze politiche e associative delle Marche perché condividano un forte impegno a difesa dei beni culturali della nostra regione.
In Commissione:
Prosegue il mio lavoro di relatrice delle proposte di legge,presentate dagli onorevoli Piccolo e Bossa relative alla soppressione dell’istituto ” SS. Trinità e Paradiso” di Vico Equense e trasferimento del relativo patrimonio al Comune di Vico Equense con specifiche finalità culturali. Interessante ed utile è stato il lavoro istruttorio condotto, nel mese appena trascorso, per acquisire, presso l’Istituto SS. Trinità e presso il Comune di Vico Equense, la documentazione occorrente per consentire alla Commissione di completare l’iter del provvedimento e di garantire, in particolare, la piena tutela dell’interesse pubblico e l’inalienabilità ed indivisibilità dello storico patrimonio immobiliare di proprietà dell’istituto in corso di soppressione da destinare al Comune di Vico Equense con finalità culturali a servizio della comunità cittadina.
E’, inoltre, iniziato in Commissione l’esame di un importante proposta di legge, relativa alla diffusione del libro e la promozione della lettura, presentato dagli onorevoli Giordano, Fratoianni e Costantino e sottoscritto da tutto il gruppo del Partito Democratico (vedi testo). Al suo interno sono contenute numerose disposizioni meritevoli di attenzione e miglioramento. Mi piacerebbe ricevere da voi riflessioni e suggerimenti in proposito, che riporterò all’interno del Comitato ristretto, formato da alcuni dei componenti della Commissione Cultura, costituito per esaminare e approfondire il testo di legge.
Il mio 8 Marzo
“Vogliamo il pane, ma anche le rose”, recitava uno slogan delle operaie americane in sciopero nel 1912. Lo volevano allora e lo vogliamo anche noi, bisnipoti, cent’anni dopo, rivendicando parità, dignità, rispetto e, si, anche poesia. Certo molte cose sono cambiate da allora, ma il percorso da compiere è ancora lungo e difficile se proprio l’8 marzo, in concomitanza con una bellissima e significativa cerimonia durante la quale il Capo dello Stato ha insignito dell’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana donne straordinarie come Lucia Annibali e Franca Viola, tre donne sono state uccise dai loro compagni.
Qualcosa non va se 90 parlamentari devono prendere carta e penna e scrivere ai leader politici per chiedere l’introduzione del principio dell’alternanza di genere nella formazione delle liste elettorali. Qualcosa non va forse perché – scusate la brutalità, ma inizio a pensare che il motivo sia solo questo- per tanti colleghi un posto previsto per una donna in una lista è, di fatto, un posto sottratto ad un uomo e non uno strumento per consentire alla società italiana di fare dei significativi passi in avanti. Tanti colleghi – non tutti – mi piace precisare, perché anche molti uomini stanno sostenendo ed incoraggiando il cambiamento culturale della società italiana.
Scrivo queste parole di ritorno da due interessanti iniziative, a cui ho preso parte, a Macerata e a Civitanova Marche, in occasione dell’8 marzo. Due incontri, intitolati ” Nel paese che vorrei. Le donne cambiano il mondo”, promossi insieme ai Giovani Democratici e alle coordinatrici donne Pd cittadine e provinciali, a cui hanno preso parte la Vice Presidente della Provincia, Paola Mariani, e la Vice Presidente della Fondazione Iotti, Francesca Russo. Occasioni durante le quali si è parlato di donne, di istituzioni, di “leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia” e di una straordinaria protagonista della nostra Repubblica, Nilde Iotti, prima donna Presidente della Camera dei Deputati, consapevoli del fatto che la rivendicazione della parità non è una battaglia corporativa o da riserva “rosa”. E’, al contrario, l’attuazione coerente di una visione della democrazia nella quale tutti i cittadini e le cittadine devono poter godere di uno stesso diritto di contare e essere contati, di votare ed essere votati, senza strategie truffaldine che vanifichino il principio mentre lo proclamano. Non basta assicurare, come fanno alcuni partiti, che le disposizioni interne assicureranno ugualmente tale principio, perché, proprio nel momento in cui si affronta organicamente la questione elettorale, è necessario far si che il principio paritario sia applicato in modo generale ed universale.
Per citare la frase di un movimento che pochissimi anni fa ha riportato con forza e trasversalmente la questione femminile all’attenzione dell’opinione pubblica: “Se non ora, quando?”
…la bocciatura, a voto segreto, dei tre emendamenti relativi alla parità di genere risponde nel modo più amaro a questo interrogativo.