Newsletter n° 33 del 10 Febbraio 2017

Editoriale

“Serve una classe dirigente capace oltre che onesta”.

Così titolava pochi giorni fa un editoriale di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. Pensiero più che condivisibile – quasi ai limiti dell’ovvietà- se il medesimo Rizzo non sia colui che per anni quotidianamente ha tuonato- spesso anche a ragione- contro la “casta”, le Province e tutto quanto ha a che fare con le istituzioni pubbliche, contribuendo a diffondere il pensiero che solo l’onestà e l’assenza di esperienza politica possano costituire la base valida su cui costruire la classe dirigente del Paese. Non voglio assolutamente sminuire- sia chiaro- quanto scritto da Rizzo in questi anni o sottovalutare episodi di mala politica che hanno danneggiato pesantemente la credibilità della classe dirigente, vorrei però far riflettere su come spesso la polemica indistinta contro la cd. “casta”, senza mai soffermarsi a raccontare quanto di positivo continua ad esserci, in termini di impegno politico, esperienza e valore, nell’agire politico, abbia condotto a porre come valori assoluti per misurare un ceto politico l’assenza di esperienza, l’onestà (che fino a prova contraria dovrebbe essere un prerequisito per qualunque cittadino non l’unica cifra di giudizio di una classe politica), la totale estraneità all’impegno nelle istituzioni o nei partiti. Oggi, dopo che tanti danni alcuni opinion leaders hanno prodotto, si corre ai ripari chiedendo a gran voce “capacità” al posto di “onestà”, in attesa della nuova, prossima, moda. Quando, invece, non di mode dovrebbe vivere la politica ma di idee e programmi.
Ci sono tante considerazioni che avrei potuto esprimere in queste brevi righe di apertura- la sentenza della Corte Costituzionale, i difficili equilibri presenti, il voto anticipato- ma l’articolo di Rizzo ha prodotto un urgente necessità di condividere alcuni pensieri che penso dovrebbero far parte di una riflessione di più ampio e lungo periodo, sul ruolo della stampa nel nostro Paese, sul rapporto tra politica e mezzi di comunicazione, sul giornalismo di inchiesta. Non mi sottraggo però ad un cenno alla situazione attuale, partendo dall’assunto che le due leggi elettorali (o meglio i due monconi di leggi elettorali) frutto delle due sentenze della Corte Costituzionale necessitano di un adeguamento normativo che le renda non solo omogenee tra loro ma soprattutto coerenti con un disegno che tenga insieme rappresentatività e governabilità del sistema. Criteri che un sistema totalmente proporzionale, con un premio di maggioranza alla lista presente tra l’altro solo alla Camera, difficilmente sarebbe in grado di garantire. E’ il Parlamento a doversi riappropriare di un ruolo che gli è proprio- come luogo di espressione di un disegno e di un intento politico- a dover lavorare ad un sistema elettorale coerente ed uniforme per Camera e Senato. Non per “tirare a campare” o “maturare il vitalizio”(peraltro abolito) come qualche autorevole interprete, anche nelle fila del Pd, sembra accreditare, ma per provare ad evitare che la XVIII legislatura si trovi ad affrontare le stesse, identiche difficoltà dalla Legislatura attuale.

E non solo, per provare a chiudere anche alcune partite importanti e significative che ancora impegnano Camera e Senato e che riguardano non gli interessi di questo o di quel parlamentare, ma dei cittadini: dalle leggi chiave ( ius soli o concorrenza, solo per citarne due) ancora in corso di approvazione, alle deleghe relative alla scuola- in corso di esame in Commissione Cultura- per migliorare la Buona Scuola, ai provvedimenti di attuazione della riforma pensionistica contenuta nell’ultima legge di bilancio, all’avvio della ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto.  Preoccupiamoci prima di questo, non travolgiamo quanto di buono è stato fatto o avviato dal Governo Renzi nei suoi 1000 giorni, pensiamo a quale programma e quale orizzonte politico vogliamo avere davanti nella fase post 4 dicembre in cui la vocazione maggioritaria del Pd merita una riconsiderazione in un quadro politico nuovo. Riscoprendo, all’interno della nostra stessa comunità politica,  un valore di ascolto e rispetto delle reciproche ragioni, senza evocare strappi o scissioni, che non hanno mai portato molto bene alla  storia del riformismo italiano ed europeo. Quello che sta accadendo in queste ore nella Direzione del Partito Democratico ci dirà quale strada imboccheremo, mi auguro con la saggezza ed il rispetto che dovrebbe guidare persone che condividono uno stesso progetto politico, quello del Partito Democratico, che resta ancora l’unica, seria, alternativa credibile al populismo, espressione di una comunità che continua a discutere e ad appassionarsi per la  politica ed il futuro del Paese.

Decreto terremoto

Accogliendo numerose sollecitazioni provenienti dalle Camere e dalle comunità coinvolte il Governo Gentiloni ha adottato un nuovo decreto legge – che passerà ora all’esame del Parlamento- relativo alla gestione delle emergenze conseguenti alla crisi sismica, tutt’ora in atto,  che ha colpito la nostra regione. Il provvedimento d’urgenza interviene sul testo della legge approvata alla Camera lo scorso dicembre cercando di correggerne alcune disposizioni  (come quelle relative alla cd busta paga pesante) e di provare ad accelerare le procedure in essa previste così da poter avviare più rapidamente le procedure per la ricostruzione. Il decreto recepisce alcuni dei correttivi richiesti dagli stessi parlamentari con emendamenti presentati ai provvedimenti già in discussione presso la Camera ed il Senato.
(LEGGI ARTICOLO).

Queste alcune delle novità introdotte nel testo, in corso di pubblicazione: (Gazzetta Ufficiale)

1. Sostegno al reddito delle popolazioni e delle imprese e rilancio delle attività produttive.  Viene prorogata la cassa integrazione ai lavoratori occupati nelle imprese danneggiate dal terremoto. Al fine di mitigare maggiormente l’impatto del sisma sulle condizioni di vita, economiche e sociali delle fasce deboli della popolazione, si riconosce, per il 2017, una specifica misura di sostegno ai cittadini residenti nelle zone colpite dagli eventi sismici che versano in condizioni di disagio economico.  Si corregge il meccanismo della cosiddetta “busta paga pesante”, già previsto dal precedente decreto in materia, consentendo a tutti i contribuenti domiciliati nei Comuni del cratere di poter beneficiare della sospensione del pagamento Irpef da gennaio a settembre 2017, ovunque sia fiscalmente domiciliata l’azienda. In questo modo i contribuenti potranno disporre di maggiori risorse economiche in busta paga.
Si sospendono ulteriormente, da gennaio a settembre 2017, i termini per la notifica delle cartelle di pagamento e per la riscossione, nonché le attività esecutive da parte degli agenti della riscossione e i termini di prescrizione e decadenza relativi all’attività degli uffici finanziari, ivi compresi quelli degli enti locali e delle Regioni.
Vengono introdotte anche prime misure a sostegno delle attività produttive, nell’ottica del mantenimento e del rilancio del sistema produttivo nei territori, anche con rifermento all’assolvimento degli obblighi fiscali, disponendo altresì specifici interventi in favore delle attività agricole e zootecniche.  Infine, sono prorogati i termini per la deliberazione da parte dei Comuni che si avvalgono di agenti per la riscossione diversi da Equitalia, per l’adesione alla cosiddetta “rottamazione” delle cartelle esattoriali, che consente ai contribuenti di evitare il pagamento d’interessi di mora e sanzioni per le cartelle emesse dal 2000 al 2016.

2. Semplificazione dei procedimenti amministrativi per velocizzare la ricostruzione salvaguardando la trasparenza e il rispetto delle norme anticorruzione. I Comuni possono ricorrere a procedure semplificate di affidamento degli incarichi tecnici di realizzazione degli studi di microzonazione sismica, propedeutici alla presentazione dei progetti di ricostruzione.  Analogamente, sono previste disposizioni acceleratorie per l’affidamento, da parte delle Regioni interessate, delle opere di urbanizzazione connesse alla realizzazione delle strutture di emergenza.

3. Regolare avvio dell’anno scolastico 2017/2018 anche attraverso la realizzazione di nuove scuole. Per garantire il corretto avvio dell’anno scolastico 2017/2018 nelle aree terremotate, si semplificano le procedure di affidamento degli appalti pubblici per lavori, servizi e forniture, necessari a realizzare gli interventi funzionali alla ripresa ovvero allo svolgimento della normale attività educativa e didattica, attraverso la costruzione di nuovi edifici scolastici e la messa in sicurezza di quelli resi inagibili dal sisma. A tal fine si prevede l’adozione, da parte del Commissario straordinario per la ricostruzione, di specifici piani e il ricorso alla procedura negoziata con l’invito a 5 operatori economici iscritti all’anagrafe Antimafia. Comuni e Province possono, inoltre, agire in sostituzione dei soggetti attuatori e predisporre i progetti sulla base delle priorità stabilite dal Commissario straordinario d’intesa con i Presidenti di Regione, inviandoli alla struttura commissariale.

4. Potenziamento del personale impegnato nella ricostruzione. È previsto il potenziamento del personale impegnato nelle attività di ricostruzione per gli enti locali, le Regioni e le altre Pubbliche Amministrazioni, nonché il rafforzamento, con altre 20 unità, della segreteria tecnica di progettazione presso il Segretariato generale del Ministero dei Beni culturali per la più rapida attuazione degli interventi di messa in sicurezza e ricostruzione del patrimonio culturale nei territori colpiti dal sisma.

5. Acquisto abitazioni per far fronte all’emergenza alloggiativa. Le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria vengono autorizzate ad acquisire al patrimonio di edilizia residenziale pubblica immobili da destinare alle popolazioni residenti in edifici resi inagibili dal terremoto, previa approvazione di congruità del prezzo di acquisto. Si tratta di una forma di assistenza alternativa a quella delle strutture abitative di emergenza (SAE, di carattere provvisorio, che andrebbero rimosse al termine del loro utilizzo) che prevede anche la possibilità, in seguito, di cedere gli immobili agli enti locali, che potranno destinarli all’emergenza alloggiativa. Viene inoltre riaffidata alle Regioni la competenza per il trattamento e il trasporto delle macerie. Tra le ulteriori misure, si correggono le disposizioni in materia di sospensione dei termini processuali per talune sedi giudiziarie interessate da eventi sismici.

Come avvenuto per la legge 189/2016 nel percorso di conversione parlamentare dei due decreti legge approvati nell’imminenza degli eventi sismici, penso che anche in questo caso il lavoro parlamentare potrà essere utile per inserire ulteriori previsioni migliorative del testo del decreto e renderne più aderente ai bisogni presenti il contenuto. Anche in questo caso ci attendono lunghe settimane di lavoro e confronto con le realtà istituzionali ed associative del nostro territorio per intervenire sul testo del nuovo decreto. Lo stesso confronto con le rappresentanze sindacali in queste settimane su temi come la busta paga pesante o le stesse problematiche inerenti le scuole ha prodotto risultati concreti inseriti nel testo del nuovo decreto del Governo.  Ci sono, del resto, questioni ancora aperte, come quelle relative alla cd. “zona franca” per le aree colpite dal sisma, per le quali lo stesso Governo sta procedendo ad un necessario approfondimento riguardante la portata economica del provvedimento e la sua stessa compatibilità con le disposizioni comunitarie in materia di “aiuti di Stato”.

Riforma disciplina crisi di impresa

La Camera dei deputati ha approvato il 1° febbraio la delega al Governo per la riforma della disciplina della crisi di impresa e dell’insolvenza. Si tratta di un settore particolarmente delicato dato che dalla riforma di questo settore dipende la possibilità per i cittadini di vedere soddisfatti i propri diritti di credito, spesso considerati inesigibili se coinvolti in una procedura concorsuale. Il testo è stato oggetto di una importante attività emendativa, sia da parte della Commissione Giustizia che dell’Aula, e preceduto da un’indagine conoscitiva apertissima a tutte le categoria professionali. Il provvedimento cerca di tenere conto di interessi diversi: “l’interesse dell’imprenditore che avrà la possibilità di non finire nel precipizio, nel baratro del fallimento”, “l’interesse dei tantissimi piccoli creditori, spesso chirografari, cioè quelli a cui la procedura fallimentare, poi, riserva ben poco, anzi, spesso, quasi niente” e “l’interesse complessivo dello Stato”, sul quale finiscono per gravare oneri pesantissimi.

Il provvedimento è innovativo sotto diversi profili: nel generale quadro di favore per gli strumenti di composizione stragiudiziale della crisi, viene introdotta una fase preventiva di “allerta”, finalizzata all’emersione precoce della crisi d’impresa e ad una sua risoluzione assistita; si facilita, inoltre, l’accesso ai piani di risanamento e agli accordi di ristrutturazione dei debiti; si semplificano poi le regole processuali, prevedendo l’unicità della procedura destinata all’esame di tutte le situazioni di crisi e di insolvenza; si rivede la revisione della disciplina dei privilegi che, tra le maggiori novità, prevede un sistema di garanzie mobiliari non possessorie; si individua il tribunale competente in relazione alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali, assegnando le procedure di maggiori dimensioni al tribunale delle imprese (a livello di distretto di corte d’appello); si elimina la procedura fallimentare sostituendola con quella di liquidazione giudiziale; si rivisita, sulla base delle prassi verificate e delle criticità emerse, la normativa sul concordato preventivo, considerato ad oggi lo strumento più funzionale tra i vigenti; si elimina come procedura concorsuale la liquidazione coatta amministrativa, che residua unicamente come possibile sbocco dei procedimenti amministrativi volti all’accertamento e alla sanzione delle gravi irregolarità gestionali dell’impresa; si prevede una esdebitazione di diritto (non dichiarata, quindi, dal giudice) per le insolvenze di minori dimensioni per le quali, a seguito della procedura di liquidazione giudiziale, il debitore possa chiedere l’esdebitazione subito dopo la chiusura della procedura di liquidazione giudiziale o, in ogni caso, trascorsi 3 anni dall’apertura della procedura stessa; si modifica la normativa sulle crisi da sovraindebitamento; colmando una lacuna dell’attuale legge fallimentare, si introduce, infine, una specifica disciplina di crisi e insolvenza dei gruppi di imprese.

La delega prevede, sulla scorta delle raccomandazioni UE e delle linee guida internazionali, l’introduzione di una fase preventiva di allerta, volta ad anticipare l’emersione della crisi. Essa è concepita quale strumento stragiudiziale e confidenziale di sostegno alle imprese, diretto a una rapida analisi delle cause del malessere economico e finanziario dell’impresa, destinato a sfociare in un servizio di composizione assistita della crisi. Lo strumento, che può essere attivato volontariamente dal debitore, ovvero d’ufficio dal tribunale, allertato da creditori pubblici, sfocia in caso di mancata collaborazione dell’imprenditore in una dichiarazione pubblica di crisi.

Ferrovie turistiche

Approvata alla Camera la proposta di legge per creare ferrovie turistiche nelle linee in disuso, o invia di dismissione, che si trovano in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, nel rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
La proposta di legge, approvata all’unanimità, si propone di definire una cornice normativa certa, organica e razionale per la fattispecie «ferrovia turistica», a oggi non contemplata nel sistema normativo relativo al trasporto ferroviario, e di mettere quindi a sistema, attraverso la predisposizione di una serie di regole standard e mirate rispetto alla particolarità del viaggio, dei mezzi e delle infrastrutture utilizzate, una particolare e diffusa modalità di accesso e visita turistica dei territori di particolare valenza naturalistica, archeologica e culturale, quella attraverso linee ferroviarie secondarie costruite e attivate fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, molte delle quali vere e proprie opere di ingegneria ferroviaria. Si tratta di complessivi 1.300 chilometri da tempo sospesi al servizio di trasporto ordinario, molti dei quali a scartamento ridotto, non elettrificati e quasi tutti a binario unico, sulle quali i treni, spesso trainati da locomotori a vapore, viaggiano a basse velocità (30-50 chilometri orari) e attraversano ampie porzioni di territori, anche montani, di diverse regioni italiane, spesso inaccessibili ad altri mezzi di trasporto.

Attrattori turistico-culturali attraverso i quali promuovere le destinazioni turistiche minori, per provare, come ribadito dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini durante l’audizione in Commissione Trasporti, a concretizzare quella strategia di moltiplicazione dell’offerta turistica italiana, per attrarre sia turismo interno che quello internazionale.

La proposta di legge approvata intende valorizzare non solo le tratte ferroviarie di pregio intese come tracciati ferroviari, ma anche stazioni e pertinenze con opere d’arte e rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle; si prevede, tra l’altro, la circolazione sulle linee ferroviarie dismesse e sospese di “ferrocicli” (si tratta di una sorta di carrellino a pedali a 4 posti; in Francia, dove è molto diffuso si calcolano quasi 4 milioni di passeggeri e 40 dipartimenti dove è possibile noleggiarlo). Grazie a questo particolare tipo di veicolo le linee ferroviarie possono essere trasformate in piste ciclabili, conservando l’infrastruttura senza smantellarla.
Possono essere classificate “ad uso turistico” esclusivamente le tratte ferroviarie dismesse e sospese: non è possibile classificare come tratta ad uso turistico una tratta ferroviaria aperta al traffico commerciale. Si prevede la registrazione dei rotabili storici e turistici e un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti determinerà i requisiti di idoneità alla circolazione in termini di sicurezza complessiva per i rotabili del Registro.

Le tratte ferroviarie ad uso turistico restano nella disponibilità dei soggetti proprietari o concessionari, che sono responsabili del mantenimento in esercizio, nonché della manutenzione, della funzionalità e della sicurezza delle medesime infrastrutture. Gli interventi da effettuare su tali tratte ferroviarie sia di ripristino sia relativi al mantenimento in esercizio, alla funzionalità e alla sicurezza dell’infrastruttura sono finanziate dallo Stato nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale ovvero, con riferimento alle infrastrutture ferroviarie regionali, nell’ambito delle risorse destinate da ciascuna regione agli investimenti.

Per quel che riguarda i principi fondamentali della gestione del servizio si stabilisce che può essere esercitata esclusivamente dai soggetti proprietari delle infrastrutture, dai soggetti concessionari oppure dalle imprese ferroviarie; la gestione delle attività commerciali connesse al servizio di trasporto sulle ferrovie turistiche possono essere esercitate da soggetti pubblici o privati.

In Parlamento

Le settimane appena trascorse sono state quasi interamente dedicate al lavoro sul territorio in ascolto delle problematiche prodotte dal sisma e dal maltempo.
Un lavoro che mi ha portato nuovamente a visitare alcuni dei Comuni colpiti dal sisma e, in particolare, le scuole. Tutti conosciamo i danni che le continue scosse hanno prodotto sull’edilizia scolastica della nostra provincia, ne abbiamo letto dai giornali, abbiamo visto tante immagini in televisione, ma recarsi nei luoghi e parlare con studenti, amministratori e professori, è davvero un’altra cosa. Mi è capitato di andare per occasioni liete  (come l’inaugurazione a Corridonia della nuova struttura prefabbricata, donata da Save the Children insieme a Bulgari, destinata ad ospitare gli alunni dell’Istituto Comprensivo Manzoni, o la donazione a Pievetorina di un laboratorio informatico) o semplicemente per conoscere la situazione degli edifici colpiti come a San Severino o a Camerino, invitata dalle Amministrazioni locali o dai dirigenti scolastici, con l’intento di conoscere meglio le criticità presenti e provare a dare un contributo concreto per provare a risolverle.

Un lavoro di ascolto che mi è stato utile nel lavoro parlamentare per la predisposizione di emendamenti o atti di sollecito rivolti al Governo in merito ad alcuni dei provvedimenti adottati.
Penso al tema già ricordato della busta paga pesante, evidenziato in un recente incontro tenuto a livello regionale, con tutte le forze sindacali (durante il quale sono state affrontante anche le problematiche e le preoccupazioni inerenti la crisi di Banca delle Marche e la recente acquisizione della stessa da parte di UbiBanca) o anche alle problematiche inerenti il mondo della scuola, rispetto alle quali la Ministra Valeria Fedeli  ha disposto- come da noi richiesto- la proroga delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, garantendo ( con specifica norma inserita nel decreto legge appena varato dal Governo) la validità dell’anno scolastico anche con meno di 200 giorni di lezione svolti. Una preoccupazione concreta che ha toccato la comunità scolastica duramente colpita dagli effetti del sisma e che, grazie anche ad un lavoro sinergico tra parlamentari, assessorato all’Istruzione della Regione Marche e forze sindacali, il decreto legge ha sanato.

Non mancano purtroppo problemi e rallentamenti nella gestione della situazione, aggravati dal maltempo e dal proseguire della crisi sismica, ma  penso che sia importante provare a dare un contributo costruttivo e di contenuto e non semplicemente di protesta rispetto alla situazione presente (LEGGI L’ARTICOLO).

Oltre a questo, prosegue il lavoro sul tema delle imprese culturali e creative e, in particolare, intorno al testo della proposta di legge di cui sono relatrice in Commissione Cultura. Pochi giorni fa, proprio la Commissione, ha adottato un testo base che contiene, per la prima volta nell’ordinamento italiano, la definizione normativa dell’impresa culturale e creativa, fortemente attesa da ormai molti anni. Una definizione ed un testo che, secondo l’intento condiviso anche con il Ministro Franceschini, potranno confluire nel prossimo testo unico sullo Spettacolo dal vivo in corso di definizione ed approvazione al Senato. In pochi mesi, grazie ad un lavoro di reale ascolto delle categorie e delle istituzioni coinvolti, di scrittura condivisa del testo insieme agli operatori e alle forze politiche, si è raggiungo un risultato concreto che dimostra come- contrariamente a quanto sostenuto da una parte consistente dell’opinione pubblica- le istituzioni possono funzionare e  dare esempio di efficienza e capacita’ .
Un obiettivo raggiunto a pochi giorni di distanza dall’uscita di alcune mie riflessioni intorno alla riforma della Costituzione, questioni che, a mio avviso, indipendentemente dall’esito del referendum del 4 dicembre, restano di stretta attualita’.

Un obiettivo raggiunto a pochi giorni di distanza dall’uscita di alcune mie riflessioni intorno alla riforma della Costituzione, questioni che, a mio avviso, indipendentemente dall’esito del referendum del 4 dicembre, restano di stretta attualità.

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E infine

Vi aspetto lunedì 20 Febbraio a Macerata per discutere con la collega Manuela Ghizzoni e altri qualificati ospiti delle recenti riforme previste in legge di stabilità riguardo al diritto allo studio. Misure importanti che, purtroppo, la grancassa mediatica seguita al 4 dicembre ha fatto passare sotto silenzio.

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