Ho deciso di dedicare questa newsletter a due temi specifici, al centro del dibattito politico: la legge elettorale e il disegno di legge di riforma della Scuola, su cui si sono concentrate polemiche e critiche, ma al centro dell’azione del governo.
Provvedimenti che penso, al di là di quanto spesso si è raccontato, vadano meglio conosciuti nel dettaglio per capire evitando di cadere solo e sempre nelle polemiche.
La prima è una legge a lungo attesa che supera finalmente il vituperato Porcellum e che entrerà in vigore a partire dal 1 luglio 2016 legando insieme in modo chiaro l’iter della riforma elettorale con quello della riforma costituzionale. Come già ricordato nello scorso numero della newsletter non è stato facile il percorso di approvazione finale del provvedimento.
Tanti sono stati gli strappi da entrambe le parti, tante sono state le polemiche legate al voto di fiducia su cui non tornerò, preferendo concentrarmi sull’altro provvedimento oggetto di questa newsletter: il disegno di legge “La Buona Scuola”, di riforma complessiva del mondo della scuola, articolato e di profonda revisione del sistema attuale.
Rispetto chi il 5 maggio è’ sceso in piazza per protestare ma non penso che la soluzione ai problemi sia il ritiro del Ddl, come suggerito da qualcuno dei manifestanti. E penso che non lo sia perché il provvedimento contiene spunti importanti e significativi, perché propone un’inversione di rotta, attraverso investimenti importanti, rispetto alle disastrose politiche tenute nell’ultimo ventennio in questa materia dai governi di centro- destra che hanno tagliato risorse e cattedre, perché all’interno della Commissione parlamentare competente si è lavorato in modo intenso e costruttivo per migliorare il contenuto del provvedimento, superandone le criticità in un costante confronto con le proposte emerse dalla audizioni parlamentari e dalle consultazioni svolte.
Vorrei continuare a tenere vivo un confronto sul merito, sulle proposte che stanno emergendo per favorire una piena autonomia della scuole, sul lavoro che si sta compiendo con passione e attenzione e che arriverà in aula proprio in questi giorni.
Condivido con voi le interessanti riflessioni dell’ex Ministro Luigi Berlinguer.
LEGGE ELETTORALE
Con 334 voti favorevoli e 61 contrari, la Camera ha definitivamente approvato, a voto segreto, il testo della nuova legge elettorale. Le opposizioni hanno scelto di abbandonare l’Aula e di non partecipare al voto.
In base alla nuova legge, il territorio nazionale viene diviso il 20 circoscrizioni regionali, ciascuna delle quali è, a sua volta, divisa in collegi plurinominali per un totale di 100 collegi. Il numero di seggi assegnato da ogni collegio varierà da un minimo di 3 ad un massimo di 9. In ogni lista i candidati saranno presentati in ordine alternato in base al genere ed i capilista dello stesso genere non potranno eccedere il 60% del totale di ogni circoscrizione, ciascun elettore, oltre al voto alla lista, potrà esprimere due preferenze, una maschile e una femminile.
Nel caso in cui la lista che ha conseguito la maggioranza delle preferenze non raggiunga il 40% dei voti si procederà ad un secondo turno di ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti validi. L’attribuzione dei seggi si svolgerà su base nazionale e proporzionale con una soglia di sbarramento del 3% e un premio di maggioranza alla lista vincitrice che, in ogni caso, non potrà avere più di 340 seggi, pari al 54% del totale.
Si è a lungo dibattuto sulla efficienza e la qualità del sistema delineato dalla nuova legge elettorale. A questo proposito, voglio condividere con voi le riflessioni articolate ed approfondite del collega e professore Michele Nicoletti. Rappresentano, a mio avviso, un contributo onesto al dibattito ed un punto di vista che merita di essere conosciuto(Leggi l’articolo di Michele Nicoletti)
SCUOLA
Prima di passare al riepilogo delle numerose modifiche introdotte nel lungo ed approfondito lavoro di Commissione mi piace evidenziare un aspetto, non sufficientemente percepito dall’opinione pubblica.
Il provvedimento è stato realmente e diffusamente ridiscusso da parte della Commissione e nel corso delle lunghe riunioni tenute dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con i parlamentari del Partito Democratico. Non riunioni di facciata o pro forma, ma discussioni attente ed approfondite sul merito del provvedimento e sulle possibili modifiche da introdurre, in cui si sono confrontate soluzioni e opzioni differenti. Non lo si è ricordato spesso ma è quello che è accaduto e che mi è capitato di vivere in prima persona.
Analoga è stata l’impostazione tenuta nelle due settimane di lavoro sul provvedimento, con un confronto aperto e costante con le forze di opposizione ( spiace che il Movimento Cinque Stelle abbia preferito non prendere parte al lavoro emendativo di Commissione, forse sarebbe stato più utile e più conforme al nostro ruolo di parlamentari rispetto a tanti proclami fatti in questi giorni a mezzo web). C’è stato un lavoro emendativo attento, analitico ed approfondito che ha coinvolto tutto il gruppo Pd della Commissione Cultura che va evidenziato al di là dei resoconti giornalistici o delle polemiche.
NEL DETTAGLIO
Due sono le scelte di cui più si discute fra le molte contenute nel disegno di legge “La buona scuola”:
– Assunzioni
– Ruolo del dirigente scolastico
ASSUNZIONI
Si interviene per sanare una situazione patologica frutto di anni di tagli ed interventi legislativi sbagliati e incoerenti. Nel 2006 il governo Prodi, proprio per tentare di risolvere questa annosa situazione, aveva elaborato un vasto piano triennale di assunzioni che avrebbe consentito di assorbire il precariato esistente. Per questo, le graduatorie da cui si attingeva per l’assunzione del personale erano state modificate da “permanenti” ad”esaurimento” (GAE), poiché si sarebbero dovute chiudere con l’assunzione di chi vi era già inserito per procedere in futuro con il concorso che, come sancito dalla Costituzione, è lo strumento per accedere agi incarichi della Pubblica Amministrazione. Il piano, dopo l’immissione di una prima tranche di precari, non è stato definitivamente attuato a causa del cambio di governo (Ministro Gelmini), per cui non solo non si è più assunto, ma solo dal 2009 al 2011 sono stati tagliati più di 80.000 posti di insegnamento, mentre sul reclutamento dei docenti si è passati dal progetto di laurea a numero chiuso, alla chiusura delle SISS (scuole di specializzazione per l’insegnamento nelle secondarie), ad un nuovo ordinamento della laurea per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria, ai TFA e poi ai Pas per ottenere l’abilitazione; creando, come evidente, un’ulteriore sovrapposizione di precari di diverse tipologie, ognuno con le sue legittime rivendicazioni.
Proprio per sanare questa situazione, il ddl prevede l’assunzione di 100.703 precari, in primo luogo quelli inseriti nelle GAE, che hanno giuridicamente il diritto all’assunzione, ed i vincitori dell’ultimo concorso. Per gli altri è previsto il superamento di un concorso, perché l’abilitazione che hanno ottenuto, con indubbi sacrifici personali, dà diritto alla partecipazione ai concorsi ma non all’assunzione. In tal senso, si indirà un concorso nel 2016 per 60.000 posti (20.000 in più rispetto a quanto previsto nel documento di proposta di settembre) che verrà bandito regolarmente ogni 3 anni.
Nelle scuole il prossimo anno lavoreranno 50.000 insegnanti in più rispetto all’attuale organico di fatto(circa 5 insegnanti in più per istituto) e soprattutto le scuole finalmente avranno un organico funzionale stabile.
Inoltre, le Graduatorie d’Istituto non verranno chiuse ma continueranno ad essere utilizzate per coprire le classi di concorso esaurite nelle Graduatorie a Esaurimento con contratto annuale e comunque per le supplenze che superano i 10 giorni. In sede di esame parlamentare, inoltre, ci impegneremo per trovare soluzioni adeguate che diano risposte agli insegnanti abilitati e/o al servizio prestato.
Per quanto riguarda i 23 mila insegnanti della scuola dell’infanzia esclusi in questa prima fase dal piano assunzionale, si conferma l’assunzione per il prossimo, quando sarà attivato il progetto 0-6 in sinergia con gli enti locali.
Far passare l’assunzione, nel prossimo anno scolastico, di 100.000 persone per un peggioramento o addirittura un taglio, è una critica pretestuosa che non sta in piedi. NON CI SONO TAGLI, MA UN INVESTIMENTO DI 4 MILIARDI L’ANNO PER LA SCUOLA STABILITI CON LA LEGGE DI STABILITA’.
ORGANICO DELL’AUTONOMIA
Inoltre, queste critiche non tengono conto di un ulteriore novità introdotta dal ddl: l’organico dell’autonomia, da anni aspettato dalle scuole.
Finora ad ogni scuola viene assegnato un “organico” che serve per coprire le ore di lezione. Con le nuove norme, invece, alle scuole saranno dati dei docenti in più, quindi più risorse umane, stabili per tre anni, in modo da assicurare continuità alla didattica ed al piano dell’offerta formativa nel suo complesso.
In sintesi il governo mette risorse per assunzioni di 50.000 posti vacanti + 50.000 posti nuovi
VALORIZZAZIONE DEI DOCENTI
Inoltre, gli insegnanti vedranno garantiti gli scatti di anzianità e vengono investiti ulteriori 200 milioni per premiare il merito. A questo si devono aggiungere i 40 milioni investiti per la formazione in servizio degli insegnanti a cui si aggiunge l’investimento per la card del docente che contiene 500 euro l’anno per consumi culturali (libri, mostre, cinema, teatro, tecnologie).
I POTERI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
Sui poteri al dirigente scolastico che ne farebbero un preside sceriffo partiamo dalla premessa che egli è già responsabile dell’andamento della scuola, della gestione del personale, delle relazioni sindacali, della sicurezza.
Con il ddl:
1. il DS non assume nessuno: è quindi errato parlare di chiamata diretta. L’assunzione rimane prerogativa degli USR che assegnano i docenti immessi in ruolo adambiti territoriali. Potrà però proporre a questi docenti, già assunti, di andare nella scuola che dirige, scegliendoli sulla base dei piani dell’offerta formativa della scuola e del curriculum del docente. Anche i docenti potranno proporsi alle scuole. Si vuole così superare le rigidità attuali, permettendo l’incontro delle esigenze della scuola con quelle dei docenti. Un esempio: se in una scuola ci sono molti alunni stranieri, e nell’albo è presente un insegnante con competenze di insegnamento dell’italiano come lingua seconda, perché non proporgli, o consentirgli dì proporsi, in quella sede?
2. il DS non licenzia nessuno: in ambito disciplinare rimangono le responsabilità già previste dalle attuale normativa.
3. il DS valuta il merito: la valorizzazione dei docenti è prima di tutto una responsabilità del DS, lo prevede il DPR 275/99.
4. il DS può usare ispettori: anche ora, se rileva gravi mancanze professionali può richiedere azioni ispettive, è sua precisa responsabilità. Riteniamo che la funzione ispettiva vada valorizzata ed orientata a “funzione amica”, di supporto più che di controllo.
5. La didattica rimane prerogativa dei docenti e degli organi collegiali. Nessun DS può e potrà attivare un Piano dell’offerta formativa annuale, dunque neanche triennale, senza analisi dei bisogni formativi dei ragazzi, senza condivisione di obiettivi di mezzi e metodi per realizzarli, senza forme stabili di collaborazione tra scuole, enti territoriali, strutture produttive e non di un territorio, senza un patto formativo con le famiglie.
6. La capacità del DS di effettuare scelte coerenti e trasparenti, di completare il piano triennale, di portare avanti miglioramenti, sarà oggetto di valutazione e potrà comportare sanzioni in caso di valutazioni negative. Già adesso il DS ha responsabilità gestionali, amministrative, contabili.
7. Il DS può scegliere i suoi collaboratori, come fa già adesso.
8. il DS può usare fondi in autonomia e dare incarichi aggiuntivi come fa anche adesso: non a caso firma il programma annuale -approvato dal consiglio d’Istituto- ed il rendiconto, firma ogni pagamento e riscossione, di tutto ciò ha piena responsabilità e degli errori amministrativi e contabili risponde personalmente anche davanti alla Corte dei Conti.
9. Stiamo però introducendo, durante la discussione in commissione. dei contrappesi rispetto alle nuove responsabilità: il dirigente sarà affiancato da un comitato di valutazione per la valutazione dei docenti al termine dell’anno di prova e perl’attribuzione delle premialita’ economiche per merito ai docenti.
ALTRE MISURE (INVESTIMENTI PER UNA SCUOLA MIGLIORE)
Nel ddl però sono presenti altre disposizioni importanti. Eccole in sintesi:
Risorse finanziarie:
Dopo anni di tagli, interrotti dal decreto La scuola riparte (104/2013), si stanziano:
• 126 milioni per funzionamento
• 100 milioni per alternanza scuola lavoro
• 12 milioni (anno 2015) e 35 milioni (dal 2016) per retribuzione dirigenti scolastici.
Valorizzazione dei docenti
• 400 mln per carta dei docenti dal 2016 (381.000 per 2015)
• 40 per formazione
• 200 mln per valorizzazione del merito dei docenti
Fondi per l’alternanza, l’innovazione, il miglioramento dell’offerta formativa e l’edilizia:
Open data: si istituisce il Portale unico dei dati della scuola per garantire l’accesso e la riutilizzabilità dei dati pubblici del sistema di istruzione e formazione nazionale, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci delle scuole, i dati pubblici afferenti il Sistema Nazionale di Valutazione, l’anagrafe dell’edilizia scolastica, i provvedimenti di incarico di docenza, i piani dell’offerta formativa, i dati dell’Osservatorio Tecnologico, i materiali e le opere autoprodotte dagli istituti scolastici.
300 scuole innovative: Viene previsto un avviso pubblico da parte del Miur per la progettazione di scuole nuove da sottoporre alla Struttura di Missione dell’edilizia scolastica costituita presso la Presidenza del Consiglio. Sulla base delle progettazioni individuate gli Enti locali possono presentare progetti per la costruzione di nuove scuole altamente innovative. A tale fine sono messi a disposizione 300 milioni di euro per il triennio 2015/2017 ex fondi INAIL
Edilizia scolastica: All’Osservatorio per l’edilizia scolastica (di cui alla legge n. 23/96), cui partecipa anche la struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio, sono attribuiti compiti di indirizzo e programmazione del fabbisogno nazionale triennio 2015/2017 anche sulla base di quanto previsto dall’anagrafe sull’edilizia scolastica per la messa a norma degli edifici. Le Regioni sono tenute entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge a fornire al MIUR il monitoraggio completo dei piani già finanziati relativi al triennio 2007/08/09 pena la mancata successiva assegnazione di risorse. Viene costituito un Fondo Unico per l’edilizia dove confluiscono anche i PON FESR 2007/20013
Inoltre: Vengono finanziati 40 milioni di euro per il 2015 per indagini diagnostiche degli edifici scolastici al fine di prevenire i crolli di controsoffitti ecc.
Introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuole secondarie di secondo grado, ulteriori rispetto a quelli già previsti, per offrire più opportunità formative agli studenti
Percorsi di alternanza scuola-lavoro: negli istituti tecnici e professionali per una durata complessiva nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi per almeno 400 ore e nei percorsi liceali per una durata complessiva nel triennio di almeno 200 ore.
Piano nazionale della scuola digitale: 90 milioni di investimento per dotare le scuole di banda larga e wi-fi, laboratori territoriali, formazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie per gli insegnanti
Formazione continua ed obbligatoria per i docenti.
5 per mille (aggiuntivo, non alternativo alle possibilità già esistenti di destinazione) e detrazione fiscale per investimenti sulla scuola (school bonus, analogo ad ecobonus ed art bonus). A questo proposito è stato rilevato il rischio di sperequazione fra scuole situate in territori diversi (ricchi o poveri) e necessità di una maggiore perequazione di quella attualmente prevista (10%).
Sono presenti inoltre le seguenti deleghe:
• riordino delle disposizioni normative
• Nuove modalità di formazione universitaria ed accesso alla docenza,
• riordino del diritto all’istruzione e alla formazione degli alunni e degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali (BES)
• revisione dei percorsi dell’istruzione professionale
• Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni,
• diritto allo studio su tutto il territorio nazionale nel rispetto delle competenze delle Regioni in materia attraverso la definizione dei livelli essenziali;
• istituzioni ed iniziative scolastiche italiane all’estero
Ecco inoltre le novità introdotte dalla Commissione Cultura ( vedi testo).
IN COMMISSIONE
La Commissione è sempre impegnata impegnata nel lavoro emendativo sul disegno di legge La Buona Scuola. Mi piace evidenziare che il provvedimento ha recepito il contenuto di due emendamenti da me presentati insieme ad altri colleghi relativi, rispettivamente, all’inserimento dei corsi di primo soccorso nelle scuole e all’introduzione dei temi del “linguaggio e tecniche del cinema” e dello “spettacolo dal vivo” nel piano triennale dell’offerta formativa delle scuole, tema, quest’ultimo, particolarmente sentito e sollecitato dalle associazioni del settore (ANEC, ANEM, AGIS) per sviluppare, in un Paese come il nostro da sempre protagonista in questi ambiti, specifici progetti di formazione.
Quanto al tema del primo soccorso, l’emendamento approvato all’unanimità– che riformula il contenuto di emendamenti presentati anche da altri gruppi parlamentari- prevede esplicitamente che si attivino, nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, iniziative specifiche rivolte agli studenti con il contributo delle realtà del territorio nel rispetto dell’autonomia scolastica.
Si tratta di un tema di cui mi sono occupata spesso in questi due anni, grazie anche alle sollecitazioni di numerose associazioni della provincia ( prima tra tutte la ONLUS David Carelli che si sta attivamente impegnando per diffondere la cultura del primo soccorso) presentando anche una specifica risoluzione tematica presso le Commissioni Cultura e Affari Sociali. L’approvazione di questo emendamento segna un primo passo importante e una piccola concreta soddisfazione personale ( vedi comunicato).
E INFINE
Tante le polemiche che hanno accompagnato l’approvazione della legge elettorale e che hanno visto una profonda e dolorosa divisione all’interno del gruppo di minoranza del Pd sul voto di fiducia e sul voto finale al provvedimento.
Non torno sul tema. Voglio evidenziare una cosa, però. Mi hanno insegnato in questi due anni di “gavetta” parlamentare che si rispettano le decisioni assunte dal proprio gruppo parlamentare . Addirittura era uno degli impegni posti dal programma Italia Bene Comune con cui ci siamo presentati alle elezioni politiche del 2013 .
Ce lo chiedeva Pierluigi Bersani. Lo chiedeva a tutti noi candidati. ” vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o questioni rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta”. Pagina 5 del programma l’Italia giusta.
Leggi l’articolo di Michele Nicoletti
Voglio citare questo passaggio per aggiungere un elemento a quel voto sull’Italicum approvato alla Camera. Parto da quella citazione per ricordare una cosa: che il voto favorevole al provvedimento è’ stato approvato dalla assemblea del gruppo parlamentare alla Camera nel mese di aprile con un’ampia maggioranza. Chi scrive queste parole pur assistendo fino alla fine alla lunga e articolata assemblea, non prese parte al voto in quella sede, insieme a numerosi colleghi della cd. minoranza per sollecitare una modifica che migliorasse ulteriormente il provvedimento. Sicuramente il provvedimento sarebbe stato perfezionabile in alcuni aspetti, ma penso che di fronte ad una decisione del gruppo parlamentare sia necessario prendere atto di una scelta assunta e se ne rispetti il contenuto.
Ho votato le 3 fiducie poste dal Governo. L’ho fatto con la grande attenzione verso quei colleghi deputati che stavano vivendo un travaglio personale. Sia verso chi ha scelto di non votare, sia nei confronti di quelli che hanno votato con difficoltà. La politica è fatta di rapporti umani che non si devono cancellare e dimenticare. Mi rendo conto che agli occhi dei cittadini possiamo apparire quasi degli extraterresti, ma non è cosi.
La spaccatura interna alle minoranze ha rappresentato un passaggio non semplice e oggetto di una lunga discussione al nostro interno, che peserà anche sui dibattiti delle prossime settimane. Condivido con voi alcune riflessioni del prof. Franco Cassano, collega del Partito Democratico. Pur avendo, da nativa democratica, una storia politica e personale differente da lui penso che ci siano spunti interessanti su cui poter riflettere e che condivido.