Tra qualche anno, con maggiore serenità e lucidità, meriteranno, da parte dei suoi protagonisti ( noti e meno noti) un racconto più generale ed obiettivo, che contestualizzi un’epoca, il sentire popolare, il clima avvelenato che si era creato nel Paese ( con i palazzi assediati da una folla minacciosa e isterica), che restituisca a tutti, nel bene e nel male, le reciproche responsabilità. Ma non è questo il momento. Questo è il momento di riprendere il racconto della nostra Repubblica.
Ho volutamente evitato nei giorni dell’elezione di scrivere post e commenti in merito alla elezione del Presidente della Repubblica. Troppi ricordi non positivi si legano alla vicenda vissuta due anni fa. Compiuta positivamente quella elezione lo faccio con la soddisfazione di aver contribuito ad eleggere un Presidente che – sono sicura- saprà interpretare al meglio il suo ruolo di altissimo rappresentante delle istituzioni, di guida della nostra Nazione, di custode dei nostri valori costituzionali.
E’ un elezione compiutasi grazie al percorso limpido seguito dal Partito democratico, che ha dato prova di unità, compattezza ed uniformità di visione. Ma non è un Presidente del Pd quello che è stato eletto. Lo dicono i numeri (665 voti), a testimonianza di una convergenza ampia e significativa che si è rispecchiata nella sua figura, di rappresentante delle istituzioni. Il centro-destra berlusconiano esce indebolito e diviso da questa prova, testimonianza del declino di un leader ormai stanco e non più capace di orientare il proprio schieramento. Il Movimento Cinque Stelle (che due anni fa riempiva le piazze agitando a gran voce – e in modo sbagliato- il nome di Stefano Rodotà) si condanna, per l’ennesima volta, alla irrilevanza e all’inutilità politica. Sono errori che si pagano in politica e nel consenso popolare, soprattutto se compiuti da chi, nel 2013, è entrato nelle sedi istituzionali brandendo un apriscatole per cambiare il mondo, finendo per isolarsi sui tetti e diventando, alla fine, una patetica caricatura di se stessi. Come giustamente ricordava Don Lorenzo Milani, “a cosa servono le mani pulite se si tengono sempre in tasca”?.
Del nuovo Presidente è noto il riserbo e lo stile sobrio e rispettoso dell’avversario. Mi auguro che questo stile diventi contagioso per l’intero mondo politico, per recuperare una sobrietà e un rispetto reciproco che, ad ogni livello politico (dal locale al nazionale) dovrebbe impostare il dibattito, acceso ma rispettoso delle ragioni dell’altro, evitando il perenne corpo a corpo personale. Siamo il Paese dell’eterno scontro e divisione, dei fan e degli ultrà, e’ vero. Ma forse dovrebbero far riflettere quelle immagini di pochi giorni fa, del deputato Cinque Stelle- Walter Rizzetto- da poco uscito dal gruppo parlamentare penta stellato, aggredito e insultato per essere andato a parlare al Nazareno con la delegazione Pd incaricata di procedere alle consultazioni in vista dell’elezione del nuovo Presidente. Sono immagini violente e non degne di una democrazia matura.
Dovremmo spenderci sopra una riflessione per recuperare una qualità differente dei rapporti e del confronto politico.
Consentitemi, infine, una considerazione strettamente personale. Ricordo l’elezione presidenziale del 1992, segnata da un fatto tragico e drammatico come la strage di Capaci. Fu un evento che ha rappresentato una tappa importante nella mia storia personale di adolescente, l’inizio di una consapevolezza differente delle istituzioni. La giornata di oggi segna un altro momento importante nella mia storia personale e politica.
Pubblico questa foto perché riassume entrambi quei momenti e si lega indissolubilmente ai miei ricordi personali. Continuo a godermi, ancora per quale ora, i bei ricordi di questa giornata, orgogliosa di poter dire BENVENUTO PRESIDENTE MATTARELLA.
LEGGI IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE MATTARELLA
IN PARLAMENTO
Le settimane appena passate hanno visto l’aula della Camera impegnata nel non semplice processo delle riforme, con l’esame, non ancora concluso, del testo di riforma della nostra Costituzione. Avremmo modo di riparlarne.
Mi piace segnalare l’accoglimento,da parte del Governo, nel testo del Decreto Legge Milleproroghe, della sollecitazione contenuta nell’interrogazione presentata nel mese di novembre da me e dal collega Paolo Petrini in merito al completamento dei lavori della Caserma dei Vigili del Fuoco di Fermo. La mancata proroga del termine di messa a disposizione dei fondi stanziati per l’opera pubblica (come precisato nell’interrogazione) avrebbe fatto perdere alla città un’opera pubblica, costringendo lo Stato a dover sostenere l’onere di pesanti risarcimenti danni a carico delle imprese aggiudicatrici. Come sottolineato nella risposta all’interrogazione data dal sottosegretario Bocci in Commissione, l’intervento del Governo con il decreto citato, sana un problema importante per il territorio coinvolto (vedi testo).
Nel mese appena trascorso ho incontrato con i miei colleghi del Partito Democratico le rappresentanze sindacali ed i dipendenti delle Province marchigiane, in merito al non semplice processo di riordino e riorganizzazione in atto. E’ un tema riguardo al quale ho presentato, nello scorso mese di dicembre, insieme al collega Carescia uno specifico ordine del giorno alla legge di stabilità relativo proprio al personale provinciale e alla necessità di salvaguardare i posti di lavori esistenti. ( vedi testo) Come gruppo parlamentare PD in questi giorni è in corso un intenso confronto con il Governo proprio per inserire, già nel testo del decreto Milleproroghe ( in corso di conversione alla Camera dei Deputati) misure che, da un lato, riducano l’impatto finanziario dei tagli subiti dalle amministrazioni provinciali e, dall’altro, intervengano per precisare meglio ( anche alla luce della recente circolare ministeriale approvata) il processo di trasferimento progressivo delle funzioni provinciali e del personale ad esso collegato. Importante – come emerso anche dall’incontro avuto con le rappresentanze sindacali- è il ruolo svolto dalla Regione Marche e, in particolare, dagli assessori Marcolini e Canzian che stanno, in prima persona, con lucidità e competenza, seguendo l’iter di approvazione della legge regionale che disciplinerà proprio il riparto delle funzioni provinciali non fondamentali.
Nelle scorse settimane, infine, ho presentato una interrogazione, diretta al ministro per i Beni e le Attività Culturali, in merito ad un caso che ha particolarmente interessato la comunità maceratese. Mi riferisco alla polemica, sollevata da Vittorio Sgarbi- attuale assessore alla Cultura del Comune di Urbino- riguardante il dipinto “L’Adorazione dei Magi” di Tintoretto, custodito presso la locale Chiesa delle Vergini e attualmente in prestito all’Oratorio San Giuseppe di Urbino. Il Prof. Sgarbi ha definito la Chiesa, poco frequentata e non officiata, ventilando la possibilità di trattenere il dipinto nella città di Urbino. Di fronte ad affermazioni non veritiere e al rischio di perdere un’opera importante per il patrimonio locale della città ho ritenuto opportuno sollecitare l’intervento del Ministro Franceschini per restituire il quadro alla sua sede naturale.
Non penso che il prof. Sgarbi abbia necessità di ulteriore pubblicità e non è mia intenzione fargliene, ma ritengo che la sua azione, come già avvenuto pochi mesi fa a proposito della polemica sollevata in merito alla proposta di spostare i Bronzi di Riace a Milano in occasione di EXPO 2015, parta da un’assunto di fondo che non condivido. Quello di inseguire perennemente l’evento e la mostra ad effetto, allontanando i beni culturali dalla loro destinazione originaria.
Sono ben lieta che si svolgano mostre e iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale, perché ne favoriscono una conoscenza più ampia e diffusa, a patto, però, che, concluse queste opportunità, i beni tornino alla loro destinazione naturale per essere apprezzati in quei luoghi in cui sono stati realizzati e favorire opportunità di conoscenza e valorizzazione del territorio in cui sono nati. Peccato che il prof. Sgarbi non l’abbia compreso e l’abbia presa a male ( vedi articolo Vittorio Sgarbi vedi articolo Irene Manzi)