“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati , ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”. A voi le riflessioni e le associazioni di idee. A me una singola considerazione, qualunque sia stato l’esito del referendum: vedere certi soggetti celebrare “la Costituzione più bella del mondo” continua a porre più di un serio interrogativo .
Decreto Terremoto
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva, e senza nessun voto contrario, il testo dei due decreti legge emanati dal Governo per far fronte all’emergenza conseguente al sisma del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre scorsi. Provvedimenti molto attesi dalle nostre comunità portati a termine nonostante la crisi politica seguita al referendum del 4 dicembre scorso. Segno di un’attenzione e di una presa di coscienza della centralità della ripresa rapida delle zone colpite, al centro dell’azione del governo Renzi e del neo governo Gentiloni. Durante la discussione generale sul provvedimento sono intervenuta in aula per condividere alcune riflessioni riguardo alla situazione presente e, soprattutto, alle prospettive future delle nostre aree colpite dal sisma (per ascoltarlo, clicca qui).
Il decreto-legge in esame, approvato all’unanimità, è frutto di un intenso lavoro di raccordo con le comunità locali e dà esecuzione agli impegni assunti dal Parlamento immediatamente dopo gli eventi sismici. Il decreto si ispira alla recente positiva esperienza della ricostruzione dopo il sisma dell’Emilia Romagna, per far fronte al quale si decise di far confluire tutte le misure in un unico strumento legislativo. Lo sciame sismico ha interessato un’area di oltre 600 Kmq, 300.000 persone e distrutto o danneggiato più di 200.000 edifici, abitazioni, officine, scuole, strutture sanitarie o ricettive, luoghi di culto, impianti sportivi, infrastrutture viarie. Lo scopo è quello di ricostruire non solo le abitazioni, ma il tessuto economico e sociale delle aree interessate, impedendo, al contempo, che l’attività di ricostruzione si trasformi in occasione di corruzione e illeciti guadagni. Ed è per questo che è stato adottato il c.d. modello “Expo”, con il coinvolgimento diretto dell’Autorità Anticorruzione. i provvedimenti adottati sono il risultato di un grande lavoro di ascolto delle comunità locali attraverso la voce dei sindaci, delle organizzazioni d’impresa e sindacali, degli Ordini e delle professioni, del mondo dell’istruzione e delle realtà associative più sensibili al patrimonio ambientale e ai beni culturali. Oltre alle risorse stanziate nel provvedimento ( pari a 260 milioni di euro), la Legge di Bilancio 2017, infine, ha stanziato a favore dei territori colpiti dallo sciame sismico, 7,1 miliardi di euro, di cui 6,1 miliardi (100 milioni di euro per l’anno 2017 e 200 milioni di euro annui dall’anno 2018 all’anno 2047) per la concessione del credito d’imposta maturato in relazione all’accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per la ricostruzione privata e 1 miliardo di euro (200 milioni di euro per l’anno 2017, 300 milioni di euro per l’anno 2018, 350 milioni di euro per l’anno 2019 e 150 milioni di euro per l’anno 2020) per la concessione dei contributi per la ricostruzione pubblica. Un’ulteriore disposizione della Legge di Bilancio consente alle Regioni colpite di destinare, nell’ambito dei pertinenti programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2014-2020, ulteriori risorse, incluso il cofinanziamento nazionale, per un importo pari a 300 milioni di euro.
Le disposizioni del decreto disciplinano gli interventi per la riparazione, ricostruzione, assistenza della popolazione e ripresa economica nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Il provvedimento definisce l’ambito di applicazione che include non solo i Comuni elencati negli allegati 1 e 2 ma anche altri Comuni in cui si siano verificati danni causati dagli eventi sismici diversi da quelli indicati negli allegati, qualora venga dimostrato il nesso di causalità diretto tra i danni e gli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, comprovato da apposita perizia2 . In linea generale, per venire incontro alle popolazioni colpite dal terremoto, si prevede la possibilità di delocalizzare attività commerciali in strutture all’interno dei comuni, la possibilità di istituire aree di crisi e, in aiuto dei sindaci, l’aumento del personale degli enti locali.
Nel confermare la strada scelta per la gestione della fase emergenziale (reperimento di alloggi provvisori, sistemazioni in hotel, contribuiti per le famiglie che vogliono provvedere in modo autonomo, container nel breve periodo, casette di legno nel medio periodo), il provvedimento si occupa in modo largo della ricostruzione. Ai fini della ricostruzione dei beni danneggiati nel settore privato, sono erogati contributi sulla base dei danni effettivamente verificatisi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte alla ricostruzione, al ripristino o alla riparazione di edifici, attrezzature, beni mobili e scorte. Per gli interventi di ricostruzione o di recupero degli immobili privati distrutti o danneggiati possono essere previsti: per gli immobili distrutti, un contributo pari al 100 per cento del costo delle strutture, degli elementi architettonici esterni e delle parti comuni dell’intero edificio per la ricostruzione nell’ambito dello stesso insediamento nel limite delle superfici preesistenti, aumentabili esclusivamente ai fini dell’adeguamento igienico-sanitario ed energetico; per gli immobili con livelli di danneggiamento e vulnerabilità inferiori ad una determinata soglia, un contributo pari al 100 per cento del costo della riparazione con rafforzamento locale o del ripristino con miglioramento sismico delle strutture, degli elementi architettonici esterni e delle parti comuni dell’intero edificio; per gli immobili gravemente danneggiati, con livelli di danneggiamento e vulnerabilità superiori alla stessa soglia, un contributo pari al 100 per cento del costo degli interventi sulle strutture, con miglioramento sismico, compreso l’adeguamento igienico-sanitario, e per il ripristino degli elementi architettonici esterni e delle parti comuni dell’intero edificio. Innovativa è la previsione del finanziamento totale della ricostruzione non solo delle prime case, ma anche delle secondo case poste all’interno del cratere o poste all’esterno se affittate come prime case o se costituiscono un importante bene culturale e artistico. Per le altre “seconde case” è previsto il finanziamento della ricostruzione al 50 %. Sono altresì individuate le categorie di soggetti che, a domanda, e alle condizioni previste, possono beneficiare dei contributi. La misura del contributo è generalmente riconosciuta nella percentuale del 100 per cento, tranne in alcuni casi relativi alle unità immobiliari adibite a seconda abitazione ubicate nei Comuni lontani dell’epicentro. I contributi per la ricostruzione privata sono erogati solo se viene prevista una clausola di tracciabilità dei pagamenti. Allo scopo di rendere più rapide, trasparenti e agevolmente controllabili le procedure di affidamento degli interventi di ricostruzione pubblica, si prevede che queste siano gestite da un’unica centrale di committenza, individuata nell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti (Invitalia SpA), sulla scorta di apposita convenzione stipulata con il Commissario straordinario. Il finanziamento, la programmazione e la disciplina degli interventi su immobili e servizi pubblici danneggiati dal sisma sono, invece, rinviati alle ordinanze del Commissario straordinario. Quanto alla fase attuativa degli interventi, il ruolo di soggetti attuatori (incaricati di predisporre il progetto e formulare le istanze di contributo) è attribuito esclusivamente alle Regioni interessate, facendo salve le sole funzioni del Ministero dei Beni e delle attività culturali e turismo (Mibact) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le opere rientranti nella rispettiva competenza.
Per il rilancio delle attività economiche danneggiate dal sisma è previsto l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI e sono introdotte apposite agevolazioni, sotto forma di contributo in conto interessi, da erogare sulla base di criteri e modalità individuati dal Commissario straordinario. Il quadro generale è completato dalla previsione di contributi in conto capitale alle imprese che realizzino, ovvero abbiano realizzato, a partire dal 24 agosto 2016, investimenti produttivi nei territori interessati dagli eventi sismici, di contributi dell’INAIL per la messa in sicurezza di immobili produttivi, di finanziamenti agevolati a tasso zero alle micro, piccole e medie imprese per il ripristino e il riavvio delle attività già esistenti, e da altre e più specifiche disposizioni. Si estende, inoltre, il regime di aiuto previsto per le aree industriali in crisi alle zone interessate dal sisma. Particolare attenzione è dedicata al settore zootecnico, agricolo, agroindustriale e turistico. Nell’intento di favorire anche la nascita e lo sviluppo di nuove attività produttive nelle aree interessate, sono previsti finanziamenti agevolati a tasso zero per le nuove imprese e l’introduzione di ulteriori aiuti per il rilancio del sistema produttivo.
Il testo prevede la cessazione della gestione straordinaria al 31 dicembre 2018 e contiene le disposizioni finalizzate a coordinare la fase di passaggio dalla prima emergenza alla gestione commissariale, con l’utilizzo di alcune risorse economiche provenienti dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea e la gestione del sistema di volontariato della Protezione civile. In particolare, si autorizza un differimento dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni coinvolte nella gestione di eventi calamitosi per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza; si dettano disposizioni in materia di rimborsi (ai datori di lavoro) per l’impiego di volontariato della Protezione civile; si dispone il riutilizzo delle risorse residue ricevute dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea per le esigenze connesse con gli eventi sismici del 24 agosto 2016. Tali fondi consentiranno la realizzazione di attività di previsione e prevenzione non strutturale dei rischi e di pianificazione e preparazione alla gestione dell’emergenza.
Previste norme per la sospensione di termini e adempimenti tributari e contributivi per le persone fisiche e giuridiche, di sostegno al reddito dei lavoratori e di 6 esclusione per il bilancio dei Comuni delle risorse ottenute da erogazioni liberali. In particolare, il provvedimento contiene quattro disposizioni in tema di sospensione del pagamento delle rate dei mutui e di esclusione dal pareggio di bilancio per i Comuni ed altre misure a loro favore; pone norme di deroga a disposizioni generali in materia di ammortizzatori sociali e prevede alcuni ammortizzatori sociali specifici (per determinate categorie di soggetti):
si introduce, in particolare, la c.d. busta paga pesante, ovvero la possibilità che per alcuni mesi la busta paga possa essere corrisposta al lordo delle trattenute. Il testo stabilisce, inoltre, per le imprese insediate nel territorio colpito dal sisma l’esclusione dall’applicazione di alcune norme previste nel codice civile le quali prevedono determinati adempimenti e conseguenze in caso di perdite d’esercizio; dispone l’esclusione dalla base imponibile, ai fini IRPEF, IRES e IRAP, dei contributi, indennizzi e risarcimenti connessi agli eventi sismici; prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2016 dei termini per una serie di adempimenti a favore dei soggetti, persone fisiche e imprese, localizzati nei Comuni colpiti dal sisma. Si segnala, in particolare, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere. Prevista, poi, l’applicazione di una disciplina di maggior favore per le richieste del cosiddetto anticipo sulla pensione per determinate finalità (ad es. acquisto prima casa) da parte dei residenti nei comuni colpiti dal terremoto. Il provvedimento, infine, reca disposizioni relative alla sospensione dei processi civili, penali e amministrativi, al rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini.
Disposizioni particolari vengono dettate per la salvaguardia del patrimonio culturale, prevedendo procedure per l’affidamento e l’attuazione di interventi urgenti sul patrimonio culturale (compresi gli interventi per la messa in sicurezza e la demolizione) e di ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato in conseguenza degli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. Disciplina altresì i requisiti delle imprese incaricate degli interventi e dei progettisti. Inoltre, si estende la fruizione del c.d. art bonus alle erogazioni liberali effettuate a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge a favore del Mibact per interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali di interesse religioso interessati dal sisma, anche appartenenti ad enti ed istituzioni della Chiesa Cattolica e di altre confessioni religiose, nonché a favore dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, dell’Opificio delle pietre dure e dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario per favorire gli interventi di restauro del patrimonio culturale nelle aree colpite dagli eventi calamitosi. Introdotta anche una nuova fattispecie di erogazioni liberali deducibili dall’IRES: quelle a favore dello Stato e dei Comuni per contributi volontari versati in seguito a terremoti o altre calamità che hanno colpito l’ente in favore del quale si effettua il versamento di denaro. Il provvedimento può rappresentare una base di legislazione stabile dello Stato di fronte alle calamità, proprio per evitare di ritrovarsi in futuro impreparati di fronte a eventuali situazioni critiche.
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Legge di bilancio
Il clamore legato al referendum del 4 dicembre e la crisi politico-istituzionale seguita alla vittoria del No hanno fatto quasi passare sotto silenzio l’approvazione della Legge di Bilancio 2017, un provvedimento che, invece, contiene disposizioni significative ed importanti. Si tratta, infatti, di una manovra che nonostante un contesto generale più sfavorevole rispetto a quello previsto pochi mesi fa dalle principali organizzazioni internazionali, continua a perseguire l’obiettivo di rilanciare la crescita, introducendo un “Pacchetto competitività” che punta a rafforzare la capacità competitiva delle imprese e a rilanciare gli investimenti pubblici. Misure a sostegno della crescita, del lavoro, della competitività delle imprese, per la ricerca e lo sviluppo, per i pensionati, a sostegno dell’assistenza ai disabili, per la sicurezza nelle scuole, il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego e per la assunzioni nelle forze di polizia. Un provvedimento nel segno della crescita e dell’equità sociale.
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Facciamo chiarezza:
nel clamore post 4 dicembre si è fatto un gran parlare ( il più delle volte a sproposito) del trattamento previdenziale dei parlamentari e delle paure legate alla perdita del “fantomatico” vitalizio. Vi riporto di seguito qualche chiarimento, utile anche per evitare di cadere nel populismo e nell’ennesima aggressione qualunquistica contro i parlamentari. Dal 30 gennaio 2012 i vitalizi sono stati aboliti e sostituiti da un trattamento previdenziale determinato con il sistema contributivo, moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione relativo all’età del deputato al momento del conseguimento del diritto alla pensione. Cioè lo stesso trattamento in vigore per tutti i lavoratori. La trattenuta mensile su ogni parlamentare è obbligatoria ed è di mille euro al mese.
Dal 2012 é venuta meno la possibilità di integrare con una contribuzione volontaria il minimo obbligatorio di 5 anni completi di versamenti e se la legislatura si scioglie anticipatamente si perde anche la possibilità di chiedere la restituzione di quanto versato. Dunque se la legislatura non si completasse, si perderebbe quanto versato. Se si voterá anticipatamente, ad esempio a giugno 2016, i parlamentari alla prima legislatura perderanno 52 mila euro e la pensione di circa 800 euro lorde a 65 anni.
Questa è la realtà.
DUNQUE
1) i vitalizi non ci sono più, 2) le pensioni sono rapportate agli effettivi contributi e se non si versa per tutta la legislatura si perde quanto versato. Il Parlamento ha adottato una normativa rigorosa a partire dal 2012 che si applica per la prima volta su tutti i 945 parlamentari e oltre 600 deputati e senatori alla prima legislatura.
Ne “La scuola de dittatori” di Ignazio Silone, due personaggi girano l’Europa per imparare l’arte della dittatura, e l’esule Tommaso fornisce la cinica lezione: “Se voi mirate al successo, dovete attenervi a questa regola: dovete gettare il discredito sul sistema tradizionale dei partiti e sulla stessa politica, renderli responsabili di tutti i mali della patria e aizzare contro di essi l’odio delle masse”.
In Parlamento
Anche le settimane appena trascorse sono state intensamente occupate dal lavoro intorno alla conversione del decreto terremoto con attività di incontro ed ascolto di tante realtà associative presenti sul territorio (che proseguiranno anche nelle prossime settimane). E’ stato approvato dal Governo, in sede di approvazione della legge di stabilità, il mio ordine del giorno diretto a destinare in via principale le risorse stanziate a favore dell’Edilizia scolastica e al cd. progetto “Scuole innovative” agli istituti scolastici situati nelle aree colpite dal sisma, così da assicurare ulteriori risorse alle iniziative già avviate per la messa in sicurezza delle scuole, tema particolarmente sentito dai cittadini e dalle famiglie.
Altrettanto sentito è in questi giorni il tema della destinazione dei beni culturali provenienti dagli edifici danneggiati dalle scosse degli ultimi mesi. Grande preoccupazione si è diffusa tra le comunità interessate per il rischio di allontanamento delle opere dai territori di provenienza, una preoccupazione di cui ho interessato lo stesso Ministero dei Beni Culturali, presentando una specifica interrogazione sul tema e consegnando al Ministro Franceschini una copia del documento di intenti redatto dai cd. Sindaci della Marca maceratese diretto a fissare un insieme di interventi per il recupero dei beni culturali e la valorizzazione turistica dei territori colpiti (leggi link) (leggi link) .
E’ un tema di stretta competenza della mia commissione ( del resto sono stata relatrice del decreto terremoto in commissione cultura) e su cui, mi auguro, possa aprirsi una positiva interlocuzione con il ministero.
Non sono mancati incontri molto interessanti, occasione di spunti e riflessione. Tra questi mi piace ricordare la bella tavola rotonda promossa lo scorso 8 dicembre dall’associazione Arti e Mestieri e dal Museo la Tela dedicata proprio al tema del recupero dei nostri centri storici dopo il sisma
E ancora il convegno, tenutosi alla Triennale di Milano lo scorso 15 dicembre, promosso dall’Ordine dei Commercialisti di Milano, dedicato alle politiche culturali e all’apporto del privato. Una tavola rotonda nel corso della quale mi sono confrontata con il Presidente dell’Agis, Carlo Fontana, il presidente di Federculture, Andrea Cancellato, e il Ministro Dario Franceschini, facendo il punto sul lavoro in corso intorno alle imprese culturali e creative.
E per finire
– Santa Madre Teresa di Calcutta –