Newsletter n° 25 del 1 Marzo 2016

“Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano. Il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l’indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale”. Con questi due articoli un solenne Decreto Fondamentale, approvato il 9 febbraio del 1849 da una Costituente eletta a suffragio universale, dichiarava costituita la Repubblica Romana e cessato il governo temporale del Pontefice. Per una singolare coincidenza temporale ho ripensato a queste affermazioni quando il cardinale Angelo Bagnasco, l’11 febbraio (due giorni dopo il 167° anniversario della Repubblica Romana), ha auspicato votazioni segrete riguardo agli emendamenti presentati al disegno di legge Cirinnà in materia di unioni civili.Chi mi conosce sa che l’anticlericalismo non fa parte della mia cultura e proprio per questo nulla ho da obiettare sul fatto che il Presidente della Conferenza Episcopale italiana esprima la propria opinione in merito ad un provvedimento all’esame del Parlamento, auspicando, tra l’altro, come tutti noi che il dibattito sul tema sia “ampiamente democratico e che tutti possano esprimersi”. Questo è avvenuto e sta avvenendo in Senato e all’interno dei gruppi parlamentari del Partito Democratico. Quello che stona, a mio avviso, e che mi lascia perplessa, è l’auspicio così netto espresso dal Cardinale Bagnasco in merito all’ammissione del voto segreto. Non solo e non tanto perché la scelta di effettuare una votazione a scrutinio segreto spetta al Presidente dell’Assemblea parlamentare coinvolta, ma soprattutto perché ritengo che anche su questi temi e, ancor più da parte di una autorità spirituale, sia auspicabile non la segretezza di una votazione ma la limpidezza e la trasparenza di una presa di posizione. Lo ritenevo giusto anche quando, molti anni fa, in occasione del referendum abrogativo della legge in materia di fecondazione assistita (una legge ricordiamoci demolita da numerose sentenze della Corte Costituzionale) la Conferenza Episcopale italiana invitò non a confrontarsi apertamente su un tema certamente non semplice e problematico ma a scegliere la più semplice soluzione dell’andare al mare ed astenersi dalle urne. Riconosco – come del resto il Partito Democratico sta facendo- che su alcuni temi così complessi il parlamentare possa appellarsi alla libertà di coscienza e non alla disciplina del gruppo ma penso anche, da cittadina prima ancora che da parlamentare, che su questi temi, proprio nel rispetto di una scelta matura e consapevole (e non dettata da meri calcoli elettoralistici) sia giusto poter conoscere la scelta fatta ed il voto espresso. Non per fare liste di proscrizione – che da ogni parte provengano penso siano antidemocratiche oltre che sbagliate- ma per poter rivendicare e spiegare ai cittadini la scelta fatta, senza doversi nascondere nelle tecniche e nelle tattiche parlamentari.

Personalmente ritengo indispensabile procedere quanto prima all’approvazione di una legge sulle unioni civili che vada a disciplinare fenomeni che già sono presenti nella realtà quotidiana della nostra società e che richiedono disposizioni chiare e certe.

Si dice spesso che sono altre le urgenze in questo momento, a cominciare dal lavoro, dalla lotta alla disoccupazione e alla povertà. Il Parlamento non si è certo fermato in queste settimane di dibattito sul disegno di legge Cirinnà e questi temi sono ovviamente al centro dell’agenda politica. Lo sono insieme al tema, altrettanto importante, dei diritti civili, che meritano riconoscimento e approfondimento e rispetto ai quali non mi sentirei di stilare classifiche su cosa è più o meno urgente.
So quanto sia spinoso il tema della stepchild adoption, tecnicamente adozione del figliastro “-“, istituto già in essere in Italia dal 1983 con la legge 184/1983, che consente alle coppie eterosessuali sposate l’adozione del figlio del coniuge e che si vorrebbe ora estendere alle coppie omosessuali- e apprezzo il lavoro di mediazione che fino all’ultimo si sta cercando di portare avanti. La legge italiana già vieta il ricorso alla pratica del cd. “utero in affitto”, l’introduzione dell’istituto dell’adozione nella legge in esame disciplinerebbe fenomeni che già avvengono nella realtà italiana, su cui già la magistratura italiana è intervenuta, ammettendo l’adozione da parte del convivente, indipendentemente dallo stato civile e dall’orientamento sessuale. Non ho certezze e non proclamo dogmi, so quanto sia complessa questa tematica e ho più di una perplessità in merito alla pratica delle madri a pagamento, penso però, allo stesso tempo, che il legislatore debba preoccuparsi di tutelare chi è più debole, come il minore, disciplinando fenomeni che sono già in essere nella realtà, indipendentemente dalla legge.

A questo proposito c’è un bel romanzo che vi consiglio di recuperare in questi giorni su questo tema: “Sei come sei” di Melania Mazzucco. Non offre certezze o verità assolute, racconta la storia di una famiglia formata da due papà ed una bambina e di cosa accade a quella famiglia e a quella bambina alla morte di uno dei due papà. E’ una storia tessuta di amore, dolore e sofferenza, come la vita stessa è. Non è un manifesto ideologico, è solo una storia simile a tante altre che ci sono nella vita reale, che vale la pena di conoscere e a cui mi capita di pensare quando ascolto certe affermazioni o prese di posizione.

Decreto Milleproroghe

La Camera ha approvato, dopo il passaggio nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio, la conversione in legge del decreto-legge n. 210 del 30 dicembre 2015 sulla “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative” che affronta lo stato di attuazione di numerose leggi rettificandone le scadenze per raggiungere più efficacemente gli obiettivi previsti.

Tra gli aspetti più rilevanti ci sono alcune misure a sostegno di lavoratori e imprese, come la possibilità di prorogare i contratti ai precari delle provincie e delle città metropolitane fino al 31 dicembre 2016, l’aumento dell’importo dei contratti di solidarietà in particolari situazioni e la proroga, in alcune circostanze, dell’esonero dal pagamento del contributo di licenziamento a carico del datore di lavoro. E’ infatti prevista la proroga anche per il 2016 dell’esonero dal pagamento del contributo di licenziamento in caso di cambio di appalto, quando le nuove assunzioni avvengono in osservanza delle clausole sociali, e anche in caso di interruzione del rapporto di lavoro a tempo determinato nel settore edile per il completamento dell’attività e la chiusura del cantiere. Si tratta di una delle misure più importanti del decreto, per la quale sono stati stanziati circa 38 milioni di euro.
I lavoratori con contratto di solidarietà vedranno prorogata nel 2016 l’integrazione salariale, con un ulteriore incremento del 10 per cento. La copertura di questa integrazione economica, che va a compensare una quota importante della retribuzione persa dai lavoratori, arriva dal Fondo sociale per l’occupazione e la formazione, fino a un limite di 50 milioni di euro.

Si modifica il termine per le prime elezioni dei Presidenti di provincia e dei consigli provinciali successive alla legge 7 aprile 2014, n. 56 (legge Delrio), posticipandolo da 30 a 90 giorni dalla scadenza naturale dei mandati o dalla decadenza o dallo scioglimento anticipato degli organi provinciali. Si prorogano al 31 dicembre 2016 i termini entro i quali diventa obbligatoria la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni
Viene prorogato al 15 giugno 2016 -relativamente ai soli esercizi degli anni 2013 e 2014 – il termine entro cui i rappresentanti legali o i tesorieri dei partiti devono trasmettere agli organi preposti il rendiconto ed i relativi allegati unitamente al giudizio espresso dalla società di revisione sul rendiconto ed il verbale di approvazione dello stesso.

È prevista una sanzione amministrativa pari a 200.000 euro per i partiti che non ottemperano alla trasmissione di tali atti.
Tra gli altri, specifici interventi di proroga riguardano l’edilizia scolastica, le norme antiterrorismo, gli interventi emergenziali, la ricerca.

Il Parlamento

Il cd. Decreto Milleproroghe contiene una disposizione importante e significativa, introdotta grazie all’approvazione di un mio emendamento, sottoscritto da tutti i colleghi PD della Commissione Cultura e dai colleghi marchigiani Lodolini, Carrescia e Marchetti: il rinnovo dello stanziamento ministeriale a sostegno delle attività del Museo statale tattile Omero di Ancona. Si tratta di una misura di cui- confesso- vado particolarmente orgogliosa perché frutto di un lavoro sinergico condotto nei mesi passati insieme al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ed in particolare alla sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni, e ai colleghi del gruppo PD alla Camera. Un lavoro sinergico che rende finalmente stabile, dopo continui rinvii, il finanziamento statale a sostegno di un’eccellenza culturale del Paese non solo della regione Marche (che vi consiglio di andare a visitare) prima in Italia per la promozione dell’integrazione delle persone con disabilità visiva, consentendole così di avviare, grazie alla certezza del finanziamento previsto, una programmazione stabile della propria attività.

Nel mese appena trascorso ho inoltre depositato due ulteriori atti: una interrogazione relativa alla difficile situazione dei docenti precari delle Accademie di Belle Arti, sollecitando il Miur a convocare quanto prima un tavolo operativo di confronto sul tema, ed una risoluzione riguardante lo stato di attuazione della riforma degli istituti d’arte in Licei artistici. Si tratta di un tema particolarmente sentito- oggetto anche nei mesi scorsi di un convegno a Ravenna promosso dalla rete dei Licei artistici a cui ho preso parte come relatrice- che chiama in causa una trasformazione della istruzione artistica, promossa dall’ex ministro Gelmini, che ha purtroppo messo a rischio la trasmissione di un sapere laboratoriale teorico e pratico, spesso fondamentale per il Made in Italy, che gli ex istituti d’arte erano, invece, in grado di assicurare.

LEGGI I TESTI

INTERROGAZIONE DOCENTI ACCADEMIE

RISOLUZIONE ISTITUTI D’ARTE

Dopo di noi

La Camera ha approvato in prima lettura e con il solo voto contrario del Movimento 5stelle, la proposta di legge sul «Dopo di noi» che nel lessico della disabilità si riferisce al periodo di vita delle persone successivo alla scomparsa dei genitori. La legge viene incontro al desiderio dei genitori di assicurare al proprio figlio tutte le cure e l’assistenza di cui necessita dopo la loro morte e di veder garantiti quei progetti di vita costruiti negli anni, finora realizzati solo grazie agli sforzi delle famiglie.

Da oggi alle persone con disabilità viene assicurata una continuità qualitativa di vita. Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana nelle politiche sociali. ll provvedimento si pone l’obiettivo di corrispondere a uno degli impegni contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in particolare laddove si riferisce al diritto di scegliere liberamente, sulla base del principio di uguaglianza, dove e con chi vivere, ovvero non essere obbligati a vivere in una particolare sistemazione, come purtroppo ancora oggi avviene con il ricorso alle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) .

Come recita l’articolo 1, il provvedimento è centrato sulle persone con disabilità e finalizzato a favorire il loro benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia. L’Italia resta nelle ultime posizioni se la si confronta con altri Paesi europei, e il cammino verso una reale uguaglianza che riconosca le differenze è ancora purtroppo lungo e pieno di ostacoli. La proposta di legge affronta le questioni riguardanti la disabilità in modo organico. Innanzitutto, mette fine all’insopportabile distinzione per categorie in vigore fino a ora. Punta, poi, a favorire il benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità.

Lo fa con una strategia che abbraccia i diversi, importanti aspetti problematici della disabilità: con l’istituzione di un Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare ma anche agevolando le erogazioni di soggetti privati; disciplinando le modalità di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in campo, con interventi innovativi di residenzialità che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa famiglia. A tal fine si stanziano, per il 2016, 90 milioni, ripartiti fra le regioni per interventi che sono pubblici. Dal 2017 si interverrà affiancando i soldi pubblici a risorse private
Di seguito la dichiarazione di voto di Ileana Argentin ed il testo del provvedimento (LEGGI LA DICHIARAZIONE).

Doppia preferenza

La Camera ha approvato in via definitiva, il 3 febbraio scorso, il testo di legge che impone finalmente, anche per i Consigli regionali – come già previsto nell’Italicum e nella legge elettorale che disciplina le elezioni amministrative- l’obbligo di assicurare la doppia preferenza di genere. La norma prende atto di una criticità: in ambito regionale la presenza femminile si colloca intorno al 18 per cento, contro il 31 per cento del livello nazionale e la media europea del 32 per cento. Escluse le esperienze dell’Emilia Romagna (34,7 per cento), della Toscana (27,5 per cento) e del Piemonte (26 per cento), tutte le altre Regioni faticano a raggiungere una presenza femminile che copra almeno un quarto del Consiglio. Alcune Regioni si collocano al di sotto del 10 per cento: la Sardegna si attesta intorno al 7 per cento, l’Abruzzo al 3,4 per cento, la Calabria al 3,3 per cento. Nelle ultime elezioni in Basilicata non è stata eletta nessuna donna.

Si tratta di numeri che palesano la necessità di rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne di prendere parte alla competizione politica, tanto più che il problema della presenza femminile nei Consigli regionali potrebbe incidere negativamente sull’equilibrio di genere del nuovo Senato, che –se l’iter della riforma costituzionale andrà a buon fine – dovrebbe essere eletto e composto dai membri delle Assemblee legislative regionali. La scarsa presenza femminile nelle Assemblee legislative regionali rischia pertanto di riflettersi nella nuova Camera della Regioni.

La norma approvata interviene sulla legge n. 165 del 2 luglio 2004 che stabilisce i principi fondamentali cui le regioni devono attenersi nella disciplina del proprio sistema elettorale.
In particolare, è modificata la lettera c -bis) dell’art. 4, co. 1, che prevede tra i suddetti principi la «promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive». In luogo del mero rinvio alle misure di incentivo, la nuova formulazione indica le specifiche misure da adottare ai fini della «promozione delle pari opportunità» tra donne e uomini, declinandole sulla base dei diversi sistemi elettorali adottabili a livello regionale.
Il testo prevede tre ipotesi con riferimento alle liste con preferenze, alle liste bloccate e ai collegi uninominali. La prima ipotesi è quella relativa alla possibilità che la legge elettorale preveda l’espressione di preferenze. In questo caso, in ciascuna lista i candidati dovranno essere presenti in modo tale che quelli dello stesso sesso non eccedano il 60 per cento del totale e sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima.

La seconda ipotesi è quella che si applica nel caso di liste bloccate. In questa circostanza, la legge elettorale dovrà disporre l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale.
Infine, la terza ipotesi si applica qualora siano previsti collegi uninominali. La legge elettorale in questo caso provvederà a disporre l’equilibrio tra candidature presentate col medesimo simbolo in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale. Nessun sistema elettorale adottato in Italia prevede allo stato collegi uninominali.

Attività

Accanto all’attività parlamentare, il 2016 è stato già denso di incontri ed appuntamenti. A cominciare dall’incontro avuto, nel gennaio scorso, con il Ministro Dario Franceschini insieme al Sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo, all’assessora alla Cultura, Rita Soccio (LEGGI L’ARTICOLO). Un incontro che ha avuto al centro la riqualificazione del Colle dell’Infinito promossa dall’Amministrazione recanatese ed i positivi risultati raggiunti dalla città grazie all’attuazione delle misure previste dall’art bonus. E’ stato un’occasione molto utile e positivo dal quale trarre una spinta ed un’ispirazione importante ora che la città di Recanati ha promosso la sua candidatura a capitale italiana della Cultura 2018, titolo assegnato annualmente da una giuria indipendente istituita dal Ministero dei Beni Culturali. Un obiettivo ambizioso che, a mio avviso, dovrà veder lavorare insieme tutta la comunità istituzionale, imprenditoriale e culturale della regione per conseguire un risultato capace di dare visibilità ed opportunità significative al nostro territorio.

Particolarmente interessante e partecipato è stato poi l’incontro con l’ex Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, promosso dal PD Marche e tenutosi lo scorso 5 febbraio a Macerata. Un’occasione durante la quale, prendendo spunto dal recente libro dell’on. Berlinguer (“Ri-creazione. Una scuola di qualità per tutti e per ciascuno”), si è discusso di temi rilevanti per la trasformazione della scuola: come l’autonomia didattica,la flessibilità dell’orario, l’introduzione di discipline legate all’arte e alla creatività. Un pomeriggio interessante e partecipato, utile per riflettere, oltre la contingenza del momento, sulla prospettiva da assegnare alla scuola nella società della conoscenza (GUARDA IL VIDEO).

Ho iniziato l’editoriale di questo numero con la citazione del Decreto istitutivo della Repubblica Romana, non è un caso, perché proprio alla Repubblica Romana e alla sua Costituzione si lega il nuovo libro, “Le pietre della Nazione”, curato da me e dal prof. Marco Severini dell’Università di Macerata. Una pubblicazione agile e snella che vuole ripercorre la storia e le basi giuridiche di una delle esperienze più vitali ed importanti del Risorgimento italiano ed europeo. Un testo a cui sono legata perché mi riporta ad occuparmi nuovamente- dopo qualche anno di assenza- di una tematica che è stata centrale nella mia formazione storica e politica. Presenteremo il nuovo libro anche in altri Comuni delle Marche, ecco le foto dei primi due incontri ad esso dedicati, svoltisi ad Ancona, presso la Prefettura ( il 9 febbraio) e presso il Comune.

TUTTE LE IMMAGINI DELLE ATTIVITA’ DI FEBBRAIO

E infine

Prendetevi qualche minuto per ascoltare questo intervento della Vice Presidente del Senato.

E’ un intervento sentito e sincero.

E, qualunque sia la vostra opinione su questo tema, che fa onore all’Assemblea di cui la senatrice Fedeli fa parte:

Guarda l’intervento