Newsletter n°1 dell’11 Novembre 2013

Spesso il mondo dell’informazione tende a semplificare, sintetizzare, a volte anche a banalizzare il senso di alcune deliberazioni e con esso anche il lavoro di ciascun parlamentare, alimentando ulteriormente il distacco tra il politico e la così detta gente comune. Esiste tuttavia, in Parlamento, un mondo fatto di persone sconosciute che non vanno nei talk show, che non rilasciano dichiarazioni ai telegiornali, che raramente vengono intervistate dai quotidiani, ma che in silenzio e nell’ombra mediatica lavorano per trovare accordi, limare i tagli, reperire ulteriori risorse. E’ un’attività di continuo confronto, studio, approfondimento e ricerca che impegna la quotidianità di moltissimi deputati. Un operosità che non fa notizia perché sottratta alle luci del gossip politico, del pettegolezzo istituzionale. Vorrei insomma, con questa newsletter, tentare di puntare se non un riflettore, almeno uno squarcio di luce (e perché no, anche un barlume di speranza!) su questo sconosciuto, ma essenziale e vivo sottobosco. Anche perché non è affatto vero che “tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera” (per citare le parole del buon Francesco De Gregori).

Infine, riguardo a me, uno strumento che, unito al sito www.irenemanzi.it e alla pagina facebook”Irene Manzi una scelta per l’Italia giusta”, vuole tenervi aggiornati, oltre che sul mio lavoro in Parlamento e nel mio territorio per testimoniare il senso di una partecipazione alla vita democratica importante e coinvolgente.

Quanto a voi sarei felice di poter ricevere il vostro contributo: sia in idee, progetti legislativi, interrogazioni, mozioni che in attività ed iniziative sul territorio. “

L’approvazione del decreto scuola – L’istruzione riparte

Lo scorso 7 novembre il Senato ha definitivamente approvato (con 150 si (Pd, Pdl, Scelta Civica e Gal), 15 no ( Lega Nord) e 61 astenuti (Sel e Cinque Stelle)) il decreto legge “L’Istruzione riparte”, senza apportare modifiche rispetto al testo votato dalla Camera il 31 ottobre scorso. Il provvedimento stanzia 450 milioni a regime per interventi nei settori della scuola, dell’università e della ricerca.

Nel lungo, impegnativo lavoro svolto nella settima Commissione della Camera, di cui sono componente, abbiamo inserito molti miglioramenti al testo originario del provvedimento, facendo tesoro delle tante audizioni e delle tante segnalazioni che abbiamo raccolto.

Finalmente un provvedimento che si occupa specificamente di scuola, università e ricerca è stato esaminato nella sua sede naturale, cioè in Commissione cultura. Si è percepito un senso di stupore, ebbene sì, è così, perché in effetti da anni, forse da troppi anni, misure destinate ad incidere sul sistema pubblico di conoscenza, spesso con il principale obiettivo di ridurre il bilancio a disposizione del Ministero.

Va dato atto al Governo Letta di avere emanato misure urgenti per far intraprendere al nostro Paese una politica di investimenti in favore del sistema pubblico della conoscenza. Un investimento – uso non a caso questa parola – costituito sia da idee, che da tempo vengono dibattute in seno alla Commissione cultura, sia da risorse finanziarie aggiuntive, che assommano a 315 milioni per il 2014 e a oltre 390 milioni annui dal 2015 in poi.

Il provvedimento prevede come primo nucleo di disposizioni quelle relative al welfare degli studenti, con l’incremento di 15 milioni per le spese di trasporto degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e di 3 milioni per l’assegnazione di premi di merito artistico per gli studenti dell’alta formazione artistica e musicale.

Si potenzia altresì l’offerta formativa con ulteriori 3 milioni di finanziamento, che permetteranno alle scuole di costituire ed aggiornare laboratori tecnico-scientifici che utilizzino materiali innovativi, ed ancora, sempre alle scuole, ma anche alle università ed alle accademie, consentiranno di avviare progetti didattici in collaborazione con musei e istituzioni culturali e scientifiche.

Ancora, si interviene per contenere il costo dei libri di testo, sia modificando le regole per l’adozione dei medesimi, sia mediante agevolazioni alle famiglie in difficoltà. Si afferma, infatti, la possibilità, in luogo dell’obbligatorietà, dell’adozione dei libri di testo, stabilendo il principio che le risorse possano essere destinate all’utilizzo di materiali alternativi anche autoprodotti dalle scuole: Si stanziano, inoltre, oltre due milioni e mezzo nel 2013, cioè a far data dall’anno scolastico in corso, e cinque milioni e mezzo nel 2014, per l’acquisto di libri da dare in comodato alle famiglie in difficoltà.

Il tema della dispersione scolastica viene affrontato proponendo un programma di didattica integrativa anche attraverso il prolungamento dell’orario scolastico, soprattutto nelle zone di maggior evasione dall’obbligo, volto al rafforzamento delle competenze di base e rivolto a tutti gli ordini di scuola. Già dall’anno scolastico in corso, le scuole potranno potenziare le attività di orientamento. Il provvedimento, infatti, inizialmente rivolto all’ultimo biennio della scuola secondaria superiore, è stato esteso anche all’ultimo anno della secondaria inferiore, cioè le scuole medie perché questi due momenti (l’iscrizione alle scuole medie e l’iscrizione alle scuole superiori) sono momenti cruciali in cui gli studenti effettuano una scelta determinante per il loro futuro formativo.

Si affrontano, quindi, i problemi più urgenti per offrire un concreto aiuto agli studenti ed alle famiglie, affinché a tutti vengano date reali opportunità per acquisire quelle competenze necessarie ad esplicare le proprie potenzialità individuali e a divenire cittadini consapevoli, favorendo al contempo il difficile compito delle scuole che tutti giorni, in trincea, combattono contro la dispersione e l’abbandono.

In materia di diritto allo studio universitario, il provvedimento ha previsto un incremento annuale del Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio nonché, per il 2014, risorse per l’erogazione di premi agli studenti iscritti alle Istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM) . Inoltre, durante l’esame parlamentare è stato previsto che il 3% delle somme nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (art. 48, co. 1, d.lgs. 159/2011) sia destinata al Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio.

Queste disposizioni fanno seguito a quelle introdotte con l’art. 59 del D.L. 69/2013 (L. 98/2013), che per gli studenti universitari ha previsto borse di mobilità per l’iscrizione all’a.a. 2013/2014.

Molto positiva è stata l’approvazione dell’emendamento, avvenuta in Commissione, che stabilizza a 150 milioni la capienza del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio.

Ogni intervento in questo ambito è un passo compiuto contro l’ineguaglianza e verso il progresso e lo sviluppo. È, pertanto, importante l’approvazione dell’emendamento che sterilizza per il prossimo anno accademico eventuali aumenti della tassazione e della contribuzione studentesca; un anno che il Parlamento dovrà mettere a frutto per approvare una legge che definisce i criteri nazionali affinché le tasse universitarie siano ispirate al principio di equità e di progressività.

In questi mesi la Settima Commissione sta affrontando una seria e complessiva analisi sullo stato dell’edilizia scolastica nel nostro paese. Per questo motivo, e non solo, importantissima è la disposizione, contenuta nel provvedimento, dedicata all’edilizia scolastica. Con quanto prevede l’articolo 10, cioè con la disponibilità da parte dello Stato di accendere dei mutui che avranno una durata trentennale a carico intero dello Stato, con un costo di 40 milioni l’anno, si potrà generare un flusso di risorse in favore degli enti proprietari delle scuole attraverso le Regioni, che avranno il compito di coordinare la scelta degli interventi di almeno – approssimativamente – 850 milioni di euro, senza che questo gravi sulle casse di Enti locali, quindi di Province e Comuni proprietari degli edifici.

Il provvedimento affronta alcune emergenze che attengono al personale della scuola, quale quella del reclutamento dei dirigenti scolastici, i cui ultimi travagliatissimi iter concorsuali hanno prodotto incertezze e rallentamenti nella stessa conduzione delle istituzioni scolastiche. Inoltre, grazie al lavoro della Commissione sulla questione del personale inidoneo all’esercizio della funzione docente, si è giunti a stabilire un principio: la prevalenza della tutela della salute e della dignità professionale sul fattore di contenimento della spesa. Ma si affronta anche un nodo strutturale e cruciale come quello di garantire stabilità agli organici: il piano triennale disposto dal decreto-legge consentirà di assumere personale scolastico a tempo indeterminato su posti in organico di diritto. Il provvedimento ha inoltre previsto l’immissione in ruolo di 26 mila docenti specializzati sul sostegno, ambito nel quale si era duramente abbattuta la precedente scure dei tagli. Questa misura, infatti, dispone il graduale ripristino degli organici del sostegno esistenti al 2008.

Come pure significativa è l’attenzione al bisogno di formazione in servizio dei docenti, soprattutto finalizzato a sostenere, in particolare, il difficile lavoro dei docenti impegnati – così come è risultato il nuovo testo dopo il lavoro in Commissione – in aree con forti criticità, espresse, ad esempio da alti tassi di abbandono scolastico, da alte concentrazioni di alunni con bisogni educativi speciali o da una elevata presenza di alunni migranti. Da registrare positivamente, inoltre, il fatto che si interrompe la lunga e colpevole disattenzione della politica nei confronti dell’alta formazione artistica e musicale. Infatti, grazie alle norme contenute nel decreto-legge e alle modifiche introdotte dalla Commissione, hanno trovato risposta positiva alcune delle attese dei docenti precari che da anni operano nelle istituzioni e si dà finalmente un concreto segnale di attenzione, atteso dal 2007, agli istituti superiori di studi musicali ex pareggiati (tra i quali, ricordo, rientra, l’Istituto Musicale Pergolesi di Ancona) e alle accademie storiche non statali, per i quali è messo a disposizione un fondo per far fronte alle gravi difficoltà finanziarie in cui versano tali istituti.

La Commissione è intervenuta anche sulla questione di maggiore risonanza sui media: l’abolizione del bonus maturità per l’accesso ai corsi di laurea con numero programmato. La modifica, frutto di un emendamento presentato insieme ai colleghi del Partito Democratico Simona Malpezzi, Simona Bonafè, Caterina Pes e Fausto Raciti, approvata all’unanimità grazie ad una proficua interlocuzione con il Governo, salvaguarda, da un lato, i diritti di tutti gli studenti che già frequentano i corsi di laurea per aver ottenuto un esito positivo ai test, ma, con un intervento di sanatoria valido solo per l’anno accademico 2013-2014, consente, altresì, l’immatricolazione in soprannumero a quegli studenti che sarebbero stati ammessi, in base ai risultati conseguiti al test, se il bonus non fosse stato abrogato negli stessi giorni in cui si tenevano le prove di ammissione. Quel che è comunque certa è l’urgenza di una riflessione meno estemporanea sull’accesso programmato ai corsi di laurea e sulle modalità di ammissione, riflessione che non può che essere collegata a scelte strategiche di fondo sul diritto all’istruzione, sulla flessibilità della formazione post-secondaria, sul legame formazione-lavoro.

Passando al tema ricerca, mi soffermo sulle disposizioni relative al personale precario. Apprezzabile e’, ovviamente, l’assunzione in cinque anni di 200 ricercatori precari e la proroga degli attuali contratti a tempo determinato in favore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che soffre di un’endemica precarietà del personale. Ma l’apprezzamento è mitigato dal limitato raggio d’azione della norma che non ha permesso di raccogliere le istanze degli altri enti di ricerca, che pur conoscono estesi fenomeni di precarietà del personale. Mi piace ricordare, a questo proposito, la grave situazione di ricercatori, tecnici e tecnologi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, rispetto ai quali avevo presentato in Commissione specifico emendamento, che purtroppo non ha ottenuto il parere favorevole del Governo, diretto a favorirne la progressiva assunzione, a partire dal 2014, nel limite del cinquanta per cento della spesa relativa al corrispondente personale complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente.

Siamo tutti consapevoli, a cominciare dal Governo, del fatto che questo provvedimento non esaurisce e risolve, da solo, i tanti problemi che affliggono il complessivo sistema dell’istruzione, dell’Università e della ricerca che necessiteranno, nei prossimi mesi, non di provvedimenti organici e complessivi che riformino e riordino un settore per troppi anni privo di un’azione incisiva e coerente. Questo è stato il motivo per cui alcuni degli emendamenti presentati in commissione ed in aula, sono stati dichiarati inammissibili ( cito, ad esempio, l’emendamento da me presentato in materia di mobilità universitaria, diretto, senza costi aggiuntivi, a favorire

la possibilità di effettuare il trasferimento di professori e ricercatori consenzienti attraverso lo scambio contestuale di docenti in possesso della stessa qualifica tra due sedi universitarie consenzienti); la natura contingibile ed urgente del decreto legge non consente, infatti, interventi di sistema che, con l’impegno congiunto di Governo e Commissione, sono convinta riusciremo a favorire ed incoraggiare.

Il mio lavoro in Parlamento

Lo scorso 30 ottobre ho illustrato in aula l’interrogazione, presentata insieme ad alcuni colleghi del Partito Democratico, relativa allo stato degli Archivi e alle azioni di intervento del Ministero per i Beni Culturali.

Ho presentato e sottoscritto alcune interrogazioni relative a temi che riguardano il territorio regionale, in particolare, relative allo stato del Fondo Unico Nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del Trasporto Pubblico Locale, alla situazione del Museo Statale Omero di Ancona e alla chiusura di alcune sedi territoriali (Camerino, Fabriano e Recanati) dell’Agenzia delle Entrate.

Ho presentato in aula un ordine del giorno al decreto istruzione diretto ad impegnare il Governo a valutare l’opportunità di incentivare l’organizzazione di corsi di primo soccorso presso gli istituti scolastici secondari di primo grado e superiore, mediante convenzioni stipulate tra i medesimi istituti e le aziende sanitarie locali, ospedaliere o i policlinici universitari.

Si tratta di un tema molto importante e spesso sottovalutato, che ho avuto modo di approfondire grazie al contributo di idee e proposte fornitomi da Leonardo Carelli e dalla Fondazione intitolata a David Carelli, su cui, come parlamentari, dovremmo continuare ad impegnarci nei prossimi mesi.

Tutti i testi delle interrogazioni e dei provvedimenti citati sono pubblicati nel sito www.irenemanzi.it

Sono inoltre impegnata in Commissione all’interno di due distinti Comitati ristretti chiamati ad esaminare due proposte di legge relative alla Celebrazione del centenario della nascita di Alberto Burri e alla Istituzione di monumento nazionale della Basilica Palladiana.

IMPEGNI DEL MESE

Mi piace segnalare tre iniziative che, tra le altre, mi coinvolgeranno nel mese di novembre e di cui vi riferirò nel prossimo numero della newsletter

Macerata, 15 novembre ore 17: 30: confronto pubblico sulle riforme costituzionali, promosso dal Comitato provinciale ANPI di Macerata

Ancona, 18 novembre ore 10: incontro dei parlamentari marchigiani con i precari dell’ISMAR-CNR

Macerata, 25 novembre ore 9:30: incontro su partecipazione e l’impegno civile con gli studenti della Scuola Media Dante Alighieri