Newsletter n°10 del 14 Luglio 2014

Io vorrei sottolineare che siamo qui per una testimonianza e un impegno di pace che significa testimonianza e impegno di amicizia. Perché la pace non è solo assenza di guerra, la pace è cooperazione, è comunanza di sforzi, è solidarietà, e il presupposto di ciò è l’amicizia che stiamo costruendo, che abbiamo ricostruito tra i nostri popoli dopo che furono atrocemente divisi nella prima e nella seconda guerra mondiale.

Presidente Pahor, lei ha detto che ci separano, me e lei, più generazioni e penso che ce ne separi anche qualcuna di più dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Però condividiamo ideali comuni, impegni comuni ed è straordinario come questa mattina abbiamo attraversato quella che era la frontiera tra Italia e Slovenia senza accorgercene, possiamo parlare quasi di una ex frontiera. Sono momenti importanti che forse non siamo riusciti a trasmettere anche ai giovani e all’immaginario collettivo delle giovani generazioni. Nel 1997 io, da Ministro dell’Interno del governo italiano, ero alla frontiera del Brennero insieme con il Ministro dell’Interno del governo austriaco e insieme rimuovemmo la barriera che segnava il confine tra Italia e Austria, e un tempo tra Italia e impero austroungarico. Ebbene, quelle frontiere sia tra Italia e Slovenia, sia tra Italia e Austria sono state attraversate da eserciti due volte nel corso del Novecento, nel corso del secolo passato, e attraversate da eserciti che si sono atrocemente combattuti in tutte le forme, dalla terra al cielo, e che si sono addirittura combattuti attraverso – lo ricordava ieri uno studioso italiano – spaventosi corpo a corpo tra uomini che nulla sapevano l’uno dell’altro, e che erano tesi ciascuno a salvarsi dall’altro con le baionette che cercavano di far penetrare nel corpo dell’avversario. Sono immagini agghiaccianti anche soltanto ad evocarle. Ora tutto questo appartiene al passato e lo possiamo dire perché insieme siamo in una famiglia comune che è quella dell’Europa unita, che è quella dell’Unione europea. Volevo soltanto aggiungere che sono oramai trascorsi molti decenni da quando nel 1957 a Roma furono firmati i trattati istitutivi della Comunità europea e ricordo i dibattiti difficili di quel momento anche nel Parlamento italiano. Io ero già deputato in quel momento e da allora di strada ne abbiamo fatta tantissima, tra molti alti e bassi perché la costruzione europea ha conosciuto anche molti momenti difficili, nessuno forse così grave come il periodo che stiamo vivendo da 7-8 anni, ma ha saputo superare nel passato crisi che erano essenzialmente nei rapporti politici tra gli Stati membri e supererà questa più profonda crisi che ci ha colpito negli ultimi anni e di cui soffriamo, soffrono le nostre economie, le nostre società, le nostre popolazioni ancora le conseguenze. Da quando sono stati firmati quei trattati di Roma noi abbiamo fatto molta strada e siamo consapevoli dei limiti e delle insufficienze che ha presentato la costruzione europea.

Oggi poniamo problemi seri anche di cambiamento, di correzione nelle politiche e nelle istituzioni dell’Unione europea ma guai a mettere in discussione il principio dell’unità e dell’integrazione che è principio di pace, di solidarietà e di amicizia. Penso che saremo uniti noi italiani e sloveni, caro Presidente Pahor, nel fare la nostra parte per trasformare, nella misura e nel modo in cui è necessario e giusto, l’Unione europea, ma essendo fermissimi nel reagire a qualsiasi tentazione distruttiva, a qualsiasi rischio di dissoluzione di questo patrimonio che abbiamo via via costruito e che consideriamo irreversibile nell’interesse della pace e dei nostri popoli.”.

Il decreto IRPEF

DecretoIRPEF 0

La Camera ha approvato in via definitiva il testo del cd. Decreto Irpef, relativo a competitività e giustizia sociale. Si tratta, come si sa, del celebre provvedimento che ha disposto il taglio del cuneo fiscale per le famiglie, ovvero il riconoscimento di un credito di 640 euro (80 euro per 8 mesi), per ora limitatamente all’anno 2014, ai percettori di redditi fino a 24.000 euro lordi annui. Il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 26.000 euro. Destinatari sono i redditi da lavoro dipendente e assimilati ovvero quelli da cassa integrazione, da mobilità e indennità di disoccupazione. Rinviata alla prossima legge di stabilità la trasformazione di questa misura da temporanea in permanente, come l’adozione di altri provvedimenti che avvantaggino le famiglie numerose e monoreddito. La riduzione del cuneo fiscale a vantaggio delle famiglie trova anche una corrispondenza per quanto riguarda le imprese attraverso la riduzione complessiva e strutturale del 10% delle aliquote IRAP per il periodo successivo al 31 dicembre 2013.

A questo primo ma significativo alleggerimento del carico fiscale sulle famiglie e le imprese, corrisponde un aggravio sulle rendite finanziarie le cui ritenute passano dal 20 al 26% a partire dal 1° luglio 2014.

Oltre a questa ben nota misura, il provvedimento ha seguito altre due linee direttrici:

il taglio della spesa pubblica, (spending review)

il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili vantati dal sistema delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Il senso complessivo è quello di riscrivere il contratto sociale tra Stato e cittadini per un verso puntando sull’efficienza e la riforma degli apparati pubblici, per un altro avviando un sostanzioso e ambizioso processo di redistribuzione, a cui si affianca un imponente, e sicuramente non semplice, processo di riduzione dei costi della macchina amministrativa pubblica, ottenuto attraverso una riduzione di 2,1 miliardi di Euro di spese per appalti di beni e servizi nella Pubblica Amministrazione, cifra a cui si arriverà tramite l’imposizione di un contributo obbligatorio a carico di Regioni, Comuni, Province e Amministrazioni centrali.

Altri 240 milioni di risparmi arriveranno dai ministeri e Presidenza del Consiglio per il solo anno 2014 che si sommano ai 710 milioni già previsti dalla legge di stabilità 2014. A questa cifra si arriverà attraverso la riorganizzazione dei ministeri, da adottare attraverso DPCM entro il 15 luglio 2014. Riguardo al contenimento della spesa degli organi di rilievo costituzionale il testo dispone che la Presidenza della Repubblica, il Senato, la Camera dei deputati e la Corte costituzionale dovranno ridurre le proprie spese per l’anno 2014 di 50 milioni mentre la Corte dei conti, il Consiglio di Stato, i TAR, il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia dovranno concorrere ai risparmi per 5 milioni e 305mila euro, per l’anno 2014.

Il decreto interviene, infine, riguardo al tema importante del pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, disponendo che le risorse del Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti certi liquidi ed esigibili, non erogate nelle istanze precedenti, vengono attribuite e poste nella disponibilità della sezione denominata “enti locali”. La medesima sezione del Fondo viene dotata di 2 miliardi di euro per favorire il pagamento dei debiti maturati al 31 dicembre 2013 da parte di società ed enti partecipati dagli enti locali. Altri 6 miliardi di euro di anticipazioni nel Fondo per assicurare la liquidità dei pagamenti debiti certi liquidi esigibili contratti da regioni ed enti locali entro il 31 dicembre 2013.

Il provvedimento inserisce, infine, una importante disposizione in ordine all’edilizia scolastica ( tema centrale dell’azione di Governo): le spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica, fino ad un massimo di 122 milioni di euro per ciascun anno 2014 e 2015 saranno escluse dal patto di stabilità. Il CIPE è autorizzato ad assegnare ulteriori 300 milioni di euro per la riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche.

PROVVEDIMENTO ESODATI

Esodati

Lo scorso 3 luglio la Camera ha approvato un provvedimento importante ed atteso, frutto del lavoro congiunto di Governo e Commissione Lavoro, a cominciare dal suo Presidente Cesare Damiano. Si stabilisce, infatti, la copertura finanziaria per sanare la posizione di altri 32mila esodati che potranno andare in pensione sulla base dei requisiti precedenti la riforma Fornero e ne beneficeranno coloro che sono rimasti senza lavoro e senza pensione prima della riforma (anche se avevano – novità – un contratto a tempo determinato) e che matureranno i requisiti precedenti alla Fornero entro il 6 gennaio 2016 (e non più entro il 6 gennaio 2015, come prevedevano le precedenti salvaguardie). Questo “anno in più”, e l’estensione della tutela anche ai lavoratori a tempo determinato, allargherà la platea, portando a 170.000 il totale dei salvaguardati dal 2012 ad oggi.

Si tratta di un intervento che costituisce un passo avanti e il cui finanziamento è reso possibile sia grazie alle economie conseguite a seguito delle minori domande di pensionamento che si sono registrate rispetto alle stime sia grazie alla quota del Fondo occupazione stanziata dal Ministero del lavoro. Il costo complessivo per questo ulteriore provvedimento è stimato in 2.037 milioni di euro nel periodo 2014-2022.

Il Pd aveva presentato una proposta strutturale che secondo INPS e Ragioneria dello Stato aveva un costo complessivo di 47 miliardi, non realizzabile per il momento. Si è usciti dall’Aula della Camera con 32.100 persone salvate dalla povertà. Il provvedimento non sana altre situazioni ancora pendenti, come quelle dei macchinisti ferroviari e dei cd. quota 96, insegnanti e dipendenti ATA che avrebbero dovuto andare in pensione entro il 1 settembre 2012, ma bloccati dalla riforma Fornero, per i quali, come assicurato dal Governo in Aula, sarà inserito uno specifico emendamento al decreto Pubblica Amministrazione volto a sanare la posizione di circa 4 mila insegnanti, come stimati dal ministero dell’Istruzione, che potrebbero fare domanda per andare in pensione entro la fine di agosto, permettendo così ad altrettanti giovani insegnanti di entrare finalmente nel mondo della scuola a tempo indeterminato.

In ogni caso, Il ministro Poletti, illustrando la sua proposta, ha comunque annunciato l’intenzione del Governo di predisporre, in occasione delle legge di stabilità, una misura strutturale che superi il problema e che esca dalla logica delle salvaguardie parziali.

IN PARLAMENTO E NON SOLO

Quello appena trascorso è stato un mese intenso di incontri ed iniziative sul territorio e a Roma e di impegno parlamentare.

Ho presentato un’interrogazione, rivolta al Ministro dell’Istruzione, diretta a verificare il possibile svolgimento dei campionati studenteschi di hockey. Si tratta di una questione, che può sembrare minimale, ma che mi è stata sollecitata da alcune studentesse della scuola media Fermi di Macerata, incontrate nel corso di un’iniziativa promossa dall’Istituto, qualificatesi a livello locale nella disciplina e impossibilitate a svolgere i campionati nazionali a causa del taglio, disposto dal Coni, di tali competizioni per mancanza di risorse. La pratica sportiva, al di là del suo aspetto agonistico, ha un ruolo importante e fondamentale nel processo di crescita e formazione dei ragazzi e proprio per questo motivo ho ritenuto importante sollecitare il Ministero, spesso intervenuto per cofinanziare tali manifestazioni, a prendere consapevolezza della questione e voler offrire possibili soluzioni (vedi testo).

Oltre a questo, ho sottoscritto una ulteriore interrogazione, presentata dalla collega Alessandra Terrosi, relativa al taglio di alcune linee ferroviarie sulla tratta Orte- Roma che coinvolgono anche i treni provenienti dalla regione (vedi testo).

E’ stato un mese particolarmente intenso, dicevo, fatto di incontri importanti relativi a problematiche del nostro territorio, penso, in particolare, al trasporto pubblico e alla difficile situazione finanziaria dei nostri Enti Locali. A questo proposito, insieme ai colleghi del Pd, Amati, Carrescia, Lodolini, Morani e Preziosi ho incontrato il Ministro delle Infrastrutture Lupi per fare il punto sulle criticità del trasporto ferroviario sulla linea Ancona- Roma e sulla necessità di prevedere un fondo perequativo per il riparto del Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale che, allo stato attuale, distribuisce le risorse in modo penalizzante per la nostra Regione.

Pochi giorni fa, insieme al Presidente della Provincia di Macerata, Pettinari, e all’assessore al Bilancio, Palombini, ho incontrato il sottosegretario all’Economia Legnini per sottoporgli la grave situazione che riguarda le Province ed il tema dell’edilizia scolastica e del patto di stabilità. Pur avendo disponibilità di risorse finanziarie per investire nelle scuole di propria competenza, la Provincia si trova nella concreta impossibilità di avviare tali progetti a causa degli stringenti vincoli del patto. Si tratta di una questione determinante per la sicurezza e la qualità dell’offerta scolastica che il sottosegretario sta seguendo a livello generalizzato, d’intesa con il Ministro degli Affari regionali, Lanzetta.

Accanto a questi impegni, ho preso parte, lo scorso 3 luglio, alle iniziative celebrative del 165°anniversario della caduta della Repubblica Romana del 1849, promosse dall’Associazione Mazziniana Italiana. In particolare, ho partecipato, come relatrice, alla presentazione, presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, del libro di Giuseppe Monsagrati ” Roma senza il Papa”( vedi locandina). Si tratta di un volume importante e coinvolgente, dallo stile fluido, che segue l’evolversi degli eventi legati alla Repubblica del 1849 e alla sua Costituzione. Un tema che mi è particolarmente caro, come saprete, e che ha offerto, anche in questo caso, l’opportunità di divulgare il senso e la forza di un’esperienza strettamente legata alla nostra storia e alla nostra Costituzione.

IN COMMISSIONE: DECRETO CULTURA

Come anticipato nello scorso numero della newsletter, la settima Commissione e’ stata impegnata per tutto il mese di giugno nella conversione del decreto legge Cultura e Turismo, approvato pochi giorni fa ed ora sottoposto all’esame del Senato.

E’ stato un lavoro impegnativo ed appassionante, fatto di incontri ed audizioni con istituzioni, esperti, associazioni del settore che hanno suggerito possibili soluzioni emendative e migliorative del provvedimento. Grazie ad un lavoro costruttivo che ha coinvolto tutte le forze politiche presenti – di maggioranza e di opposizione- si è giunti all’approvazione di soluzioni migliorative rispetto al testo iniziale che potenziano gli effetti del provvedimento.

SlideCultura

Il decreto-legge presenta un contenuto articolato ma sostanzialmente omogeneo e introduce strumenti concreti ed operativi per sostenere il patrimonio culturale e rilanciare il settore turistico, un comparto strategico, che possiede delle enormi potenzialità di crescita e che può dare un contributo fondamentale per lo sviluppo economico ed il lavoro. Come ha ribadito in più occasioni il Ministro Franceschini, i beni culturali sono “ossigeno per le menti, l’anima e anche per l’economia”.

Con questo provvedimento, il Governo si muove in due direzioni: da un lato la tutela e la conservazione del patrimonio artistico italiano, dall’altro un incentivo alla ristrutturazione e digitalizzazione delle strutture ricettive in vista di un globale rilancio del settore turistico. Con il nuovo “Art Bonus” vengono introdotti meccanismi più semplici ed efficaci di agevolazione fiscale per le erogazioni liberali riguardanti i beni culturali. Sarà detraibile il 65% delle donazioni che le singole persone e le imprese faranno in favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, teatri e fondazioni lirico-sinfoniche. Anche le strutture turistiche potranno contare su significativi tax credit, pari al 30% delle somme investite in interventi di ristrutturazione, ammodernamento e digitalizzazione. Si interviene inoltre con interventi urgenti per la realizzazione del Grande Progetto Pompei e per la tutela e la valorizzazione della Reggia di Caserta, nonché per la tutela del decoro dei siti culturali e l’organizzazione ed il funzionamento delle fondazioni lirico-sinfoniche. Vengono introdotte misure di semplificazione in materia di beni culturali e paesaggistici e di adempimenti burocratici, al fine di favorire l’imprenditorialità turistica. Si opera, infine, la trasformazione di ENIT in ente pubblico economico.

Nello specifico, anche alla luce delle audizioni condotte, ho presentato, anche insieme ai colleghi Pd della settima Commissione, alcuni emendamenti al testo. Mi piace segnalare, in particolare, quelli diretti ad esentare dagli oneri SIAE gli eventi con meno di 200 spettatori così da facilitare lo svolgimento di iniziative di piccole e medie dimensioni, spesso promosse da associazioni,e quelli volti ad ampliare la platea dei possibili beni destinatari delle donazioni beneficiarie del cd. art bonus (estendendone l’applicazione non solo ai beni di proprietà degli enti pubblici ma anche ai beni di enti di diritto privato di controllo pubblico o di proprietà di onlus con finalità culturali) in questo modo ricomprendendo beni destinati di fatto alla pubblica fruizione (penso ai monumenti di proprietà del Fai e restituiti in questi anni all’uso pubblico).

Il governo ha, inoltre, accolto un ordine del giorno da me presentato relativo al Piano strategico Grandi Progetti Culturali, previsto all’art.7 del decreto, diretto a favorire un recupero generale e complessivo dei beni culturali di proprietà pubblica, statale o degli Enti Locali. Proprio perché i beni coinvolti nel Piano potrebbero anche essere di proprietà dei Comuni il mio ordine del giorno ha inteso impegnare il Governo a valutare la possibile esenzione degli enti coinvolti dai vincoli del patto di stabilità per le quote di cofinanziamento del piano. Una misura che reputo importante e necessaria per poter consentire alla misura di produrre gli effetti auspicati.

E’ stato un mese bello e faticoso. Ma ne valeva la pena.

E infine…

La cultura e’ quella bussola che può consentirci di rialzarci e di decidere in quale direzione guidare il paese. ” Le fiabe- ha detto Chesterton- non raccontano ai bambini che i draghi esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti” . La cultura e’ questo: non racconta solo quello che siamo stati, ci offre la chiave per leggere il nostro presente e tracciare una possibile e concreta linea di azione..

E’ la frase conclusiva del mio intervento alla Camera sul nuovo Decreto Cultura. Penso riassuma bene il senso di questo provvedimento. Se volete leggerlo per intero cliccate qui ( vai al video su sito Camera).