Newsletter n°13 dell’11 Novembre 2014

Tante notizie si accavallano in questi ultimi giorni: le prossime, possibili, dimissioni del Presidente Napolitano, il passaggio parlamentare della legge di stabilità, le importanti aperture raggiunte sul tema del lavoro nell’arrivo alla Camera del Jobs Act.
Elementi significativi che meritano una riflessione. Già nello scorso numero della newsletter il tema del lavoro aveva guidato le mie riflessioni. Anche in questo ritengo opportuno evidenziare un aspetto non secondario: il lavoro paziente e rilevante condotto insieme dal Governo e da una parte della cd. minoranza del Partito Democratico ed, in particolar modo, dal capogruppo alla Camera Roberto Speranza.

Un lavoro paziente che ha condotto ad una nuova parlamentarizzazione del percorso del Jobs Act alla Camera ( in queste ore all’esame della Commissione Lavoro) verso modifiche migliorative del testo che recepiscano il contenuto di quanto approvato nel mese scorso dalla Direzione del PD. Era quello che, dopo il difficile percorso di approvazione in Senato, molti auspicavano e che sta trovando attuazione.

Il segnale uscito da Palazzo Chigi è importante e meritevole di considerazione.
Saranno settimane impegnative quelle che ci attendono. Oltre al Jobs Act, la Camera dovrà, infatti, approvare un altro provvedimento determinante: la Legge di Stabilità.
Una legge che rispetta l’obiettivo del rapporto deficit /pil e che contiene al suo interno misure importanti, come la destinazione delle risorse a favore della scuola per la realizzazione del progetto “La Buona Scuola”, la stabilizzazione degli 80 Euro, la previsione di crediti di imposta a favore di investimenti in ricerca e innovazione, la riduzione del patto di stabilità a carico dei Comuni, la proroga degli Ecobonus, misure a sostegno degli ammortizzatori sociali.

Non vi nascondo alcune criticità, come il pesante contributo, in termini di spending review, posto a carico degli Enti Locali e delle Regioni, il blocco della contrattazione collettiva per il pubblico impiego, i pesanti tagli posti a carico dei patronati. Sono aspetti su cui il lavoro parlamentare sta cercando di porre rimedio, adottando possibili correzioni rispetto ad un provvedimento che, pur contendendo misure pesanti di spending review, prevede strumenti espansivi a sostegno dei cittadini.
E questo mentre riprende il suo corso la legge elettorale ed il processo di riforma costituzionale. Tanti temi di cui riparleremo nelle prossime settimane.

AUTORICICLAGGIO

La Camera ha approvato in prima lettura la proposta di legge che introduce disposizioni per il potenziamento della lotta all’evasione fiscale, nonché la nuova fattispecie del reato di “auto-riciclaggio”. Si tratta di un’innovazione più volte sollecitata dal Fondo monetario internazionale e dal G20 che consente al nostro Paese di allinearsi con gli standard internazionali in materia di trasparenza dei movimenti di capitale e di rendere più efficace la lotta all’evasione fiscale.

In base a questa nuova previsione, sarà punibile anche chi, avendo commesso, o concorso a commettere, un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale reato, e non più – come accade invece oggi – soltanto il terzo che fa da intermediario. La stessa proposta introduce anche una procedura per regolarizzare i capitali nascosti detenuti da cittadini e imprese italiani: la “collaborazione volontaria” (o voluntary disclosure). Va sottolineato che non si tratta di un condono. Non è una versione aggiornata degli scudi fiscali del passato ma si tratta di una procedura che sta dentro le migliori pratiche internazionali, (adottata in altri importanti Paesi europei come la Germania, la Francia e la Gran Bretagna).

Rispetto ai provvedimenti del passato non c’è anonimato e non si paga con una percentuale a forfait: il contribuente è tenuto comunque ad autodenunciarsi presso l’Agenzia delle entrate e, quindi, a pagare le imposte evase, gli interessi e le sanzioni (anche se queste ultime in forma ridotta).. Le risorse che ne deriveranno saranno destinate per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, per investimenti pubblici e il finanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE

La Camera ha convertito in legge il decreto con cui il Governo ha introdotto misure per la riduzione dell’arretrato in materia di processo civile e per una maggiore efficienza della macchina della giustizia. Questo provvedimento rappresenta il primo importante tassello del più ampio progetto di riforma della giustizia che il Ministero ha elaborato nei mesi scorsi e va inquadrato all’interno di un processo di modernizzazione e razionalizzazione della giustizia apprezzato di recente anche dalle istituzioni comunitarie.

Vengono introdotte norme finalizzate innanzitutto alla riduzione del carico del contenzioso civile pendente (sono 5 milioni i processi ancora aperti) e alla riduzione dei tempi delle cause civili. L’obiettivo della riduzione dei tempi delle cause civili viene perseguito, da un lato, attraverso la possibilità del trasferimento in sede arbitrale di procedimenti pendenti dinnanzi all’autorità giudiziaria e, dall’altro lato, attraverso la promozione, in sede stragiudiziale, di procedure alternative alla ordinaria risoluzione delle controversie nel processo (la procedura di negoziazione assistita da avvocati.

Nello stesso senso vanno inquadrate le importanti norme che introducono la particolare forma di negoziazione assistita finalizzata alla soluzione di controversie in materia di separazione o di divorzio: viene infatti prevista la possibilità – in ipotesi sostanzialmente prive di complessità o comunque sotto il controllo dell’autorità giudiziaria – di concludere un accordo di separazione, divorzio o modifica delle condizioni di separazione o divorzio con l’assistenza di avvocati oppure dinanzi al sindaco.
Un punto che il Governo ha tenuto molto a sottolineare è che le misure e gli istituti proposti con questo decreto alle parti e ai cittadini non necessariamente implicano l’esercizio della tutela dei diritti dentro la giurisdizione, ma anche fuori: si tratta cioè del tentativo di introdurre un cambio di mentalità, una spinta di ordine culturale, un incentivo per i cittadini ad utilizzare questa forma alternativa di giurisdizione.

La riforma della giustizia civile vera e propria sarà affrontata con i provvedimenti già annunciati dal Governo e che a breve saranno posti all’esame del Parlamento. Si tratta di una riforma che nasce da valutazioni di ordine generale e che pone al centro degli interessi quelli dei cittadini e delle imprese: semplificazione, minori costi, cause definite in minor tempo, efficacia nell’esecuzione delle sentenze. Scaturisce da un serrato confronto, dopo molti anni di rapporti difficili, e ha coinvolto tutti gli operatori di giustizia, a partire dalla magistratura e dagli ordini professionali, che hanno oggi ed avranno ancora di più domani un ruolo centrale e strategico.

SBLOCCA ITALIA

Con il decreto legge “Sblocca Italia” il Governo ha varato una serie di norme volte a rimettere in moto il settore produttivo del Paese, a sostenere la filiera imprenditoriale, a rilanciare – sulla scia del precedente decreto n. 91/2014 – la competitività e a sostenere la crescita.
Il provvedimento, infatti, reca una serie di disposizioni riguardanti le infrastrutture, l’edilizia, l’ambiente, l’energia, nonché misure destinate alle imprese e agli enti territoriali. Si tratta di norme finalizzate innanzitutto – anche attraverso l’introduzione di misure di semplificazione burocratica – al rilancio dell’economia, per uscire dalla crisi attraverso interventi di stimolo accompagnati da riforme strutturali. Il decreto è stato sostanzialmente modificato nel corso dell’esame in Commissione Ambiente. Il testo iniziale è stato migliorato non solo a seguito dell’approvazione di emendamenti presentati dal Governo e dalla relatrice del PD Chiara Braga, ma anche grazie a numerosi emendamenti di iniziativa parlamentare: si tratta di modifiche che arricchiscono il testo e lo integrano con nuove importanti misure.

Una prima parte del provvedimento riguarda le misure in materia di infrastrutture, per la riapertura dei cantieri e la realizzazione delle opere pubbliche. È il cosiddetto “sblocca cantieri”: si prevede un rifinanziamento di 3.851 milioni di euro del Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto a consentire nell’anno 2014 la continuità dei cantieri in corso o il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all’avvio dei lavori. Rientrano in tale fondo, (in quanto appaltabili entro il 31 dicembre 2014 e cantierabili entro il 30 giugno 2015) gli interventi relativi alla Quadrilatero Umbria-Marche.
Il decreto interveniva già nel testo base presentato alle Camere dal Governo con un articolo sulla mitigazione del dissesto idrogeologico; dopo i fatti tragici dell’alluvione a Genova sono stati in tal senso introdotti ulteriori miglioramenti, con l’approvazione di un emendamento che prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro per il Fondo emergenze nazionali, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con la legge di stabilità 2014.

Notevoli gli interventi in materia edilizia, con misure volte a sostenere il settore delle locazioni. Con queste disposizioni il Governo intende ampliare le possibilità di accedere al mercato della casa a tutti, sia trovando affitti a prezzi concordati, sia con una maggiore accessibilità all’acquisto. Il tutto dando priorità ad interventi di conservazione e ristrutturazione piuttosto che a nuova cementificazione. Si stabilisce, infatti, una deduzione dal reddito del 20 per cento (limite massimo di 300.000 euro – deduzione massima: 60.000 euro) a favore di coloro che acquistano dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017 un alloggio di nuova costruzione invenduto alla data di entrata in vigore della legge di conversione o oggetto di ristrutturazione edilizia, restauro o risanamento conservativo. La quota massima deducibile all’anno è di 7.500 euro. Al fine di poter accedere alla deduzione, l’immobile, entro sei mesi dall’acquisto deve essere ceduto in locazione per almeno otto anni a canone concordato, deve avere prestazioni energetiche classificate in classe A o B.

Per favorire la realizzazione delle opere segnalate dai comuni alla Presidenza del Consiglio e bloccate per mancanza di concerto tra Amministrazioni, si prevede, all’articolo 4 del decreto-legge, la facoltà di riconvocare in tempi dimezzati la Conferenza dei servizi; si prevede poi, per l’anno 2014 e nel limite massimo di 250 milioni di euro, l’esclusione dal patto di stabilità interno dei pagamenti, connessi agli investimenti in opere oggetto di segnalazione dai comuni. L’esclusione dal patto di stabilità deve riguardare prioritariamente l’edilizia scolastica, gli impianti sportivi, il contrasto al dissesto idrogeologico, la sicurezza stradale. Viene, altresì, disciplinata l’esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno per gli anni 2014 e 2015, per un importo complessivamente pari a 300 milioni di euro, dei pagamenti dei debiti in conto capitale certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2013 sostenuti successivamente all’entrata in vigore del presente decreto-legge da parte delle regioni, delle province e dei comuni.

Il provvedimento introduce, inoltre, la categoria degli interventi di “estrema urgenza”, considerati indifferibili, in conseguenza della certificazione da parte dell’ente interessato, per i quali sono introdotte disposizioni in deroga alle procedure di scelta del contraente e alle fasi delle procedure di affidamento dei contratti. In questa categoria rientrano gli interventi su impianti, arredi e dotazioni funzionali alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, alla mitigazione dei rischi idraulici e geomorfologici del territorio, all’adeguamento alla normativa antisismica e alla tutela ambientale e del patrimonio culturale.
Si dispone che il Governo promuova l’istituzione di un Fondo di servizio, avente durata di dieci anni prorogabili, con lo scopo di rilanciare le imprese industriali italiane caratterizzate da “equilibrio economico positivo” e che necessitino di adeguata patrimonializzazione. Scopo del Fondo è il sostegno finanziario e patrimoniale attraverso nuove risorse che favoriscano, tra l’altro, processi di consolidamento industriale rivolgendosi alle imprese con un numero di addetti non inferiore a 150 e con prospettive di mercato. Il Fondo ha durata decennale prorogabile e gli investimenti hanno una durata di medio e lungo periodo. Il Fondo potrà altresì investire in imprese oggetto di procedure di ristrutturazione societarie e del debito. Le norme affidano la gestione del Fondo ad una società di gestione del risparmio selezionata attraverso procedura ad evidenza pubblica gestita dai sottoscrittori, che assicuri la massima partecipazione, trasparenza e non discriminazione degli operatori finanziari.
Viene introdotta per i Comuni la possibilità di stabilire criteri e condizioni per la realizzazione da parte di cittadini, singoli o associati, di interventi di valorizzazione del territorio – pulizia, manutenzione, recupero e riuso di aree e beni inutilizzati – concedendo riduzioni o esenzioni di tributi inerenti il tipo di attività posta in essere.

Si prevede l’incremento, per 728 milioni di euro nel 2014, del Fondo sociale per l’occupazione e formazione ai fini delle rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e l’incremento, di 70 milioni di euro per il 2015, della dotazione relativa all’incentivo per le nuove assunzioni di cui all’articolo 1, comma 12, lettera b), del D.L. 76/2013 (c.d. bonus Giovannini). Ulteriori 8 milioni di euro sono stanziati a favore del Fondo per l’occupazione e formazione al fine di completare l’erogazione dell’ASPI di competenza 2013 per i lavoratori sospesi a causa di crisi aziendale od occupazionale fino ad un massimo di 90 giornate nel biennio mobile.

IN PARLAMENTO

Gran parte del lavoro di queste ultime settimane si è concentrato sullo studio e l’approfondimento dei contenuti della legge di stabilità, al fine di valutare le eventuali criticità ed i possibili emendamenti. Proprio nel corso degli interventi in Commissione e della dichiarazione di voto sul parere relativo al provvedimento ( che ho esposto a nome del gruppo del Partito Democratico) ho espresso alcune criticità riguardo alle sue disposizioni che stiamo provando a sanare attraverso specifici emendamenti, nel settore della scuola, dell’università e ricerca, della cultura e dell’editoria.

Queste in particolare le proposte emendative a cui il nostro gruppo in Commissione Cultura ha lavorato:

  • Esclusione dal Patto di stabilità interno delle risorse per l’edilizia scolastica degli istituti degli enti locali ( in particolare per le Province, non ricomprese nei provvedimenti già adottati);
  • Revisione delle disposizioni di spending review che, per le Università e per gli enti di ricerca, prevedono una consistente riduzione delle spese per l’acquisto di beni e servizi che rischia di costituire un ostacolo all’autonomia costituzionalmente garantita di queste istituzioni e un effettivo intralcio alle loro attività didattiche e di ricerca che, per la loro natura, abbisognano di grande flessibilità e prontezza, anche per rispondere alla competizione internazionale;
  • Riduzione dei tagli a carico della ricerca di base, aspetto irrinunciabile dell’attività universitaria e pubblica e strumento fondamentale per ogni significativo progresso culturale, scientifico e tecnologico;
  • Riduzione dei tagli a carico del fondo di funzionamento delle istituzioni AFAM che colpisce il sistema delle accademie e dei conservatori statali in un momento in cui deve confrontarsi anche con il venir meno del sostegno economico finora offerto delle amministrazioni provinciali;
  • Superamento delle previsioni normative che prevedono l’eliminazione della possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso associazioni professionali ovvero enti operanti nel campo delle tossicodipendenze e della formazione e ricerca educativa e didattica, misura che rischia di pregiudicare un’attività essenziale che è parte integrante dei compiti e delle funzioni della stessa scuola;
  • Modifica delle previsioni che dispongono la natura onorifica dell’incarico di Presidente delle istituzioni di Alta formazione artistica e musicale, la quale risulta incompatibile con le delicate responsabilità che attengono a tali incarichi;
  • Sblocco del turn over per i ricercatori universitari e per i precari degli enti di ricerca italiani ;

CULTURA

  • Costituzione di un Fondo per la tutela del patrimonio culturale, per garantire la necessaria organicità e la stabilità degli interventi per la tutela del patrimonio culturale;
  • Incremento della quota di risorse derivanti dai proventi delle giocate infrasettimanali del lotto destinate al finanziamento di interventi per la tutela del patrimonio culturale,oggetto di una significativa riduzione e, invece, strumento importante per stabili politiche di recupero e riqualificazione del patrimonio culturale italiano;
  • Incremento delle risorse stanziate a favore del Fondo Unico per lo spettacolo e sostegno del recupero e dell’ammodernamento delle sale cinematografiche, in linea con quanto determinato con il recente decreto Art bonus;
  • Eliminazione della tassazione al 21%sugli eBook ed equiparazione ai libri cartacei ( con tassazione al 4%;

EDITORIA

  • Revisione delle politiche di taglio delle risorse a sostegno dell’editoria, anche alla luce del processo di revisione dei criteri e dei meccanismi di sostegno pubblico alle attività editoriali che devono poter disporre di adeguate risorse, a garanzia di un processo di libera concorrenza e democraticità nel settore dell’informazione.

Ho inoltre sottoscritto emendamenti rivolti a ripristinare le risorse a sostegno dei patronati ( pesantemente ridotte nel testo originario della legge di stabilità), a sanare la difficile situazione dei dipendenti precari delle Province e dei cd. Tirocinanti della giustizia, di cui, già in passato, mi sono occupata.

Nel mese di ottobre ho inoltre presentato una specifica interrogazione, rivolta al Ministro per i beni e le attività Culturali, ( vedi testo) diretta a verificare lo stato di avanzamento delle procedure di stanziamento dei 500 milioni di Euro, previsti nel decreto “Destinazione Italia” e riconfermati nel recente Decreto ” Art Bonus”, per la valorizzazione del patrimonio turistico e culturale del Paese in occasione di Expo 2015, un’occasione ed un’opportunità che il nostro Paese non può permettersi di perdere.

PROGETTO PRIMA GUERRA MONDIALE

LA GRANDE GUERRA. Lo scorso 30 ottobre, alla Camera dei Deputati, è stato presentato alla stampa il sito www.quattordicidiciotto.it, promosso dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico ICCU, l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi Discoteca di Stato e Cinecittà Luce, diretto a favorire la memoria ed il ricordo diffuso degli eventi della prima guerra mondiale, di cui a partire da quest’anno ricorre il centenario, attraverso il coinvolgimento diretto delle Amministrazioni Comunali.
Accreditandosi attraverso il sito www.quattordicidiciotto.it , i Comuni interessati ( e molti stanno rispondendo all’appello) potranno registrarsi, compilando l’apposito modulo e mediante una password avranno la possibilità di scaricare gratuitamente dalla rete i materiali ( foto, prime pagine dei giornali, cronologie) messi a disposizione degli Enti aderenti, utili per la realizzazione di una mostra efficace, interattiva, accessibile e rigorosa nei propri territori.

Nella foto, Giulia Narduolo, Irene Manzi, Marco Pizzo

Direttore Museo del Risorgimento, Flavia Piccoli Nardelli

Vice Presidente Commissione Cultura Camera, Gianluigi Gigli e Roberto Rampi

Un progetto, che ho personalmente seguito insieme ai miei colleghi di Commissione, Giulia Narduolo e Roberto Rampi, che vuole diffondere una memoria comune e condivisa degli eventi della Grande Guerra, avvalendosi dei principi della messa in rete di competenze ed energie per realizzare un’iniziativa di altissima qualità e rigore storiografico che, in un momento di oggettiva difficoltà per le Amministrazioni comunali, vuole celebrare l’anniversario di un evento cruciale per la formazione dell’identità della nostra nazione, riducendo al massimo i costi pubblici e rafforzando il principio della “cosa pubblica”.
Il ricordo di quella guerra, che cambiò le sorti dell’Europa e la vita per milioni di persone, è importante soprattutto per le nuove generazioni e per darci strumenti di riflessione sul presente e sull’assurdità della violenza e sulle modalità con cui si sviluppa e viene alimentato lo scontro tra i popoli invece dell’incontro.
A questo proposito, vi consiglio la visione di ” Torneranno i prati”, ultimo film del maestro Ermanno Olmi, dedicato proprio ad un episodio della Grande Guerra. Una testimonianza intensa e toccante della guerra di trincea, vissuta con lo sguardo dei fanti e dei soldati chiamati a combattere e ad eseguire ordini spesso insensati e folli.

UN VIAGGIO NELLA MEMORIA

Il 2 e 3 novembre, insieme a numerosi colleghi deputati, ho intrapreso un viaggio nella memoria dell’Europa e del nostro Paese, visitando i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, luoghi di morte e tragedia in cui con scientifica e inumana precisione alcuni uomini programmarono lo sterminio di altri uomini. “Meditate che questo è stato”, ammoniva Primo Levi. È una frase che mi è tornata spesso in mente in quei due giorni, accompagnati dal racconto doloroso di Sami Modiano e Tatiana Bucci, sopravvissuti al campo di Birkenau, che hanno compiuto insieme a noi questo viaggio a ritroso nella loro vicenda personale e nella memoria europea, in un percorso di crudele sopraffazione di un uomo verso l’altro, di matematico e impersonale sterminio.


Il loro racconto, pur nella fatica di tornare in quei luoghi e di riportare alla mente momenti carichi di dolore e sofferenza, nasce dal bisogno di far conoscere cosa è accaduto. Senza odio per i carnefici, ma con la ferma convinzione della necessità di raccontare, di non lasciar cadere l’oblio su quanto accaduto.
È’ un viaggio che tutti i cittadini europei dovrebbero fare per riflettere sulle radici profonde di quel processo di integrazione fondato sulla premessa essenziale che mai più un uomo o un popolo avrebbe potuto negare, fino a distruggerla, l’umanità dell’altro, e sulla necessità di farsi testimoni della storia passata. Con questo impegno torniamo alla frenetica vita quotidiana. Quello di farci testimoni della testimonianza, perché quelle storie non siano portate via dal vento.

http://www.dazebaonews.it/italia/fatti-opinioni/item/30293-auschwitz-il-pellegrinaggio-dei-parlamentari-italiani