Nesletter n°37 del 17 Giugno 2017

EDITORIALE

Nell’ultima newsletter avevo rinviato a questo numero ogni considerazione in merito alla legge elettorale. Eravamo troppo nel pieno dei lavori parlamentari per poter dare un giudizio sereno e complessivo su quel provvedimento nato con l’intento di trovare una base ampia di consenso intorno ad una nuova legge elettorale. Intento, ahimè, a distanza di quasi un mese, al momento arenato in Commissione Affari Costituzionali dopo l’approvazione in Aula di un emendamento, preventivamente bocciato durante i lavori di Commissione. Di fatto un emendamento che, benché relativo ad un tema secondario, ha concretamente messo in crisi l’accordo raggiunto tra le 4 forze politiche che avevano provato a trovare una sintesi intorno ad una nuova legge elettorale. Inevitabile il ritorno in commissione ma, mi auguro ( anche se sicuramente difficile), non altrettanto inevitabile la rinuncia a qualunque ipotesi di modifica della legge di Camera e Senato, frutto di due distinte sentenze della Corte Costituzionale, rispetto alle quali si dovrebbe finalmente, anche per valorizzare il lungo lavoro parlamentare fatto in questi anni, avere il coraggio di intervenire.

Sono giornate politiche piuttosto complicate come potete leggere dalle cronache quotidiane. Il deludente risultato delle amministrative non concede di fare sconti, ma ci obbliga a prendere atto della realtà e delle tendenze politiche in atto per provare a correggerle. Certamente si tratta di elezioni locali, su cui incidono anche dinamiche locali e personali, ma non possiamo nasconderci che il Partito Democratico incontra più di una difficoltà elettorale, anche a livello locale, con sconfitte che bruciano e richiedono una riflessione ed un’azione diversa. Prendendo atto di due problemi: da un lato l’astensionismo, in atto ormai da alcuni anni, che ha toccato in queste elezioni ( soprattutto al secondo turno) dati preoccupanti, dall’altro il recupero della scena politica da parte di un centro destra, ancora fortemente litigioso su leadership e contenuti, ma almeno unito in fase elettorale.

E mentre il centro destra si unisce, il centro sinistra sembra impegnato in una lite continua tra i propri leader. Una lite continua che, alla luce dei risultati elettorali, mi spinge quasi a proporre a tutti i contendenti in campo un azzeramento delle troppe parole spese nelle settimane trascorse e l’impegno a considerare seriamente un’azione comune nella costruzione di una proposta politica condivisa. Una proposta politica che non si ricostruisce solo con formule astratte o nostalgie di un passato ormai definitivamente passato, visto che anche dove si è presentato unito il centro sinistra, da solo, non è bastato a vincere. Dovremmo forse provare tutti a riflettere sul motivo e sul senso dello stare politicamente insieme, dentro e fuori il Pd, mettendo in campo idee e anche la consapevolezza ( e lo penso soprattutto a chi, come gli appartenenti ad Mdp, dentro il Pd ha fatto un lungo percorso oggi interrotto) che in questi quasi cinque anni tanto si è fatto da parte dei Governi in carica, con limiti che riconosciamo, ma anche con la consapevolezza che il Pd ha saputo mettere in campo un’azione riformista importante. Non è stato indifferente che in questi ultimi anni il Pd sia stato al governo, permettetemi di ricordarlo a quanti ogni giorno, anche da sinistra, continuano ad equiparare il nostro governo a quello del centro destra. Detto questo, non mi nascondo i problemi e gli errori che ci sono stati, le rotture consumatesi, con un partito che ha perso strutturazione e consenso.

Non è un problema, quest’ultimo, iniziato con la segreteria Renzi, ma che in questi anni purtroppo non si è invertito. E allora con franchezza e senza secondi fini dovremmo provare a confrontarci su questi temi, su quale proposta di governo vorremmo consegnare al paese alle prossime elezioni politiche, su come vogliamo ricostruire la partecipazione politica all’interno del nostro partito, su quali idee programmatiche vogliamo provare a dialogare con le forze fuori dal Pd, senza personalismi e rancori ( da parte di entrambe le parti in gioco).

Abbiamo una grande responsabilità sulle spalle e forse questa è l’ultima occasione che abbiamo per metterla in atto.

MANOVRA DI PRIMAVERA

Approvato in via definitiva dal Senato il decreto legge 50 contente numerose misure dirette alla correzione dei conti pubblici, al sostegno agli enti locali e alle aree colpite dal sisma (con l’introduzione della cd. zona franca urbana):

Tra le principali novità:

· la stabilizzazione di oltre 15mila precari della scuola pubblica;

· 1 miliardo per le zone colpite dal terremoto;

· la web tax, i cui ricavi saranno destinati al Fondo per le politiche sociali;

· risorse per scuole pubbliche e strade;

· garantita la continuità dell’attività di Alitalia.

Per quanto riguarda gli interventi sulla parte delle entrate, l’esame parlamentare è stato incentrato sull’esigenza di coniugare il contrasto all’evasione fiscale e la garanzia del gettito IVA con la necessità di non caricare ulteriori gravosi adempimenti burocratici e limitare criticità di liquidità e di cassa per imprese e professionisti (split payment). Ancora dal lato delle entrate, una delle rilevanti novità di questa manovra consiste nell’introduzione della cosiddetta web tax, i cui proventi sono destinati al Fondo per la non autosufficienza e al Fondo per le politiche sociali, per un ammontare non inferiore a 100 milioni di euro annui, mentre la restante parte è destinata al Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

Tra le altre misure, viene estesa la cedolare secca con un’aliquota al 21 per cento sui redditi derivanti dalle locazioni brevi di immobili ad uso abitativo (cosiddetta norma Airbnb) e si estende fino al 31 dicembre 2021 la possibilità, per i cosiddetti contribuenti incapienti di cedere l’ecobonus per i lavori condominiali per l’incremento dell’efficienza energetica. Vi sono poi le norme che incrementano la tassazione sui tabacchi e sui giochi e con le quali si dà attuazione al piano di riduzione del numero delle slot machine.

Sono stati introdotti gli indici sintetici di affidabilità fiscale dei contribuenti, a cui sono correlati benefici specifici in relazione ai diversi livelli di affidabilità, al posto degli studi di settore, con l’obiettivo esplicito di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari da parte del contribuente, migliorando la collaborazione tra questo e l’amministrazione finanziaria.

Un altro blocco di misure, riguarda le disposizioni in materia di enti territoriali e di enti locali. Si va da misure che introducono disposizioni volte ad agevolare l’approvazione dei bilanci da parte di province e città metropolitane, alla revisione e alla predisposizione delle metodologie per la determinazione dei fabbisogni e delle capacità fiscali standard delle regioni a statuto ordinario nelle materie diverse dalla sanità, a misure importanti in materia di personale dei comuni e delle province, che iniziano a sbloccare i turnover del personale, seppure parzialmente, a partire dai comuni più piccoli fino a quelli con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti.

Gli interventi per le zone colpite dal sisma. un altro capitolo di grande rilievo è quello che riguarda gli interventi per le zone colpite dagli eventi sismici: sono stati assegnati spazi finanziari volti ad agevolare l’effettuazione di investimenti connessi alla ricostruzione da parte degli enti locali colpiti, misure volte a sostenere le capacità di progettazione dei Comuni nelle aree colpite, misure volte a sostenere ulteriormente le imprese del settore turistico e del commercio, a rafforzare la previsione delle zone franche urbane, a mettere a disposizione maggiori risorse per la copertura dei cosiddetti danni indiretti derivanti dagli eventi sismici ( con l’incremento delle risorse già stanziate a marzo e l’estensione della misura anche al 2018), misure volte a regolarizzare e a dare risposta alle istanze presentate dalle imprese agricole relativamente ai danni subiti da eventi calamitosi, anche diversi dal terremoto.

In particolare, si prevede lo stanziamento di 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni 2017/2018/2019 per gli interventi successivi agli eventi sismici del 2016/2017; il rifinanziamento, di 63 milioni per il 2017 e 132 milioni per ciascuno degli anni 2018 e 2019, del Fondo per la ricostruzione anche per assistere la popolazione successivamente alla chiusura dello stato di emergenza. Autorizzata, inoltre, la spesa di 150 milioni per il 2017 per interventi urgenti di ricostruzione pubblica e privata. I Comuni dell’area interessata dal terremoto potranno, inoltre, servirsi degli spazi finanziari degli esercizi precedenti per procedere ai lavori (misura introdotta durante l’esame parlamentare e su cui anche io, tenendo conto delle sollecitazioni provenienti da numerosi Comuni, avevo presentato un emendamento) e potranno anche ricorrere al debito per una misura pari alle spese da sostenere. I Comuni delle Regioni interessate dal sisma possono ricevere dal Commissario alla ricostruzione una compensazione per la perdita del gettito TARI, fino a un importo massimo di 16 milioni di euro per le perdite subite nel 2016 e di 30 milioni di euro annui per il successivo triennio 2017/2019. Al fine di fronteggiare i problemi di liquidità dei Comuni colpiti dal terremoto a partire da agosto 2016, in occasione dell’erogazione della prima rata relativa al 2017 del Fondo di solidarietà comunale, sarà erogato un importo integrativo, al fine di elevare l’erogazione complessiva al 90 per cento della spettanza annua dovuta.

È istituita una zona franca urbana nei Comuni delle Regioni del Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dai terremoti susseguitesi dal 24 agosto 2016. Le imprese con sede principale o aventi unità locale in tale zona, aventi perdite di fatturato del 25% nel periodo dal 1° settembre 2016 al 31 dicembre 2016, rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2015 e che proseguono l’attività, possono beneficiare di una esenzione biennale di IRES e IRPEF (fino a 100.000 euro di reddito), IRAP (fino a 300.000 euro) ed IMU.

E inoltre. Sono state, inoltre, inserite nel testo le norme relative al prestito ponte per garantire il funzionamento e il servizio di Alitalia e tutta una serie di altre norme che riguardano le piccole e le medie imprese, le start up innovative, gli interventi sull’energia; una serie di misure volte a sostenere le iniziative di sviluppo del sistema economico del nostro Paese.

Altrettanto importanti le norme in materia di istruzione e di cultura. Sono stati stanziati i fondi per la stabilizzazione di 15.100 docenti precari provenienti dall’organico di fatto, effettuati interventi sulle istituzioni di alta formazione artistica e musicale (AFAM) e sui sistemi bibliotecari locali. Nel corso dell’esame sono stati disposti anche incentivi fiscali nel settore dell’editoria e delle emittenti locali. Si è intervenuti sul lavoro occasionale: con la norma approvata, che risponde e raccoglie esigenze rappresentate da quasi tutti i gruppi parlamentari, si risponde alle necessità delle imprese e delle famiglie, dei lavoratori occasionali, di contrasto al lavoro nero. Non si ripristinano i voucher, si introducono due istituti completamente diversi, limitando gli ambiti per le imprese e impedendo abusi, garantendo piena tracciabilità ai diritti dei lavoratori.

Viene incrementato poi di 58 milioni per il 2017 il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili e vi è una serie di altre misure previdenziali e organizzative; ci sono misure che riguardano il potenziamento dell’organico della Corte dei conti; misure sulla eliminazione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Per il dossier completo clicca qui

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI AREE PROTETTE

La Camera dei deputati ha approvato un provvedimento che interviene sulla disciplina vigente in materia di aree protette, modificando la legge quadro n. 394 del 1991. Si innova il sistema della protezione della natura e della valorizzazione del patrimonio naturale, culturale, paesaggistico ed ecologico del nostro Paese in connessione con la capacità della nostra realtà di darsi un nuovo modello di sviluppo sostenibile. L’obiettivo della riforma è rendere i parchi protagonisti dello sviluppo del Paese coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia. Vengono inoltre introdotte disposizioni riguardanti le aree marine protette. Tra i punti qualificanti inseriti nel corso dell’esame in Commissione Ambiente alla Camera c’è l’istituzione – su proposta del Pd – di un Sistema nazionale delle aree naturali protette costituito dai parchi nazionali e regionali, dalle riserve naturali, dalle aree marine e dalle aree naturali protette, e di un Piano nazionale triennale di sistema, uno strumento di programmazione nazionale finanziato da 30 milioni per gli anni 2018-2020 e da cofinanziamenti regionali da destinare, almeno al 50%, ai parchi regionali e alle aree marine protette. Inoltre, “nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi”. Si introduce così una logica di ambientalismo moderno all’interno del nostro ordinamento. Il tema della governance, infine, viene affrontato con strumenti che consentano una maggiore capacità di attrarre professionalità di tipo nuovo alla guida e al governo di risorse di questa natura. Si sceglie così di abolire l’albo dei direttori e si apre alla possibilità, attraverso selezioni ad evidenza pubblica, qualificazioni di carattere universitario e di carattere professionale e ambientale, di attingere alle migliori professionalità del settore, facilitando in particolare l’ingresso dei giovani alla guida degli enti parco.

La conservazione dei territori naturali che ancora mantengono inalterate le matrici ecosistemiche rappresenta il principale obiettivo dell’istituzione di aree naturali protette.

I parchi nazionali comprendenti aree marine protette sono classificati come parchi nazionali con estensione a mare cui si applicano, per la parte marina, le disposizioni di legge relative alle aree marine protette. Si stabilisce che dal 1 gennaio 2018, le riserve statali che già ricadono o che vengano a ricadere all’interno di un parco nazionale o di un parco regionale, saranno affidate ai relativi enti gestori. All’Ispra viene assegnato il compito di supporto tecnico-scientifico, di monitoraggio, di controllo, di ricerca in materia di aree naturali protette, biodiversità e protezione dell’ambiente marino e costiero.

Tra i punti qualificanti inseriti nel corso dell’esame in Commissione Ambiente alla Camera c’è l’istituzione – su proposta del Pd- di un Sistema nazionale delle aree naturali protette costituito dai parchi nazionali e regionali, dalle riserve naturali, dalle aree marine e dalle aree naturali protette, e di un Piano nazionale triennale di sistema uno strumento di programmazione nazionale finanziato da 30 milioni per gli anni 2018-2020 e da cofinanziamenti regionali da destinare, almeno al 50%, ai parchi regionali e alle aree marine protette. Inoltre è stato chiarito che “nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi”. La normativa attuale vieta l’estrazione di minerali, dunque con questo emendamento è stata chiarita definitivamente la disciplina relativa all’estrazione degli idrocarburi nelle aree protette, estendendola anche alle “aree contigue”, fatti salvi i permessi estrattivi già concessi.

Governance. Tempi certi per nomina presidenti parchi: tempi certi per l’elezione del Presidente del parco, che sarà scelto nell’ambito di una terna proposta dal ministro dell’Ambiente. La terna viene presentata ai presidenti delle Regioni o delle Province autonome interessate. Se dopo 15 giorni non viene raggiunta una intesa, sentite le commissioni parlamentari competenti, il ministro dell’Ambiente provvede comunque alla nomina del presidente. La carica di presidente di parco nazionale diventa incompatibile con qualsiasi incarico elettivo nonché con incarichi negli organi di amministrazione degli enti pubblici. Nel corso dell’esame alla Camera è stato ripristinata la norma per cui il Consiglio direttivo dell’Ente parco è formato da otto componenti (il Senato aveva introdotto una composizione variabile), scelti tra persone qualificate nella conservazione della natura o nella gestione delle aree protette o tra i rappresentanti della Comunità del parco. La novità introdotta alla Camera è che entrano nel consiglio direttivo degli enti parco nazionali un rappresentante delle associazioni scientifiche e uno degli agricoltori o dei pescatori, per orientare le attività economiche locali verso la sostenibilità. Per la prima volta negli organi direttivi deve essere “tenuta in considerazione la rappresentanza di genere”, visto che nei 23 parchi nazionali oggi solo un presidente e due direttori sono donne e su ben 230 membri dei consigli direttivi solo 14 sono donne, appena il 6%.

Istituzione di aree marine protette. Viene modificata la disciplina relativa all’istituzione di aree marine protette (AMP), attraverso una riscrittura integrale dell’art. 18 della L. 394/91. Tra le novità più rilevanti l’introduzione di una procedura più articolata per l’istituzione delle AMP. Con riferimento alla nuova procedura, nel corso dell’esame in sede referente sono state precisate le modalità e i soggetti competenti all’effettuazione dello studio preliminare sugli aspetti ambientali e socio-economici dell’area, allo scopo di fornire le informazioni per la valutazione dell’effettiva necessità di istituzione dell’AMP, precisando che l’ISPRA cura l’istruttoria tecnicoscientifica anche avvalendosi delle altre componenti del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Ai parchi 5×1000 e destinazione beni confiscati. È stato previsto che a decorrere dal 2017 gli enti di gestione delle aree protette possano beneficiare del 5 per mille e che possano essere destinatari dei beni confiscati alle mafie. Nel corso dell’esame alla Camera è stata inserita una norma che permette loro l’affidamento in concessione dei beni demaniali presenti nel territorio dell’area protetta. Essi possono inoltre far pagare un biglietto d’ingresso per i servizi offerti, vendere la fauna selvatica catturata o abbattuta nella legalità, stipulare contratti di sponsorizzazione e accordi di collaborazione e concedere a pagamento il proprio marchio, ad esempio per i prodotti tipici locali che soddisfino i requisiti qualità e di sostenibilità ambientale.

Inasprite le sanzioni. il Senato ha inasprito le sanzioni in tema di violazioni e di regole all’interno dei parchi, alla Camera un emendamento Pd ha escluso le sanzioni previste dalla legge quadro sulle aree protette dall’applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale sulla esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.

Nuove aree protette. Vengono istituiti i Parchi nazionali del Matese e di Portofino, si delega il Governo ad adottare un decreto legislativo per l’istituzione di un unico Parco del Delta del Po, vengono ridenominate le aree marine di reperimento di Capo d’Otranto e di Capo Spartivento. Viene previsto che l’istituzione di parchi e riserve marine nelle aree marine di reperimento debba avvenire sulla base delle indicazioni del programma triennale per le aree protette marine e si precisa che per il Parco nazionale dello Stelvio si provvede in conformità a quanto prevede l’intesa dell’11 febbraio 2015 sull’attribuzione di funzioni statali e relativi oneri finanziari. Viene inoltre modificata la collocazione delle sedi legale e amministrativa del Parco nazionale Gran Paradiso,attualmente situate, rispettivamente, a Torino ed Aosta, prevedendone il trasferimento in due distinti comuni del Parco: uno del versante piemontese (per la sede legale) ed uno del versante valdostano (ove sarà invece collocata la sede amministrativa). Infine un articolo inserito nel corso dell’esame in sede referente affida al Ministero dell’ambiente, d’intesa con la Conferenza delle regioni, il compito di provvedere alla promozione della Convenzione degli Appennini per la tutela e la valorizzazione della catena appenninica, all’individuazione delle modalità operative per le attività e gli interventi previsti dal progetto APE (Appennino parco d’Europa), nonché per la sua valorizzazione in sede europea.

Altra novità. L’eliminazione delle esercitazioni militari dalle attività che dovranno essere disciplinate dal regolamento del parco, che dovrà disciplinare invece il sorvolo non autorizzato di velivoli e droni (che dunque non sarà più espressamente vietato, come prevede la legge attuale). Viene anche previsto il coinvolgimento del Ministero della difesa nella procedura per l’istituzione del parco nazionale o della riserva naturale statale in cui siano ricompresi siti militari. Il divieto, nelle aree dei parchi, di esercitare la pratica dell’eliski e di praticare lo sci fuori pista. Un articolo introdotto nel corso dell’esame in Commissione prevede un rinvio ad un regolamento del MIPAAF per l’applicazione del divieto di immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale previsto dal cd. collegato ambientale.


AL VIA LE MISURE CONTRO LA POVERTA’

Con il via libera da parte del Consiglio dei Ministri del decreto attuativo del ddl povertà si compie un passo decisivo per rendere operativo il Reddito d’inclusione (Rei), la prima misura nazionale di lotta alla povertà adottata nel nostro Paese.

Una misura importante a sostegno delle famiglie più in difficoltà. Un contributo che arriva fino a 485 euro al mese, attraverso lo stanziamento dal Fondo per la lotta alla povertà e ulteriori risorse per favorire l’inclusione attiva verso il lavoro, per un totale di circa 2 miliardi l’anno.

Un breve promemoria su cosa prevede la legge approvata a marzo 2017:

Il provvedimento, mirato all’inclusione sociale, alla lotta all’emarginazione, intende sostenere chi ne ha più bisogno: le persone in povertà assoluta, dando priorità alle famiglie con minori, chi superati i 55 anni si ritrova senza lavoro e senza ammortizzatori sociali, le famiglie con disabili gravi e alle donne in stato di gravidanza. Le misure approvate servono per dare un reddito di inclusione e più servizi sociali a chi vive in povertà assoluta, a partire dalle famiglie numerose o con figli disabili e dai disoccupati over 55. E’ l’intervento più importante mai varato in Italia contro la povertà assoluta. Si tratta di uno strumento universale, operante su tutto il territorio nazionale e permanente nel tempo, le cui risorse vengono dal Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Gli stanziamenti messi in campo sono di 800 milioni per il 2016, un miliardo e mezzo a partire dal 2017, 2 miliardi per il 2018.

La legge prevede inoltre la possibilità di incremento attraverso stanziamenti da altri provvedimenti di legge fino a coprire interamente la platea in condizione di povertà assoluta, cioè di coloro che non possono disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso. Un approccio che tiene conto della persona, vista non solo nella sua condizione economica, ma con una valutazione multidisciplinare del bisogno. I progetti di attivazione e di inclusione sociale divengono, così, personalizzati per il nucleo familiare e predisposti da una equipe costituita dagli ambiti sociali territoriali, più vicini al soggetto coinvolto, con la partecipazione anche degli altri servizi interessati. Per farlo è necessario un cambiamento nel funzionamento del sistema dei servizi sociali, con un maggiore impegno in termini di controllo, di presa in carico, di monitoraggio e valutazione, nonché di capacità di relazione tra i Comuni e gli altri enti del territorio. Il provvedimento prevede anche il riordino delle prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto della povertà, il rafforzamento delle forme di gestione associate ai servizi sociali e l’istituzione di un coordinamento per garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

COMMISSIONE DI INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO. La proposta di legge approvata dalla Camera istituisce una Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. La Commissione d’inchiesta, costituita da venti senatori e da venti deputati, nominati dai presidenti delle Camere in proporzione al numero dei componenti dei gruppi, è chiamata a verificare:

gli effetti sul sistema bancario italiano della crisi finanziaria globale e le conseguenze dell’aggravamento del debito sovrano;

la gestione degli istituti bancari coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto, destinatari anche in forma indiretta di risorse pubbliche o posti in risoluzione; per tali Istituti la Commissione analizza numerosi aspetti critici, fra cui le modalità di raccolta della provvista e gli strumenti utilizzati, i criteri di remunerazione dei manager, la correttezza del collocamento presso il pubblico dei prodotti finanziari, soprattutto quelli ad alto rischio, le forme di erogazione del credito, la struttura dei costi, l’osservanza degli obblighi di diligenza, trasparenza e correttezza nell’allocazione di prodotti finanziari, nonché degli obblighi di corretta informazione agli investitori;

l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario e sui mercati finanziari poste in essere dagli organi preposti;

l’adeguatezza della disciplina legislativa e regolamentare nazionale ed europea sul sistema bancario e finanziario, nonché sul sistema di vigilanza, anche ai fini della prevenzione e gestione delle crisi bancarie. La Commissione concluderà i propri lavori entro un anno dalla sua costituzione, e comunque entro la fine della XVII legislatura, presentando alle Camere una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta.

Il provvedimento disciplina l’attività di indagine della Commissione e la richiesta di atti e documenti da parte della stessa; i componenti della Commissione, i funzionari e il personale addetti alla Commissione stessa, nonché ogni altra persona che collabora con essa o compie o concorre a compiere atti d’inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d’ufficio o di servizio, sono vincolati al segreto. Salvo diversa decisione della Commissione, ne è disposta la pubblicità delle Sedute. Gli ambiti di competenza della Commissione, così come definiti dal testo del provvedimento, consentiranno di assicurare la massima efficacia ai lavori della Commissione stessa, che sarà la sede istituzionale dove il Parlamento potrà analizzare le vicende che hanno coinvolto alcuni segmenti del sistema bancario e finanziario nazionale, per evidenziare carenze, inefficienze ed eventuali responsabilità negli assetti normativi, gestionali e di vigilanza del settore, orientando l’azione del legislatore e del Governo su tali temi al fine di ristabilire la stabilità, la correttezza gestionale, la trasparenza e la fiducia. (Qui di seguito il testo della legge istitutiva)

IN PARLAMENTO

La cd. manovrina ha recepito il contenuto di due emendamenti da me presentati: uno relativo alla concessione di spazi finanziari a sostegno degli enti locali colpiti dal sisma (concedendo l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione), l’altro relativo al sostegno dei sistemi bibliotecari locali, (leggi atto) messi in crisi dalla perdita di competenze in materia culturale in capo alle province dopo la legge del Rio, ed ora sostenuti, grazie all’emendamento approvato, con un fondo stabile di 1 milione di Euro istituito presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Uno strumento che consentirà a queste realtà, frutto dell’aggregazione tra Enti locali ed istituzioni, che in questi anni hanno consentito la digitalizzazione e la consultazione del patrimonio librario, oltre all’attuazione di misure significative a sostegno della lettura.

Ancora in attesa di soluzione ( nonostante l’accoglimento da parte del Governo dell’ordine del giorno che ho presentato (vedi testo) la questione relativa alla proroga del termine per la presentazione dei progetti inerenti la ricostruzione cd. “leggera”, su cui sto proseguendo ( anche con la presentazione di una interrogazione specifica) il lavoro di sollecitazione e presa in carico da parte del Governo.

E- diventato finalmente operativo, grazie all-accordo sottoscritto tra Mibact e regioni , che stanzia 4 milioni di Euro a sostegno delle attivita di spettacolo dal vivo realizzate e promosse nelle aree colpite dal sisma. L-accordo recepisce il contenuto dell-ordine del giorno da me presentato che chiedeva una ripartizione delle risorse proporzionale ai danni subiti dalle regioni in considerazione delle differenti proporzioni esistenti tra le stesse e che ha privilegiato in modo particolare la nostra regione pi\ pesantemente colpita dal sisma.

Ho presentato, inoltre, nelle scorse settimane un’interrogazione rivolta al Ministero del Lavoro, circa la situazione dei lavoratori Tim (che interessa anche numerosi dipendenti della nostra regione) che stanno subendo un processo di riorganizzazione aziendale che ha visto la sostituzione degli accordi collettivi integrativi con un regolamento aziendale che di fatto agisce in maniera restrittiva sulle condizioni lavorative del personale per quanto concerne in particolare gli orari di lavoro, le ferie collettive e la flessibilità. Una situazione su cui il Ministero competente dovrebbe vigilare per assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Anche le settimane appena trascorse sono state dedicate in modo significativo all’approfondimento delle tematiche legate alla ricostruzione post sisma, attraverso la partecipazione ad iniziative ed incontri: dalla tavola rotonda “Prospettive del territorio maceratese dopo il terremoto“ promossa dalla CNA provinciale ( nell’ambito del rinnovo dei suoi organi direttivi) lo scorso 10 giugno con la partecipazione di colleghi parlamentari, sindacati, rappresentanti delle istituzioni universitarie e regionali, all interessante incontro promosso dallIstituto storico della Resistenza a Caldarola, dedicato al tema della programmazione della ricostruzione degli istituti scolastici dopo il terremoto. Un tema non secondario su cui, anche come classe politica, siamo chiamati ad interrogarci decidendo se mantenere la geografia scolastica attuale e preesistente al sisma o, al contrario, guidare processi di scelta e definizione di un nuovo assetto scolastico, fondato sulla costruzione di scuole nuove e al servizio di piu comunita scolastiche comunali. Una scelta su cui mi piacerebbe ricevere stimoli anche da parte vostra con idee e progetti, per avviare una procedura di ascolto che dal basso possa aiutare e sostenere le istituzioni, comunali, regionali e nazionali, nelle scelte che siamo chiamati a compiere.

Mi piace ricordare inoltre due appuntamenti dedicati al sisma promossi dal Partito Democratico regionale e dai Giovani democratici maceratesi> gli Stati Generali su ricostruzione ed aree interne, promossi all-Abbadia di Fiastra lo scorso 5 giugno, e l-iniziaitiva I Giovani e la Ricostruzione.

Occasioni importanti di ascolto che dovrebbero darsi continuita, al di la del singolo evento, nellascolto e nel confronto con i cittadini, le istituzioni e gli amministratori locali e le associazioni di categoria,i sindacati, gli ordini professionali.