EDITORIALE
La bella stagione sta per finire e l’autunno avanza con gli impegni rinnovati e con la scadenza della legislatura ormai prossima. Ci attende l’appuntamento importante con la legge di stabilità che dovrà disegnare alcune priorità per il 2018, in vista dell’appuntamento elettorale primaverile. Non è però di impegni legislativi che voglio parlarvi, ma condividere con voi alcune riflessioni, frutto di un breve diario di viaggio, trascorso, dopo un meritato periodo di pausa, a visitare una parte consistente dell’entroterra maceratese.
E’ stato un anno difficile e complicato quello che abbiamo affrontato a partire dal 24 agosto, un anno trascorso cercando di coniugare i doveri parlamentari con l’impegno sul territorio, nell’ascolto e nella visita costante delle comunità locali colpite dal terremoti di agosto, ottobre e gennaio. Un ascolto che è stato costantemente utile per trasferire nei provvedimenti normativi che hanno preso forma durante quest’anno le sollecitazioni e le necessità presenti. Ne ho parlato spesso nei numeri di questa newsletter, con immagini e racconti. Ho deciso allora di dedicare le ultime settimane di agosto ad un ulteriore viaggio nel territorio, in quei Comuni dove non sono riuscita ad essere fisicamente presente nei mesi passati e dove ho voluto osservare di persona la situazione, parlando con i Sindaci e gli amministratori locali, cercando di comprenderne le difficoltà e l’avanzamento del lavoro,, incontrando alcuni iscritti del partito, ascoltando i racconti di chi sta tornando e di chi, piccole realtà imprenditoriali, strutture ricettive che non hanno abbandonato il campo, continua a lavorare e a restare legato alla propria terra. Ho intrapreso questo viaggio senza dargli pubblicità, anzi, staccando volutamente dalle comunicazioni a mezzo social per dedicarmi all’ascolto, all’osservazione di quello che accade fuori.
E’ stato un percorso di lavoro ma non solo, perché si è intrecciato al racconto di esperienze concrete significative ed importanti. Per ognuno dei luoghi visitati mi porto dietro- oltre alle problematiche concrete affrontate con gli amministratori ( lo stato delle Sae, i sopralluoghi in corso, le difficoltà legate all’individuazione dei nuovi edifici scolastici e all’andamento dei lavori, la ripresa di un tema importante e significativo, senza propaganda, come le unioni e le fusioni dei Comuni, il raccordo dei servizi, le difficoltà dei tecnici rispetto ai progetti di ricostruzione che richiedono regole più chiare e semplici, le ulteriori complessità derivanti dalla siccità che sta affliggendo anche queste terre) ricordi ed immagini, oltre alla bellezza struggente del territorio provinciale: il silenzio di Macereto, messo in sicurezza dopo le scosse passate; la resistenza e l’entusiasmo dei giovani titolari dell’azienda Scolastici, poco lontana dal santuario, che non ha mai abbandonato queste terre e ha ripreso la produzione; la vitalità, pur nella difficoltà, della comunità di Fiastra dove i turisti anche in questa estate post sisma non sono mai mancati e dove finalmente la Chiesa di San Paolo ( danneggiata dal terremoto del 1997) ha trovato i finanziamenti per il pieno recupero; la gioia nel racconto e negli occhi di un’anziana coppia tornata a vivere a Pievetorina e da poco entrata nella struttura abitativa a loro assegnata; il racconto attento e partecipe di un capo cantiere a Muccia che mi ha spiegato passo per passo le fasi di consegna, montaggio e allestimento dei moduli abitativi ed il lavoro continuo e costante( spesso poco ricordato) degli operai che per tutta l’estate hanno lavorato in vista della consegna delle Sae; le difficoltà nella convivenza dopo mesi difficili per comunità stremate. E ancora il viaggio a Pioraco e Fiuminata raccogliendo il racconto degli amministratori locali, gli obiettivi di aggregazione da poter centrare, e la complessità del vivere in aree dove i collegamenti ed i servizi sono difficili da assicurare e le risposte da offrire ai bisogni dei cittadini non sempre semplici.
La poesia del viaggio, non mi fa dimenticare i problemi che ci sono, i centri storici mutilati dal sisma, quello di Visso ancora inaccessibile e gli altri muti e spesso svuotati, la popolazione che attende di poter tornare ed un sistema complessivo che inevitabilmente dopo l’addio del Commissario Errani dovrà ricostruirsi e calibrarsi sulle nuove necessità. Le prossime settimane ci diranno quale soluzione verrà intrapresa, nella consapevolezza che, la probabile assegnazione di maggiori responsabilità in capo ai Presidenti delle Regioni, non potrà produrre la totale eliminazione di una figura nazionale di coordinamento, necessaria, a mio avviso, per gestire il processo di ricostruzione e ripresa delle 4 Regioni coinvolte.
Non è vero che nulla è accaduto in questo lungo anno. Molto si è fatto ( ne ero convinta prima e lo sono ancora di più dopo aver visto con i miei occhi i cantieri per la costruzione delle case provvisorie che hanno lavorato incessantemente in queste settimane e stanno continuando a farlo, case modulate in base alla composizione del nucleo familiare, arredate e in corso di consegna alle famiglie destinatarie) molto c’è da fare, lungo due binari fondamentali: da un lato il superamento dell’emergenza, la consegna dei moduli e l’avvio dell’iter legato alla ricostruzione, dall’altro, la progettualità legata alla ripresa dei nostri territori, un processo ancor più lungo e complesso, indispensabile per il ritorno di molti nei Comuni di origine. Lo Stato con i decreti adottati nei mesi scorsi ha messo a disposizione per entrambi gli obiettivi risorse ingenti ed importanti, ma la strada della ricostruzione va riempita di contenuti e le risorse vanno collocate in un quadro progettuale ampio, senza il quale la ricostruzione delle aree interne rischia di non avere un’anima e un obiettivo. Su questo, il ruolo della Regione Marche e dei quadri dirigenti di questo territorio si rivelerà fondamentale, non in solitaria, ma tenendo vivo un dialogo e un confronto con le forze produttive, sindacali, associative di questa regione. Con loro ci siamo trovati in tante occasioni pubbliche nei mesi passati, incontri istituzionali, convegni, seminari. Le idee circolate in quelle sedi adesso devono diventare concrete, se non vogliamo disperdere un patrimonio di contributi significativi. E allora voglio lanciare una proposta su questo, pronta a dare anche io il mio contributo: la Regione Lazio ha promosso pochi mesi fa un patto per la ricostruzione e la crescita dei Comuni colpiti dal terremoto, un patto per la programmazione, lo sviluppo e l’investimento delle risorse che chiama in causa tutta la definizione della strategia per quelle aree ( infrastrutture viarie e immateriali, commercio, aziende agricole, cultura, scuola, diritto alla salute, formazione, lavoro e sostegno al reddito), mettendo a sistema le tante risorse stanziate per il sisma e quelle legate alla programmazione dei fondi europei
Un patto che, nel Lazio, è stato sottoscritto dalla Camera di Commercio di Rieti , dalle forze sindacali, da Confcooperative, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, dalle rappresentanze delle associazioni agricole, che nella nostra regione dovrebbe ampliarsi anche a Confidustria, alle Università marchigiane, per provare a collocare lo sviluppo in quadro certo di investimenti e programmazione. Un impegno ambizioso su cui però può concretamente giocarsi il futuro e lo sviluppo della nostra Regione e non solo delle aree colpite dal sisma.
LEGGE CONCORRENZA
Il Senato ha approvato in via definitiva un provvedimento chiave di questa Legislatura, che contiene misure determinanti per la crescita e la modernizzazione del Paese: mercati aperti e concorrenziali accrescono l’efficienza del sistema economico, aumentano la competitività delle imprese attraverso la riduzione del prezzo dei servizi e dei costi di produzione e al tempo stesso offrono ai consumatori una scelta più ampia di prodotti e servizi di migliore qualità e a prezzi più competitivi. Oltre a sostenere la crescita, le misure messe a punto hanno il merito di andare nella direzione dell’equità e della giustizia sociale, perché ridurre le rendite derivanti da posizioni di monopolio significa offrire nuove opportunità a chi prima era escluso o penalizzato – permettendo ad un maggior numero di operatori economici di competere, valorizzando le proprie risorse e competenze – e significa anche garantire la libertà di scelta dei consumatori, con la possibilità di tutelare i più deboli.
Gli obiettivi della legge sono:
• rimuovere gli ostacoli all’apertura dei mercati;
• promuovere lo sviluppo della concorrenza, anche con riferimento alle funzioni pubbliche e ai costi regolatori condizionanti l’esercizio delle attività economiche private;
• garantire la tutela dei consumatori, sulla base delle specifiche indicazioni dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato.
Gli ambiti di maggiore interesse contenuti nel provvedimento riguardano le assicurazioni, i fondi pensione, le comunicazioni, i pagamenti digitali, i servizi postali, l’energia, la distribuzione dei carburanti, l’ambiente, i servizi bancari, le professioni, la sanità, il turismo, i trasporti.
In un settore complesso e delicato come quello assicurativo, l’obiettivo è stato quello di trovare un giusto equilibrio tra le esigenze di razionalizzare i costi gravanti sul sistema e sui consumatori (in particolare in alcune aree territoriali), di consentire la più ampia libertà di scelta ai cittadini, di assicurare il diritto delle vittime dei sinistri a vedersi riconosciuto il pieno risarcimento del danno subito e di garantire il corretto funzionamento del mercato. Per quanto riguarda il settore dell’energia, nel corso dell’esame parlamentare – con l’impegno innanzitutto del Pd – sono state introdotte disposizioni volte a garantire i consumatori, in particolare attraverso la comparabilità delle offerte, la verifica delle condizioni della piena liberalizzazione, una serie di comunicazioni obbligatorie da attuare prima della fase del passaggio definitivo alla piena liberalizzazione stessa.
A proposito di assicurazioni, avrete sicuramente letto delle polemiche scatenatesi in merito al tacito rinnovo . A questo proposito,è giusto precisare che: il divieto di tacito rinnovo per le assicurazioni obbligatorie non solo viene mantenuto, ma nel caso delle polizze RC auto obbligatorie viene esteso anche ai rischi accessori.
L’abolizione del divieto, inserito dal Senato, di tacito rinnovo riguarda invece le assicurazioni non obbligatorie. Mantenere tale divieto, infatti, avrebbe danneggiato i consumatori poiché questo tipo di assicurazioni sono costruite sulle specifiche esigenze dell’assicurato che intende, volontariamente, tutelare beni di particolare interesse come gli immobili, le attività, la salute, ecc.; con il divieto si sarebbe imposta la rinegoziazione annuale delle previsioni dei contratti e la sostanziale impossibilità di rinnovo alle medesime condizioni dell’anno precedente, a causa dell’eventuale peggioramento del profilo di rischio (es. una malattia nelle polizze sanitarie).
Sono state confermate le disposizioni riguardanti la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti e rafforzate le norme in materia ambientale, in particolare per quanto riguarda l’accesso, da parte dei produttori, al mercato di gestione autonoma degli imballaggi, per le norme minime di qualità per il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), e per le semplificazioni procedurali in tema di rifiuti di metalli ferrosi e non ferrosi.
In tema di servizi bancari, sono state innovate le disposizioni sulla trasparenza nella vendita di polizze assicurative accessorie a contratti di finanziamento e a mutui, e sono state introdotte nuove disposizioni in tema di tutela della concorrenza e della trasparenza nel settore della locazione finanziaria.
Modifiche sono state introdotte sia per quanto riguarda i servizi professionali, ed in particolare per quanto riguarda i notai, le professioni regolamentate e l’attività odontoiatrica, sia per quanto riguarda i servizi sanitari, in particolare sulla titolarità della farmacia.
In tema di trasporti sono state introdotte deleghe al Governo per la revisione della disciplina degli autoservizi pubblici non di linea e per favorire la mobilità sostenibile e lo sviluppo delle smart city e misure per favorire lo sviluppo del sistema logistico nazionale.
Per quanto riguarda il turismo, è stata disposta la nullità di ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto.
Per maggiori info, vai al dossier.
DECRETO SUD
il 1 agosto scorso è stato approvato in via definitiva dalla Camera, il Decreto Mezzogiorno, contenente misure finalizzate a favorire la crescita economica ed occupazionale nelle regioni del Sud e indirizzate verso 4 priorità.
1) GIOVANI E NUOVE IMPRESE
Gli interventi in favore dei giovani e per la nascita di nuove imprese si articolano intorno a 2 importanti interventi.
Resto al sud: misure per favorire la permanenza nel mezzogiorno di giovani imprenditori, di età compresa fra 18 e 35 anni, che non dispongono di mezzi propri per avviare un’attività produttiva. Sostegno alla creazione di una nuova attività imprenditoriale nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria, della pesca e dell’acquacoltura, o relativa alla fornitura di servizi (ivi compresi quelli turistici), che prevede in favore del giovane imprenditore una dotazione di 50.000 euro, di cui il 35% a fondo perduto, a copertura dell’intero investimento e del capitale circolante, con esclusione delle spese per la progettazione e quelle per il personale (per le società con più soci fino a 200 mila euro).
Il secondo prevede, invece, una procedura sperimentale per l’individuazione delle terre abbandonate e incolte e di beni immobili in stato di abbandono che possono essere concesse, per la durata i nove anni rinnovabili una volta, ai giovani per rafforzare le loro opportunità occupazionali e di reddito. Tra le aree considerate abbandonate o incolte figurano le aree edificate ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo, che risultino in stato di abbandono da almeno quindici anni.
2) ZES (Zone Economiche Speciali)
Si tratta dell’istituzione di aree geograficamente delimitate all’interno delle quali sono riconosciute, alle imprese che vi si insediano, condizioni favorevoli in termini economici, finanziari ed amministrativi. Secondo quanto previsto nell’articolato, le Zes si concentreranno nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate. Le regioni che non posseggono aree portuali aventi tali caratteristiche, possono presentare istanza di istituzione di ZES solo in forma associativa, qualora contigue, o in associazione con un’area portuale avente le caratteristiche. Le ZES saranno attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate, previo adeguato progetto di sviluppo, e queste ultime saranno pienamente coinvolte nel loro processo di istituzione e nella loro governance.
3) SEMPLIFICAZIONE E VELOCIZZAZIONE DEI PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI
Altro punto centrale del
provvedimento sono le semplificazioni, finalizzate all’accelerazione degli investimenti pubblici e privati e la realizzazione di interventi programmati nelle aree del Mezzogiorno.
Una seconda misura promuove una più celere individuazione da parte della Presidenza del Consiglio dei grandi progetti ed investimenti che richiedono l’impiego di fondi strutturali d’investimento europei, da includere e sottoscrivere, su richiesta delle amministrazioni locali, in appositi contratti istituzionali di sviluppo.
Inoltre si cerca di tutelare le imprese e i lavoratori di grandi complessi aziendali in amministrazione straordinaria presenti sull’intero territorio nazionale, nello specifico sono previste per l’Ilva e i suoi lavoratori. Sempre in tema Ilva, si segnalano poi le disposizioni per il risanamento ambientale delle aree poste a carico dell’amministrazione straordinaria della società medesima.
Infine, si segnalano le disposizioni che prevedono la riduzione dell’utilizzo delle buste di plastica in materiale leggero, adottate al fine di evitare la procedura di infrazione che pende sul nostro Paese e per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana del comprensorio di Bagnoli-Caroglio.
4) PER LA COESIONE SOCIALE
In relazione agli interventi per la coesione territoriale si introducono disposizioni per favorire la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi nelle regioni del sud, per contrastare la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica nel mezzogiorno, e per affrontare situazioni di particolare degrado in taluni comuni del mezzogiorno dove si registra una massiva concentrazione di cittadini stranieri.
Oltre alle misure specificamente indirizzate al Mezzogiorno, il provvedimento contiene alcune disposizioni significative e molto attese relative alle aree colpite dal terremoto. Misure al centro del mio lavoro parlamentare dei mesi scorsi ( con interrogazioni ed emendamenti presentati anche a precedenti provvedimenti di legge), finalmente recepite all’interno del decreto in sede di conversione. Nello specifico si tratta
– Proroga del termine per la presentazione dei progetti di ricostruzione leggera dal 31 luglio al 31 dicembre 2017 e proroga della durata dello stato di emergenza fino al 28 febbraio 2018 ;
– Misure dirette a garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico 2017/2018 nelle regioni colpite dal sisma, derogando ai limiti minimi e massimi di alunni per classe, istituendo ulteriori posti di personale docente;
– Deroga alle sanzioni previste per il mancato rispetto del patto di stabilità interno nei confronti dei Comuni colpiti dagli eventi sismici;
– Ulteriore finanziamento delle operazioni di trattamento del materiale derivante da crolli degli edifici
– Esenzione dall’imposta di successione, dalle imposte e tasse ipotecarie e catastali, dall’imposta di registro o di bollo per gli immobili demoliti o dichiarati inagibili e ricevuti per successione da persone fisiche
– Utilizzo degli avanzi di amministrazione, da parte dei Comuni colpiti dal sisma, per l’effettuazione di investimenti destinati al miglioramento della dotazione infrastrutturale e al recupero degli immobili e delle strutture destinate ai servizi per la popolazione, in tal modo concedendo agli Enti locali ulteriori spazi finanziari di flessibilità.
Per maggiori informazioni sul provvedimento clicca qui.
MA POI CHE ABBIAMO FATTO?
E’ una domanda più che legittima quella che mi pongo e che vi pongo. Sono stati quattro anni intensi, in cui, forse, la forza delle polemiche (interne ed esterne al PD), il livello del dibattito politico ed un tono sempre piuttosto alto della discussione, hanno finito per far passare in secondo piano il grande lavoro condotto nelle Aule parlamentari, sia su atti di Governo che su proposte di iniziativa parlamentare. E’ stata una legislatura di grande svolta e voglio riaffermarlo, non perché ne ho fatto e ne faccio parte, ma soprattutto perché si è realmente impressa, con tanti provvedimenti, una svolta significativa al sistema Paese. E, quindi, per rinfrescarvi la memoria, ho deciso di fornirvene ( trovate il link aggiornato anche nel sito www.irenemanzi.it) in questo e nei prossimi numeri, un significativo riassunto. Un riassunto di fatti concreti capaci di cambiare positivamente la vita delle persone. E se i dati economici riassunti in questi mesi forniscono dati cosi incoraggianti ( pur con tutti i limiti della nostra economia) qualcosa, forse, dipende anche da questo.
E allora partiamo proprio dal LAVORO : http://www.deputatipd.it/fatticoncreti?tid=177
IN FINE
L’autunno porta con se’, per il Partito democratico, due appuntamenti: la breve stagione di congressi locali che si svolgerà nel mese di ottobre ( su cui ho voluto esprimere alcune riflessioni http://www.cronachemaceratesi.it/2017/08/26/il-pd-rinnova-i-circoli-manzi-coesione-per-affrontare-la-ricostruzione/1004907/) e il decennale di fondazione del nostro partito. Un anniversario importante che coinciderà con lo svolgimento della Conferenza programmatica nazionale del Partito e, in vista del quale, voglio darvi un piccolo consiglio di lettura: il saggio “L’ultimo partito” di Paolo Natale e Luciano Fasano, dedicato alla storia dei primi 10 anni del Pd, anni difficili, complessi ed entusiasmanti, ricchi di contraddizioni ed interrogativi che starà al prossimo decennale (perché continuo ancora a scommettere sul futuro del mio partito) provare a sciogliere.