SI TORNA SUI BANCHI.
Prendo a prestito una metafora “scolastica” ( del resto la scuola è stato e sarà, nei prossimi mesi, uno dei temi al centro del lavoro del Ministero, della Commissione Parlamentare e del dibattito politico) per sintetizzare efficacemente la riapertura delle aule parlamentari ed il ritorno sui banchi di Camera e Senato. Un ritorno che porta con se’ questioni delicate ed importanti che saranno al centro del dibattito politico e parlamentare. Penso alla prossima legge di stabilità – che dovrà coniugare rispetto dei vincoli finanziari e di bilancio con politiche di sviluppo e ripresa- all’emergenza immigrazione, esplosa in tutta la sua evidenza in queste settimane – provando ad associare la gestione degli sbarchi e dell’emergenza umanitaria con la definizione di una comune politica europea in materia di immigrazione e diritto di asilo – al Mezzogiorno – già al centro di una specifica Direzione del PD, svoltasi lo scorso agosto- che impone di adottare molteplici e coordinate misure programmatiche a cominciare dalla programmazione comunitaria 2014/2020, da definire di concerto con i Presidenti delle Regioni interessate.
E, infine, il tema dei temi che già da settimane agita le cronache politiche: quelle riforme costituzionali su cui la Prima Commissione del Senato tornerà a votare nei prossimi giorni. Un tema su cui rischiano di consumarsi fratture pericolose all’interno del Partito Democratico. Pericolose per la tenuta del Governo in carica e per il futuro e la compattezza del Pd. In queste settimane sono state molteplici le dichiarazioni rese sul tema delle riforme e sul futuro del Partito guidato da Matteo Renzi. Penso che sia importante partire da una considerazione iniziale: la riforma costituzionale viene da lontano, ha le sue fondamenta nell’Ulivo e in tante elaborazioni del centrosinistra ed anch’essa ha subito rilevanti cambiamenti rispetto al progetto iniziale del governo. Lo stesso programma elettorale del 2013 apriva espressamente ad un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela del ruolo di equilibrio assegnata al Presidente della Repubblica.
Il lavoro che dovrebbe guidare questa terza lettura al Senato dovrebbe tendere ad un miglioramento del testo in quelle parti ( penso alle competenze del Senato stesso, agli istituti di garanzia e al Titolo Quinto) su cui è necessario un lavoro emendativo da parte dell’aula di Palazzo Madama. Emendare e migliorare, senza però stravolgere il lavoro fin qui compiuto nella direzione di una semplificazione del procedimento legislativo e del superamento del bicameralismo paritario. Per questo ritengo sia importante mantenere l’ancoraggio del nuovo Senato alle Istituzioni territoriali, che sarebbe ancora più organica se riuscissimo ad affrontare il grande tema delle Regioni a partire da più efficienti e produttive aggregazioni territoriali. Forme di partecipazione diretta dei cittadini alla composizione del nuovo Senato, da stabilire per principio in Costituzione e regolate con legge ordinaria, non dovrebbero prescindere da questa acquisizione. Se saltasse questa connessione si tornerebbe al classico sistema bicamerale, con un Senato semplicemente ridotto nelle funzioni.
E’ un tema su cui il nostro partito ed i nostri gruppi parlamentari hanno lungamente discusso in questi due anni, su cui la stessa Commissione dei saggi istituita dal Presidente Napolitano nel 2013 ha offerto un proprio contributo. Penso sia importante che non cessi all’ interno del Partito Democratico il confronto, anche acceso, ma di merito intorno a questo tema, nella consapevolezza, però, che ogni soluzione di mediazione deve, necessariamente, risultare intermedia rispetto alle posizioni in campo, pena la impossibilità di arrivare ad una soluzione. Come giustamente ha ricordato il Ministro Maurizio Martina, LEGGI INTERVENTO le regole della comunità non sono una camicia di forza ma la base della convivenza. Se venissero meno, più nessuna classe dirigente sarà legittimata. La libertà di coscienza è un di più di responsabilità, non un liberi tutti. Questo presuppone che nel Pd si attrezzino, oltre la contingenza del buon governo, luoghi e strumenti di elaborazione politica e culturale che non sono sin qui esistiti. Questo è un lavoro che penso debba impegnare tutti nelle settimane che ci attendono.
RIFORMA PA:
Nel mese di agosto il Senato ha approvato in via definitiva il testo della cd. Legge Madia di riforma, riordino e semplificazione della Pubblica Amministrazione.
Il disegno di legge approvato segue, a distanza di un anno, l’approvazione del decreto legge sulla pubblica amministrazione, contenente le norme più urgenti e immediatamente applicabili, e una consultazione pubblica che ha permesso un confronto reale, frutto di un metodo di lavoro coesivo e partecipativo, con gli attori coinvolti.
Ecco alcuni dei punti salienti della riforma (per maggiori approfondimenti leggete il dossier allegato)
Una rivoluzione digitale nell’erogazione dei servizi. Un diritto dei cittadini diventa un dovere per le amministrazioni. Basta un click per richiedere e ricevere documenti. Accesso a qualunque servizio online con un solo Pin.
• Silenzio assenso tra le amministrazioni e con i cittadini. Stop ai ritardi sulle richieste. Regole certe per avviare un’attività.
• Trasparenza: la migliore politica contro la corruzione a costo zero. Si sciolgono i nodi della burocrazia: risparmio, qualità dei servizi, controllo sociale contro il malaffare.
• Riorganizzazione dell’Amministrazione dello Stato: politiche pubbliche più coordinate e valutazioni per decisioni più rapide. Eliminazione delle duplicazioni, forme più snelle di funzionamento. Gestione associata dei servizi delle Forze di Polizia. Accorpati PRA e Motorizzazioni (documento unico di circolazione e proprietà dei veicoli)
• Riforma delle Camere di commercio: nuova mission e più efficienza. Più sostegno concreto alle imprese. Costi ridotti grazie ad una razionalizzazione della presenza sul territorio (riduzione da 105 ad un massimo di 60 Camere in tutta Italia).
• Enti di ricerca pubblici più efficienti ed europei: meno burocrazia per la ricerca, maggiore flessibilità nella gestione delle risorse, regole più semplici. Definizione del ruolo dei ricercatori nel rispetto della Carta europea.
• Maggiore flessibilità organizzativa per garantire una migliore conciliazione tra vita e lavoro. Incentivi per modelli organizzativi che favoriscano il lavoro remoto, lo smart-working e il co-working.
• Forte riduzione del numero delle Società Partecipate: razionalizzazione del sistema delle partecipazioni pubbliche. Rafforzamento dei criteri pubblicistici nella gestione: tetto alle retribuzioni e trasparenza.
• Organizzazione e gestione dei servizi pubblici: incentivi e premi a enti locali che scelgono di aggregare attività di gestione per favorire efficienza e risparmio. Tariffari che tengano conto di produttività per ridurre aggravio su cittadini e imprese. Maggiore trasparenza nei contratti di servizio. Strumenti di rilevazione e obbligo di standard di qualità nazionali.
DECRETO ENTI LOCALI:
Prima della pausa estiva le Camere hanno convertito in legge il decreto legge n. 78 sugli enti territoriali, vasto e articolato pacchetto di misure che incide su diversi settori di interesse per i territori. Un provvedimento molto atteso sul quale ho avuto modo di prendere parte ad un approfondito incontro tematico convocato dalle forze sindacali del territorio prima della sua conversione.
Si va dall’alleggerimento del Patto di stabilità interno, allo stanziamento di oltre 2 miliardi per pagamento dei debiti commerciali; dall’assegnazione di 530 milioni ai Comuni, a misure in materia di personale delle Province e di servizi per l’impiego; dalle disposizioni per accelerare la ricostruzione delle aree terremotate abruzzesi ed emiliane, al sostegno di altre zone colpite da calamità naturali. Nel decreto è stato affrontato il nodo del personale in esubero, introdotte norme che impegnano le Regioni entro ottobre a procedere al riordino delle funzioni non fondamentali dei nuovi Enti di area vasta, prevista la possibilità di predisporre il solo bilancio annuale per il 2015. È stata inoltre recepita, in materia sanitaria, l’intesa Stato-Regioni riguardante misure urgenti per la razionalizzazione e l’efficientamento del Servizio sanitario nazionale, siglata dalle Regioni all’unanimità lo scorso 2 luglio 2015.
Ecco una breve sintesi per titoli delle misure adottate.
Sostegno agli Enti Locali. Tra le novità che il decreto-legge introduce per i Comuni la revisione degli obiettivi del Patto di stabilità interno, con l’allentamento dei relativi vincoli e di alcune sanzioni. L’articolo 1 prevede che, come previsto nell’intesa della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali del 19 febbraio 2015, siano rimodulati gli obiettivi del Patto di stabilità interno per il quadriennio 2015-2018. La nuova metodologia di calcolo determina per gli enti un surplus pari a circa 100 milioni di euro rispetto alle previsioni della Legge di Stabilità 2015. Queste risorse potranno essere utilizzate per: a) interventi di riqualificazione in seguito a eventi calamitosi (10 milioni); b) la messa in sicurezza degli edifici scolastici (40 milioni); c) spese coerenti con l’esercizio della funzione di ente capofila (30 milioni); d) spese derivanti da alcune tipologie di sentenze passate in giudicato (20 milioni).
Con una norma che incide sul Patto di stabilità delle Regioni si è disposto che per l’anno 2015 nel calcolo del saldo in termini di competenza non si tiene conto degli impegni per investimenti diretti e per contributi in conto capitale. Questa sorta di Golden Rule si applica alle Regioni che nell’anno 2014 abbiano registrato soddisfacenti indicatori annuali di tempestività dei pagamenti.
L’articolo 8 dispone nuove risorse per il pagamento dei debiti commerciali di Regioni e Province autonome. L’incremento è pari a 2 miliardi per il 2015. Vengono infine introdotte norme per consentire agli Enti locali l’utilizzo delle somme già disponibili (ma non utilizzate) per assicurare il pagamento dei debiti: una dotazione stimata in 850 milioni di euro per la concessione di anticipazioni di liquidità al fine di far fronte ai pagamenti dei debiti maturati alla data del 31 dicembre 2015. Ulteriori commi del medesimo articolo 8 prevedono, per l’anno 2015, un contributo di 530 milioni complessivi per i Comuni, a seguito dei tetti sulle aliquote d’imposta e delle detrazioni introdotte nelle Legge di Stabilità 2015. Di questi, 472,5 milioni vanno a compensare il minor gettito registrato nel passaggio da Imu a Tasi, mentre 57,5 milioni riguardano il minor gettito dell’Imu sui terreni agricoli.
Stanziati 29 milioni di euro per i piccoli Comuni. La misura punta a ridurre gli effetti gli effetti del riparto del fondo di solidarietà comunale effettuato nel 2015. Sono oltre 2.600 i Comuni che beneficeranno della ridistribuzione, 2.400 dei quali con meno di 10mila abitanti
Personale Province. Il decreto costituisce, in ordine cronologico, l’ultimo tassello del complesso procedimento di ricollocazione del personale delle Province. Viene infatti prevista la disapplicazione – al solo fine della ricollocazione del personale conseguente al riordino della “legge Delrio” –, della “sanzione” del divieto di assumere personale a qualsiasi titolo per le pubbliche amministrazioni che non rispettino l’indicatore dei tempi medi nei pagamenti o per gli enti territoriali che non rispettino il Patto di stabilità interno. Si tratta di un’importante cambio di rotta che consente di “sbloccare” il cortocircuito normativo che si era creato tra la Legge di Stabilità 2015, che imponeva la ricollocazione, e la normativa sul divieto di assunzioni nella pubblica amministrazione. L’articolo 1 prevede che Province e Città metropolitane che non abbiano rispettato il Patto di stabilità 2014 potranno stipulare per l’anno in corso contratti a tempo determinato per le strette necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi. Gli articoli 4 e 5 consentono la ricollocazione del personale delle Province8 presso Regioni ed Enti locali.
Si stabilisce che il personale della Polizia provinciale transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale. Si prevede che le Province e le Città metropolitane individuino il personale di Polizia provinciale necessario allo svolgimento delle funzioni fondamentali. L’individuazione del personale avviene entro una ricollocazione di funzioni di polizia amministrativa disposta da leggi regionali. Il personale non individuato o riallocato al 31 ottobre 2015 viene trasferito ai Comuni singoli e associati. L’articolo 4 dispone, inoltre, che il personale delle Province che alla data del 31 dicembre 2014 si trovasse in posizione di comando, distacco o altri istituti comunque denominati presso altra pubblica amministrazione è lì trasferito. Ciò a condizione che il lavoratore abbia prestato il proprio consenso e a fronte della disponibilità di capienza della dotazione organica dell’amministrazione “di destinazione”, con particolare riferimento alla sostenibilità finanziaria della presa in carico.
Altre misure. Vengono stanziati ulteriori 30 milioni in favore degli Enti di area vasta e delle Città metropolitane per le spese di assistenza ad alunni con handicap. Viene superato il blocco delle assunzioni per il personale dei servizi educativi e scolastici comunali conseguente alla riforma delle Province. Gli Enti locali potranno indire i concorsi per assumere le professionalità necessarie al funzionamento di nidi e scuole d’infanzia in deroga a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015.
Per tutelare il patrimonio culturale, l’articolo 16 prevede anche un piano di razionalizzazione degli archivi e degli istituti di cultura delle Province, che il Ministero dei beni e delle attività culturali adotta entro il 31 ottobre 2015. Sarà quindi possibile il versamento agli archivi di Stato dei documenti degli archivi storici delle Province, con esclusione di quelle trasformate in Città metropolitane, anche con eventuale trasferimento degli immobili di proprietà delle Province adibiti a sede. Con lo stesso piano possono anche essere individuati ulteriori istituti e luoghi della cultura delle Province da trasferire mediante stipula di appositi accordi tra gli enti territoriali interessanti Previsto anche il trasferimento di personale a tempo indeterminato di archivisti, bibliotecari, storici dell’arte e archeologi alle dipendenze del Ministero dei Beni Culturali entro il 31 ottobre 2015.
Prima di ricominciare. Qualche aggiornamento sull’esperienza parlamentare
I numeri non esauriscono e non rendono il senso e la portata dell’impegno reso da un parlamentare. Ma prima di ricominciare con l’attività parlamentare, vi voglio aggiornare con alcuni dati sul lavoro svolto fino ad oggi.
Indice di presenza:
93,95%/ Mozioni : 35/ Interpellanze: 30/ Interrogazioni: 109/ Risoluzioni: 17/ Ordini del giorno: 89/Emendamenti: 494
Lo scorso 21 luglio, in occasione del rinnovo degli Uffici di Presidenza delle Commissioni di metà mandato, sono stata rieletta Segretario della Commissione Cultura e Istruzione.
Di seguito alcune delle tematiche di cui mi sono occupata e continuo ad occuparmi:
• Finanziamento Istituti Musicali Pareggiati e situazione dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (che, nella nostra regione interessa i conservatori di Pesaro e Fermo, l’Istituto Musicale pareggiato Pergolesi di Ancona, le Accademie di Belle Arti);
• Finanziamento del Museo Statale tattile Omero di Ancona;
• Archivi e istituti culturali e definizione di criteri relativi alla contribuzione a favore degli istituti culturali (rientrano in questa categoria e beneficiano di questi finanziamenti numerose istituzioni culturali che lavorano nella nostra regione, ad es. la Deputazione di storia Patria per le Marche, il Centro Nazionale di studi Leopardiani);
• Sostegno e promozione iniziative in memoria della Prima Guerra Mondiale (attraverso il coinvolgimento della Regione Marche e di tutti i Comuni della provincia di Macerata nella realizzazione di specifiche iniziative commemorative del primo conflitto mondiale in collaborazione con la Commissione Cultura della Camera dei Deputati e dell’Istituto Centrale per la storia del Risorgimento italiano e attraverso la presentazione di una specifica risoluzione approvata all’unanimità in Commissione Cultura nel mese di dicembre 2014);
• Riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo (che interessa da vicino la struttura periferica regionale delle sovrintendenze e della Direzione regionale, coinvolte in un generale processo di riordino);
• Sostegno all’attività cinematografica e recupero delle sale inattive ( spesso situate nei centri storici delle nostre città);
• Riforma del settore editoria ( che riguarda anche numerosi periodici locali e associativi) e revisione dei criteri di contribuzione pubblica;
• Sollecitazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la tutela e la protezione dei beni culturali collocati all’estero e la costituzione di uno specifico nucleo di Caschi Blu del patrimonio Culturale da dislocare nei teatri di guerra;
• Tutela del Colle dell’Infinito a Recanati in questi mesi oggetto di frane per il quale si è sollecitato un intervento specifico del Ministero dei Beni Culturali.
• Sblocco del turn over negli Enti di Ricerca (tema particolarmente importante che riguarda da vicino una realtà prestigiosa della nostra regione, come l’Istituto di scienze marine di Ancona, facente capo al CNR, che soffre gravemente del precariato e della mancata stabilizzazione del personale di ricerca, particolarmente qualificato);
• Organico del personale docente delle scuole marchigiane e della provincia di Macerata;
• Introduzione di corsi di primo soccorso presso gli istituti scolastici secondari di primo grado e superiore (grazie alla sollecitazione di realtà associative che operano nella nostra regione, dopo aver presentato una specifica risoluzione presso le Commissioni Cultura e Affari sociali nell’anno 2014, è stato accolto l’emendamento da me presentato al Disegno di Legge La Buona Scuola che ha previsto l’introduzione, nel percorso formativo dello studente, dei corsi primo soccorso nelle scuole così da consentire interventi urgenti di rianimazione di persone in stato di incoscienza o di arresto cardiaco);
• Problematiche relative al trasporto ferroviario e alla mobilità nella regione Marche;
• Riconoscimento delle spese sostenute dai Comuni per l’apertura delle sedi giudiziarie (si tratta delle risorse finanziarie che lo Stato dovrebbe erogare a favore degli Enti Locali per le attività di apertura e manutenzione dei tribunali e delle sedi giudiziarie, spesso liquidate con grave ritardo con conseguente esposizione finanziaria degli stessi Comuni. Nella nostra regione sono interessate da questa problematica le amministrazioni locali sedi di tribunali e uffici giudiziari)
• Sblocco delle risorse relative alla Cassa integrazione in deroga (sollecitazione diretta al Governo per denunciare la grave situazione presente nelle Marche e favorire lo sblocco delle risorse previste per il finanziamento della Cassa integrazione in deroga);
• Problematiche conseguenti all’applicazione del patto di stabilità negli Enti Locali e interventi volti a prevederne l’esclusione per specifiche voci di spesa, come l’edilizia scolastica o gli interventi sui beni culturali ( tema che coinvolge da vicino numerosi Enti Locali della nostra regione);
• Tutela del personale delle Amministrazioni provinciali interessato dal processo di riordino delle funzioni degli enti (tale problematica interessa da vicino il processo di trasferimento del personale provinciale, la salvaguardia del loro inquadramento e, al contempo, la tutela dei lavoratori precari impiegati nei Centri per l’impiego provinciali) ;
• Richiesta per l’assegnazione di un’onorificenza al Merito Civile al Gonfalone del Comune di San Severino per gli scontri avvenuti durante la seconda guerra mondiale (d’intesa con l’Amministrazione comunale si è sollecitato lo sblocco dell’iter procedurale relativo alla richiesta di onorificenza inoltrata ai competenti Ministeri. Con grande lentezza, si è finalmente costituita, presso il Ministero degli Interni, la commissione istruttoria chiamata a valutare la concessione dell’onorificenza ai Comuni richiedenti);
• Coinvolgimento dei Ministeri competenti ( in particolare il Ministero per lo sviluppo economico) nella questione relativa alla possibile chiusura ed acquisizione degli stabilimenti Sacci di Castelraimondo, in stretta sinergia con le rappresentanze sindacali locali e l’amministrazione comunale, coordinando i colleghi delle regioni interessate dalla chiusura degli altri stabilimenti del gruppo.
E per un quadro più complessivo del lavoro del nostro gruppo parlamentare vi consiglio di leggere il nostro ALMANACCO DEL 2015
IN COMMISSIONE:
Nel mese di agosto sono stata relatrice in Commissione di due provvedimenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: il primo relativo al riconoscimento, da parte del Ministero, di alcuni Comitati nazionali per le celebrazioni di eventi di particolare rilievo ( procedura che, dopo essersi arrestata negli anni passati per carenza di risorse finanziarie – di cui ha risentito purtroppo, nel 2010, il mancato riconoscimento e finanziamento del Comitato per le celebrazioni del Quarto Centenario della morte di Padre Matteo Ricci – è stata ora riavviata per gli anni 2014 e 2015 grazie al reperimento di nuovi fondi), il secondo, particolarmente rilevante, relativo al decreto ministeriale di approvazione della Tabella triennale di finanziamento degli istituti culturali, prevista dalla legge 534 del 1996.
Si tratta di uno degli atti più importanti del Ministero, insieme al Fondo Unico per lo Spettacolo, ed interessa da vicino l’attività di numerose istituzioni culturali di grande prestigio come le Deputazioni di storia patria, il Museo della Scienza di Firenze, l’Accademia della Crusca, gli Istituti Gramsci e Sturzo, la Fondazione Basso, l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, la rete degli Istituti storici della Resistenza, l’Istituto Nazionale di Architettura, il Centro Nazionale di studi Leopardiani di Recanati, la Fondazione Rossini di Pesaro.
Si è trattato di un provvedimento che ha richiesto un esame attento da parte della Commissione e che ha visto un dibattito particolarmente approfondito e dettagliato, al termine del quale come relatrice ho rivolto al Governo specifiche e dettagliate raccomandazioni ed osservazioni dirette a favorire, anche in questo settore, maggiore trasparenza nei criteri di valutazione (spesso carenti) e nelle motivazioni rese dalle commissioni giudicatrici ed il contemperamento tra i criteri di storicità ed innovatività diretti a favorire anche il sostegno a realtà di più recente fondazione impegnate nelle attività di studio e ricerca.
E INFINE:
Ecco alcune dei miei interventi resi nelle settimane passate su alcuni temi nazionali e locali:
Non esiste una teoria del gender