Newsletter n°11 del 15 Settembre 2014

Veniamo da settimane in cui si sono succedute cifre e parole allarmanti: deflazione, recessione, un Pil sostanzialmente fermo ed una crescita che stenta ad arrivare. Dati che richiedono ora, alla ripresa dei lavori parlamentari, uno straordinario impegno da parte del Governo e delle Camere. I primi risultati conseguiti, illustrati nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio, sono importanti, ma vanno consolidati, in uno sforzo congiunto e riformista, che consenta all’economia di riprendere il suo cammino. L’orizzonte temporale per cambiare è quello dei 1000 giorni, in un’ottica che adotti il progetto del “passodopopasso” ( l’unica, a mio avviso, in grado di portare realmente a risultati utili e duraturi) per riformare il Paese in settori chiave come il mondo del lavoro, la giustizia, la scuola.

E’ il momento di provvedimenti concreti in questi settori, in un processo che, partendo dall’iniziativa del Governo, dovrà coinvolgere i gruppi parlamentari, i corpi intermedi ( del cui apporto, ritengo, non si possa fare a meno, ferme restando i differenti compiti e la necessità di decidere), il Partito Democratico nella sua interezza perché il momento in cui viviamo esige il contributo concreto di tutti, nessuno escluso perché, come ha detto lo stesso Matteo Renzi, “se l’Italia deve cambiare nessuno può chiamarsi fuori”.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Nei convulsi giorni che hanno preceduto la chiusura agostana delle Camere è passata quasi sotto silenzio l’approvazione, dopo circa trent’anni dalla precedente, di una nuova legge sulla cooperazione internazionale. Dopo tre tentativi in sei legislature si è giunti finalmente a una proposta di legge frutto di un eccellente lavoro parlamentare e dell’iniziativa e determinazione dei governi della XVII legislatura, che rappresenta la massima sintesi possibile tra le forze politiche.

Tra le più significative innovazioni introdotte la nuova legge prevede un piano del governo di rientro nei parametri internazionali di impegno finanziario per la cooperazione, oggi clamorosamente disattesi, e la costituzione di un sistema unitario della cooperazione italiana, oggi disperso in mille rivoli nazionali e locali, sotto la regia del titolare della Farnesina, che assume la denominazione di ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, affiancato da uno specifico viceministro degli Esteri dedicato alla cooperazione, così’ rendendo la cooperazione allo sviluppo da parte “integrante” della politica estera dell’Italia, secondo la lettera della legge n. 49 del 1987, a parte “qualificante” della medesima. Il testo ridefinisce quindi i criteri cui riportare le iniziative di cooperazione, spesso contraddistinte da un elevato tasso di autoreferenzialità, che dovranno da ora rispettare i principi di efficacia concordati a livello internazionale.

Tutto il provvedimento è improntato ad assicurare una coerenza cogente tra principi generali della cooperazione e i comportamenti concreti delle imprese e di altri attori della cooperazione italiani all’estero, coerenza cui hanno spesso richiamato le raccomandazioni delle Nazioni Unite.

Il nuovo status assunto dalla cooperazione comporta una serie di nuovi passaggi e procedure; tra questi vi è l’approvazione entro il 31 marzo di ogni anno da parte del Consiglio dei ministri del Documento triennale di programmazione e di indirizzo che individua le linee e le strategie generali della cooperazione, presentato dal Ministro degli esteri e della cooperazione di concerto con quello dell’economia. Al documento viene allegata una Relazione annuale sulle attività di cooperazione svolte nell’anno precedente che dà conto dei risultati conseguiti e del contributo finanziario del nostro Paese, dei criteri di efficacia, economicità, coerenza e unitarietà adottati, della ragione sociale delle aziende e delle organizzazioni che hanno beneficiato di tali erogazioni nonché del ruolo e delle retribuzioni dei funzionari. Si compie quindi un fondamentale passo avanti nella definizione di un sistema trasparente di regole e responsabilità.

Il testo prevede inoltre una Istituzione finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo come “braccio operativo” all’interno della Cassa Depositi e Prestiti, una sorta di Banca della cooperazione allo sviluppo. Un simile strumento, oltre a valutare i profili finanziari delle iniziative di cooperazione ed erogare i crediti rivolti alle imprese italiane impegnate in progetti di cooperazione, potrà sviluppare accordi con organizzazioni finanziarie europee o internazionali e partecipare a programmi di cooperazione dell’Unione europea in modo tale da rendere il sistema italiano finalmente integrato e connesso con i flussi e i progetti che transitano a livello continentale e globale. Saranno così notevolmente potenziate le possibilità di coinvolgimento e attivazione di esperienze, professionalità e progettualità della cooperazione italiana, provando a superare vecchie divisioni che opponevano pubblico e privato oppure privato non profit a privato profit ridando all’intero Paese l’identità e il ruolo di grande attore internazionale e promotore dello sviluppo globale.

EUROPA CREATIVA

Il Senato ha convertito, lo scorso luglio, il decreto legge dedicato alla cultura, illustrato nel precedente numero della newsletter. Un provvedimento importante per continuare nell’azione, già intrapresa in questa legislatura con il Decreto Bray, di riportare la cultura al centro dell’azione di Governo. Per fare questo un contributo determinante potrà venire anche dalla nuova programmazione dei fondi europei e, tra gli altri, dal programma Europa Creativa.

Un programma che può rappresentare un contributo concreto allo sviluppo del settore e delle cd. imprese creative ed in cui, sarà, ritengo, estremamente importante la collaborazione reciproca tra privati ed istituzioni.

È aperto l’invito a presentare progetti di cooperazione europea, finanziati nell’ambito del Programma Europa Creativa 2014-2020. Rivolto alle Pmi del settore culturale, il bando ha una dotazione finanziaria di 38 milioni. Le imprese, ma anche gli enti pubblici, le associazioni e le istituzioni culturali, le fondazioni e le case editrici, università e centri di ricerca, network culturali europei ed osservatori culturali internazionali, avranno tempo fino al 1° ottobre per presentare domanda di accesso ai finanziamenti. A patto che facciano “rete” con un’alleanza tra Paesi diversi per far circolare la cultura.

Le priorità in termini di rafforzamento della capacità dei settori culturali e creativi di operare a livello transnazionale sono le seguenti:

– supportare azioni che forniscano agli operatori culturali e creativi competenze, capacità e know-how adeguati a contribuire al rafforzamento dei settori culturali e creativi, anche promuovendo l’adattamento alle tecnologie digitali, collaudando approcci innovativi per lo sviluppo del pubblico e sperimentando nuovi modelli imprenditoriali e gestionali;

– sostenere azioni che consentano agli operatori culturali e creativi di collaborare a livello internazionale e di internazionalizzare le loro carriere e attività, nell’Unione europea e non solo, ove possibile mediante strategie di lungo termine;

-fornire sostegno per rafforzare le organizzazioni culturali e creative in Europa e la collaborazione in rete a livello internazionale, al fine di facilitare l’accesso alle opportunità professionali.

Le priorità ai fini della promozione della circolazione e della mobilità transnazionali sono le seguenti:

– sostenere attività culturali di respiro internazionale quali mostre, scambi e festival;

– supportare la circolazione della letteratura europea onde garantire la più ampia accessibilità possibile;

– sostenere lo sviluppo del pubblico come strumento per stimolare interesse nei confronti delle opere culturali e creative europee, oltre che verso il patrimonio culturale tangibile e intangibile, nonché per migliorare l’accesso a tale patrimonio. Scopo degli interventi di sviluppo del pubblico è aiutare gli artisti/operatori culturali europei e le loro opere a raggiungere un pubblico il più possibile ampio in Europa ed estendere l’accesso alle opere culturali da parte dei gruppi sottorappresentati. Tali interventi si prefiggono inoltre l’obiettivo di aiutare le organizzazioni culturali ad adeguarsi alla necessità di rapportarsi con il pubblico in maniera nuova e innovativa, sia per mantenere il pubblico esistente che per acquisire nuovo pubblico, ma anche per diversificarlo, raggiungendo i soggetti che non rientrano nel target tradizionale delle iniziative culturali (ad esempio bambini e anziani), e per migliorare l’esperienza del pubblico di oggi e di quello futuro, intensificando il rapporto instaurato.

A seconda della portata, dei bisogni, della natura, degli obiettivi e delle priorità del progetto, i candidati dovranno decidere se presentare una proposta per:

1) “Progetti di cooperazione su piccola scala” che prevede la presenza di un responsabile del progetto e di almeno altri due partner stabiliti in almeno tre diversi Paesi che partecipano al programma “Europa creativa”–sottoprogramma Cultura. La candidatura deve richiedere al massimo 200mila euro, pari a non più del 60% del bilancio ammissibile.

2) “Progetti di cooperazione su ampia scala” che prevede la presenza di un responsabile del progetto e di almeno altri cinque partner stabiliti in almeno sei diversi Paesi che partecipano al programma “Europa creativa”–sottoprogramma Cultura ed è soggetta a una candidatura che richieda al massimo 2 milioni di euro pari a non più del 50% del bilancio ammissibile.

Le condizioni dettagliate per la candidatura figurano nelle guide specifiche di ciascun progetto, disponibili sul sito https://eacea.ec.europa.eu.

Informazioni possono essere richieste presso il Cultural Contact Point Italy ( Ccp Italy) http://www.ccpitaly.beniculturali.it/

DIAMO I NUMERI

Alla ripresa dei lavori d’aula penso sia importante offrire qualche cifra aggiornata sulla mia esperienza parlamentare, premettendo- ovviamente- che i numeri non rendono da soli il senso e la portata dell’impegno reso da un parlamentare. In un’ottica di trasparenza mi piace però pubblicare un breve resoconto di quanto fatto, fino ad oggi, nel 2014.

Presenze 93,94% ( 5198 votazioni su 5545)

Atti di cui mi sono occupata

Disegni di legge: 91 /Mozioni: 24 /Interrogazioni: 55/ Interpellanze: 17/ Risoluzioni: 13/ Ordini del giorno in assemblea: 50/ Emendamenti: 179

Nel primo semestre del 2014 sono stata relatrice in Commissione sui seguenti provvedimenti:

  • Proposta di legge relativa all’estinzione dell’Istituto SS. Trinità di Vico Equense e trasferimento del patrimonio al Comune di Vico Equense.
  • Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente e l’azione di risarcimento del danno ambientale, nonché delega al Governo per il coordinamento delle disposizioni riguardanti gli illeciti in materia ambientale. Testo unificato C.957 Micillo e abb.
  • Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Nuovo testo unificato C.731 Velo e C.1588 Governo
  • Decreto del Ministero per i Beni, le Attività Culturali ed il Turismo relativo alla ripartizione, per l’anno 2014, dei contributi a favore di associazioni, enti, istituti e fondazioni riconosciute dallo Stato.

Mi piace ricordare alcuni specifici temi, che ho seguito in modo più approfondito, su cui potete trovare una documentazione più dettagliata all’interno del sito internet www.irenemanzi.it , e nei numeri della newsletter.

  • Finanziamento Istituti Musicali Pareggiati e situazione dell’Alta Formazione Artistica e Musicale
  • Archivi e istituti culturali e definizione di criteri relativi alla contribuzione a favore degli istituti culturali
  • Sostegno e promozione iniziative in memoria della Prima Guerra Mondiale
  • Riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo
  • Sblocco del turn over negli Enti di Ricerca
  • Tutela del personale tecnico ed ausiliario ed amministrativo (ATA), in servizio nelle istituzioni scolastiche, transitato dagli Enti Locali nei ruoli dello Stato
  • Introduzione di corsi di primo soccorso presso gli istituti scolastici secondari di primo grado e superiore
  • Problematiche relative al trasporto ferroviario e alla mobilità nella regione Marche
  • Interventi di tutela dei territori colpiti dalle calamità e dagli eventi alluvionali del maggio 2014
  • Problematiche conseguenti all’applicazione del bonus maturità, relativo all’accesso nelle facoltà universitarie a numero chiuso
  • Sblocco delle risorse relative alla Cassa integrazione in deroga
  • Problematiche conseguenti all’applicazione del patto di stabilità negli Enti Locali e interventi volti a prevederne l’esclusione per specifiche voci di spesa (edilizia scolastica, interventi su beni culturali)
  • Tutela del personale delle Amministrazioni provinciali interessato dal processo di riordino delle funzioni degli enti
  • Inquadramento e trattamento dei precari della giustizia
  • Questioni relative alla possibile soppressione delle sedi regionali RAI
  • Problematiche relative al riordino delle Camere di Commercio

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Già nella scorsa newsletter avevo ricordato l’anniversario della Prima Guerra Mondiale, un conflitto, figlio del populismo e del nazionalismo, che spezzò nel fango e nell’orrore delle trincee il futuro di una generazione, cambiando il futuro dell’Europa e del mondo. Un avvenimento che dovrebbe interrogare l’Europa odierna, su cui ritengo sia importante avviare un progetto generale di conoscenza e di coinvolgimento dei cittadini.

A livello nazionale sono stati compiuti passi importanti, è stato istituito il Comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale, e con la legge di stabilità 2014, è stata autorizzata la spesa di «8 milioni di euro per il 2014 e 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, al fine di realizzare interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro dei “Luoghi della memoria”» e di 1,5 milioni euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, per promuovere la conoscenza degli eventi dalla prima guerra mondiale e preservarne la memoria in favore delle future generazioni, attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, anche con il coinvolgimento delle scuole.

Ritengo sia importante sollecitare un coinvolgimento più ampio delle comunità locali in questi progetti al fine di non perdere l’opportunità di conoscenza e informazione rappresentata dall’anniversario.

Proprio per questo motivo mi sono fatta promotrice di due distinte iniziative. Una di natura parlamentare, diretta a sollecitare il Governo, attraverso la presentazione di una specifica risoluzione (vedi testo), a favorire la realizzazione di specifiche iniziative, anche di natura didattica, relative alla memoria della prima guerra mondiale. L’altra, diretta ai colleghi parlamentari, e sottoscritta insieme ai colleghi della Commissione Cultura, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari ( escluso il Movimento Cinque Stelle che non vi ha preso parte) volta a favorire il riallestimento, su scala locale, della bella mostra, promossa al Vittoriano dall’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, dedicata al Primo conflitto mondiale.

Una mostra basata su supporti multimediali, foto, filmati, giornali dell’epoca che, grazie anche alla collaborazione dell’Istituto Luce, saranno messi gratuitamente a disposizione, tramite una piattaforma informatica, degli Enti interessati a partecipare al progetto.

Un modo concreto per favorire, soprattutto in un periodo in cui la riduzione di fondi rischia di penalizzare la realizzazione di iniziative, la diffusione della memoria di un conflitto che ha aperto il Novecento, segnando violentemente l’ingresso nella violenza della modernità dei cittadini europei.

Sto inviando in questi giorni una nota riepilogativa ai Sindaci della provincia per spiegare il progetto e sollecitarne la ripresa su scala locale, anche attingendo al vasto materiale presente negli archivi comunali. Ogni Comune ha nelle proprie piazze una lapide commemorativa dei caduti del primo conflitto, sta a noi offrire alle generazioni più giovani ( e non solo) gli strumenti per spiegare il senso di quei nomi caduti nel fango e nell’orrore delle trincee.

LEGGE DI VAGNO

La Camera ha approvato nel mese di luglio l’istituzione di un premio di ricerca dedicato alla memoria del deputato socialista Giovanni di Vagno, prima vittima politica del fascismo. Si era parlato di questo provvedimento nei mesi scorsi per le polemiche suscitate dal Movimento Cinque Stelle (vedi n.2 della newsletter). Di seguito il link del mio intervento in aula durante la discussione generale della proposta di legge.

Appuntamenti…

Ci vediamo qui:

19 settembre

Macerata, Ostello Asilo Ricci, ore 17:30. Le Marche. Crescita e sviluppo per un paese più giusto.

Incontro con l’on. Gugliemo Epifani – Guarda la locandina